"Tutta per i più poveri"
A fare la storia sono gli uomini e le donne che non si accontentano del presente. Madre Speranza era insoddisfatta del bene, ed era molto, che si faceva nell'Istituto delle Suore Missionarie dell'Immacolata.
Pur trovandosi completamente a suo agio come religiosa, sentiva il bisogno di fare qualcosa di più. Desiderava favorire maggiormente i veri poveri e voleva che si facesse con vero spirito di povertà, con sensibilità misericordiosa verso tutte le povertà. L'esperienza di Calle Toledo le servì per maturare l'idea di dedicarsi non tanto alle giovani che potevano pagare, ma "ai più bisognosi". "Il mio più grande desiderio - scrive - è sempre stato quello di amare i poveri".
La profonda convinzione che era il Signore a mettere nella sua mente tali progetti la portò, dopo tanto silenzio, sofferenze e umiliazioni accettate con fede, a parlare e ad assumere atteggiamenti decisi una volta ricevuta l'approvazione del suo Padre Spirituale. Il Signore l'andava preparando a compiere grandi cose, ma lei non pensava minimamente a fondare una nuova Congregazione e neppure pensava alle tante e incomprensibili difficoltà che avrebbe incontrato.
Ma chi erano "i più bisognosi" per i quali sentiva una premura più che materna?
In quel particolare momento, per Madre Speranza i più bisognosi erano i bambini di famiglie povere perché esposti più degli altri alle manipolazioni dei nemici della chiesa. Questi avrebbero fatto di essi, molto facilmente, data la loro mancanza di cultura, degli strumenti per una sanguinosa rivoluzione che si andava avvicinando
" In Spagna l'educazione dei poveri - osservava - è molto trascurata e per questo motivo si avvicina una terribile rivoluzione.
I poveri a causa della loro scarsa cultura tanto religiosa che intellettuale, si trovano in uno stato di totale abbandono".
I persecutori della Chiesa avrebbero potuto iniettare facilmente in essi la menzogna e l'odio, istigandoli contro i ricchi e, con il miraggio di raggiungere un'uguaglianza sociale e un facile benessere senza lavorare, li avrebbero spinti ad azioni inumane di sopruso e di violenza. Madre Speranza percepisce l'imminenza di questi tragici fatti. Si sente corresponsabile del male che i poveri possono fare se non mette in atto tutto ciò che l'amore le suggerisce. Vuole per questo affrettare la sua fondazione, convinta che non potrà più farlo una volta che la rivoluzione sarà iniziata. Comunicò al Padre Antonio Naval questi suoi progetti e la risposta ponderata e chiara fu che in essi effettivamente si vedeva la volontà di Dio ed era quindi conveniente affrettarsi. Lui stesso pose al corrente i Superiori e la Comunità della casa di Madrid incoraggiando quelle che lo desideravano a seguire Madre Speranza nel suo progetto di riforma. Ma di quest'ultima proposta Madre Speranza non fu contenta perché alcune suore che intendevano seguirla lasciavano molto a desiderare e temeva che nella nuova fondazione pretendessero vivere come prima. Il Padre Spirituale la rassicurò dicendole che vicino a lei non avrebbero avuto l'ardire di comportarsi come avevano fatto fino a quel momento. Quando il Padre Naval volle dare ulteriori spiegazioni Madre Speranza le disse: "Basta, Padre; a me non è necessario che dia spiegazioni. Mi è sufficiente saper che, nonostante ciò che le ho esposto, lei lo voglia perché anche io lo voglia e lo faccia con gioia".
Fu così che per ordine del Padre Spirituale, accompagnata dalla Superiora, Madre Pilar, si recò a Vicàlvaro, dove risiedeva il Governo Generale, per esporre il suo progetto.
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