TI VEDO E TI AMMIRO
mio Signore, mio Dio,
mio tutto.
Ti adoro,Sposo eterno,
Signore risorto e vivo fra noi.
Ti apro il cuore e la mente
la cella interiore
dove l'amore trova casa e riposo-
Al centro del tuo essere
ritrovo la vita e godo l'unione.
Resto qui per sempre
nell'eterno dimorare
dell'amplesso sponsale.
Sangue nel tuo sangue
fragile storia nel tuo Corpo spezzato.
Qui dove l'amore ha fatto casa
come la tortora il suo nido.
TU DIO,MIO DIO.
Tu Signore, Salvezza e Vita.
Tu alleanza eterna tra noi e il Padre.
Tu altezza e vertice divino.
Tu bassezza e Servo per amore
Sangue in questo calice umano,
corpo glorificato nel nostro fragile mondo.
Ti adoro e bevo lo spirito di vita
ti contemplo e mi lascio attrarre da te.
Tu in me,io in te!!!!!!
venerdì 21 novembre 2014
NON SO PERCHE'
non sei ancora stanco delle mie rese,
delle mie paure
e mi lasci tremare
per farmi poi sentire che sei la sola forza,
la sola potenza.
Mi lasci cadere.
Lasci che iopianga e lotti.
Mi lasci temere di essere sola
per farti poi sentire
e farmi tremare di nuovo
perchè tu sei il Signore della vita.
Ora durante questa Eucarestia,
e stasera e domani
in ogni uomo risanato dal tuo Mistero
non sei ancora stanco delle mie rese,
delle mie paure
e mi lasci tremare
per farmi poi sentire che sei la sola forza,
la sola potenza.
Mi lasci cadere.
Lasci che iopianga e lotti.
Mi lasci temere di essere sola
per farti poi sentire
e farmi tremare di nuovo
perchè tu sei il Signore della vita.
Ora durante questa Eucarestia,
e stasera e domani
in ogni uomo risanato dal tuo Mistero
E' MISERICORDIA
che tu hai avuto anche per me,
E' misericordia che hai voluto donarmi
per accendere quel pò di legna secca che era in me,
di questo involucro leggero
ed hai voluto farmi sentire che tu sei dentro.
Ora,in questo momento, ti fai segno
affinchè non debba soffrire ancora
dell'utilità e del fallimento.
Tu sei ricchezza che trasforma la povertà
di ogni viandante che ti invoca,
sei pane per ogni creatura affamata di vita.
Ora anche per me....
che tu hai avuto anche per me,
E' misericordia che hai voluto donarmi
per accendere quel pò di legna secca che era in me,
di questo involucro leggero
ed hai voluto farmi sentire che tu sei dentro.
Ora,in questo momento, ti fai segno
affinchè non debba soffrire ancora
dell'utilità e del fallimento.
Tu sei ricchezza che trasforma la povertà
di ogni viandante che ti invoca,
sei pane per ogni creatura affamata di vita.
Ora anche per me....
IN QUESTO MIO NULLA
scende come rugiada
una goccia del tuo Amore.
Il tuo Sangue bagna il mio cuore.
Assetata di te,
come fiore l'anima si apre alla luce rubiconda.
Tu e il Padre
dimora e presenza
sull'altare dell'offerta
dove il cuore riposa e tace.
Son qui,mio Signore,
raccolta in questa chiesa
vuota di presenze
ma piena di te.
Resto in adorazione
e attendo solo
una scintilla di pace.
Tu reso pane e sangue
dallo Spirito che trasforma anche me,
dilata con la tua parola d'amore
il mio silenzio fatto di attesa-
scende come rugiada
una goccia del tuo Amore.
Il tuo Sangue bagna il mio cuore.
Assetata di te,
come fiore l'anima si apre alla luce rubiconda.
Tu e il Padre
dimora e presenza
sull'altare dell'offerta
dove il cuore riposa e tace.
Son qui,mio Signore,
raccolta in questa chiesa
vuota di presenze
ma piena di te.
Resto in adorazione
e attendo solo
una scintilla di pace.
Tu reso pane e sangue
dallo Spirito che trasforma anche me,
dilata con la tua parola d'amore
il mio silenzio fatto di attesa-
Imparando ad Amare
Questi primi anni della sua vita religiosa sono contrassegnati da una serie di prove e sofferenze fisiche e morali, attraverso le quali il Buon Gesù, come lo chiamava lei, va scalpellando il suo legno per prepararla alla missione che l’attende. Impara la scienzadell’amore rendendosi disponibile come una scopa, fissando lo sguardo nella Croce di Gesù e andando incontro ai poveri.
Tra l’ammirazione di alcuni e la diffidenza di altri, quanti vivono con lei si accorgono che Dio le concedenumerose grazie straordinarie. Pesanti sofferenze fisiche si accompagnano a consolanti esperienze mistiche. Oggi, dopo tanto tempo, vediamo chiaramente che Dio aveva posato lo sguardo sulla sua umile ancella e lacustodiva per eseguire uno speciale progetto a beneficio dell’umanità. Sarebbe stata custode di un carisma straordinario: incaricata di diffondere nel mondo la devozione all’Amore Misericordioso.
Furono i suoi direttori spirituali, coloro che dalla privilegiata prospettiva della sua anima aperta come un libro, poterono intravedere la sua missione e prepararla convenientemente.
Così come per la maggioranza dei santi, si avvicendarono in Madre Speranza malattie gravissime e guarigioni inspiegabili.
Nel Natale del 1927 avviene un episodio decisivo per comprendere quanto Dio vuole da lei. Appartiene alla comunità ubicata in via Toledo a Madrid, in una casa che non è di proprietà della Congregazione delle Clarettiane ma di un’Associazione di donne cattoliche. Madre Speranza prepara, con l’aiuto della Provvidenza, un pranzo percirca quattrocento poveri che, affamati, riempono la casa. Una signora dell’Associazione arriva in quel momento: “” mi chiede “Chi le ha dato il permesso di far entrare qui questa gente a sporcare tutto?” No signora, non sono venuti a sporcarle niente ma a mangiare perché è Natale…”Si guardi bene dal portare un’altra volta qui i poveri; questo lo potrà fare quando la casa sarà sua”. Molto rattristata andai dal Signore e Lui mi disse: Speranza, dove non possono entrare i poveri non entrare neanche tu. Fuori da questa casa!...Signore, dove devo andare?(Esortazioni 15.08.66)
Come per S. Teresa, Dio la chiamava non ad una vita tranquilla e comoda o ad una congregazione stabile e comune, ma ad una contemplazione altissima e ad una carità premurosa.
Le terribili guerre
L’attività continua, ancora più intensa, quando nel 1936 scoppia la guerra civile in Spagna con tutti i drammi che portà con sé. In questo periodo la Madre fa il suo primo viaggio a Roma, accompagnata dalla fedelissima Pilar de Arratia, per iniziare anche lì, un intenso lavoro fra i poveri della periferia romana, sulla via Casilina.
Contemporaneamente deve difendersi davanti al Sant’Ufficio di accuse e diffamazioni sulla sua persona e sulla Congregazione appena nata. Pilar è il suo angelo difensore, la sua confidente e il suo migliore appoggio in questo momento tra i più duri della sua vita.
Mentre è a Roma, scoppia la seconda guerra mondiale, tra i bombardamenti e le minacce dei tedeschi, insieme alle suore accoglie bambini, nasconde profughi senza badare alle loro ideologie, cura i feriti dei bombardamenti, dà da mangiare a migliaia di operai e bisognosi in mense improvvisate, consola tutti.
L’attività caritativa a Roma raggiunse livelli difficilmente credibili. Pranzi miracolosi in grande quantità per i poveri, migliaia di persone che accorrono per ripararsi con la persona della Madre quando l’allarme annuncia i bombardamenti e questa donna spagnola che prende ago e filo e una bacinella d’acqua pulita e lava le viscere, cuce le ferite, ricompone i corpi mutilati, promette con forza la sopravvivenza e la guarigione.
Nell’agosto del 1944 muore Pilar, lasciando un vuoto enorme nella sua vita. Superata questa prova, riprende le attività, i viaggi, le nuove iniziative.
Il dopo guerra è duro, sia in Italia che in Spagna; sono tante le ferite da curare e lei lavora, incoraggia, organizza con ritmo instancabile. Per l’anno santo del 1950 è completata la Casa generalizia di Roma per accogliere i pellegrini di quell’anno e degli anni successivi. Vanno sorgendo, via via, nuove fondazioni in Italia: Todi, Gubbio, Pavia, Genova, Vazzola, Borsea, Francenigo, Perugia, Rieti, Col fosco, Fratta Todina.
Una sola Famiglia
La nuova Congregazione dei Figli ha come fine principale l’unione con i sacerdoti del clero diocesano, per venire incontro, insieme a loro, a tutte le povertà degli uomini, con un cuore misericordioso. Si estendono nel mondo insieme alle Ancelle dell’Amore Misericordioso. Nel cuore di Madre Speranza le due Congregazioni delle AAM e dei FAM costituiscono una sola Famiglia, divisa in sei componenti che vogliono abbracciare tutti i campi nei quali si può manifestare la misericordia del Signore. “Queste due Congregazioni sono una stessa cosa, con lo stesso titolare, l’esercizio della carità senza limiti e filgi della stessa Madre” ( Usanze FAM,II, Cap. 15)
“Vivete, figli miei, sempre uniti come una forte pigna, uniti sempre per santificarvi, per dare gloria al Signore e per fare bene alle persone che trattano con voi” (Esortaz.)
Con le braccia aperte
Collevalenza è il posto dove Madre Speranza trascorre gli ultimi trenta anni della sua vita, intercalando, nei primi anni, i lavori del Santuario ed edifici annessi, con frequenti viaggi nelle comunità che si sviluppano. In questo momento culminante della sua vita dice di sentirsi come una flauta che diffonde la melodia della misericordia, come un fazzoletto per asciugare le lacrime, o come la portinaia del Buon Dio che apre le braccia a tutti per avvicinarli al suo cuore di Padre.
Non ha mai voluto essere protagonista, si considerava sempre un semplice strumento del Signore, senza mai attribuirsi le cose meravigliose che Dio operava tramite lei. Era Gesù l’autore, il protagonista di Collevalenza, e lei un semplicestrumento nelle mani della Provvidenza.
Con le braccia sempre aperte per accogliere le tante persone che venivano ad incontrarsi con l’Amore misericordioso, la Madre come una brava portinaia ascoltava ognuno. L’afflusso dei pellegrini crebbe al punto tale che fu necessario regolarlo, fissare prenotazioni, incaricare una religiosa di tenere l’ordine e il disbrigo della corrispondenza.
La Madre Speranza ti riceveva con la nobiltà di una gentildonna spagnola – scrive un pellegrino italiano – sempre in piedi, appoggiata con una mano al bordo del tavolo, a causa della poca salute; ti ascoltava attentamente, ti fissava con quel suo sguardo penetrante, ti incoraggiava, ti raccomandava di pregare l’Amore Misericordioso e prometteva di farlo anche lei. E lo faceva. A volte dedicava gran parte della notte a pregare davanti al crocifisso per ognuno di quelli che in quel giorno erano venuti a parlare con lei.
Un pellegrino ferito
Il 22 novembre del 1981, il papa Giovanni Paolo II fa la sua prima uscita dopo l’attentato sanguinoso del 13 maggio dello stesso in piazza San Pietro, e viene, pellegrino quasi convalescente, a Collevalenza, per ringraziare l’Amore Misericordioso. Disse: “ Siamo venuti in visita a questo Santuario perché siamo debitori alla misericordia di Dio della nostra salute”.
Conosceva la Madre da quando era vescovo di Cracovia, ed era venuto due volte a trovarla e parlare con lei. La incontrò di nuovo, ma questa volta su una sedia a rotelle. Si avvicinò a lei, si chinò e le diede un bacio sulla fronte.
Non ci si sarebbe neppure immaginato un tale omaggio. Nello stesso anno il papa aveva promulgato l’enciclica “Dives in Misericordia”, che riassumeva, analizzava, approfondiva e proclamava al mondo che Dio è ricco in misericordia, un Padre buono, l’Amore misericordioso, quanto la Madre aveva vissuto e annunciato durante tutta la vita. A Collevalenza il papa disse “ Un anno fa ho pubblicato l’enciclica Dives in Misericordia. Questa circostanza mi ha fatto venire oggi al Santuario dell’Amore Misericordioso. Con questa presenza desidero riconfermare, in qualche modo, il messaggio di quella enciclica…Fin dall’inizio del mio ministero nella sede di San Pietro a Roma, ritenevo questo messaggio come mio particolare compito”.
NEL TUO SILENZIO
la mia mente si placa,
ogni filamento neurologico si distende e si rilassa,
si prepara così a meglio assorbire
tutto ciò che vorrai passarmi.
Padre di ogni sonno,di ogni fragore,
di ogni silenzio,
ti prego
ripuliscimi di tutto il rumore inutile,
di tutte le parole vuote, affrettate,taglienti
che ho incontrato in questo giorno
e che ancora ingombrano la mia testa.
Giungi presto,
ti prego,
al cuore che solo può vagliare ciò che viene da te,
ciò che a te mi avvicina
insieme ai tanti viandanti delle nostre strade.
Fissa per un pò,
ti prego,
questo silenzio dentro di me,
dilata tutti i capillari fino al punto di raccolta,
dove forse, per qualche momento,
incontrerò la pienezza del tuo tacere,
la pienezza delle tue parole d'amore.......
la mia mente si placa,
ogni filamento neurologico si distende e si rilassa,
si prepara così a meglio assorbire
tutto ciò che vorrai passarmi.
Padre di ogni sonno,di ogni fragore,
di ogni silenzio,
ti prego
ripuliscimi di tutto il rumore inutile,
di tutte le parole vuote, affrettate,taglienti
che ho incontrato in questo giorno
e che ancora ingombrano la mia testa.
Giungi presto,
ti prego,
al cuore che solo può vagliare ciò che viene da te,
ciò che a te mi avvicina
insieme ai tanti viandanti delle nostre strade.
Fissa per un pò,
ti prego,
questo silenzio dentro di me,
dilata tutti i capillari fino al punto di raccolta,
dove forse, per qualche momento,
incontrerò la pienezza del tuo tacere,
la pienezza delle tue parole d'amore.......
L' AMORE
è il dono di se stesso
è dono all'altro
è volere il bene dell'altro,
dimenticando se stesso.
Amare
è il nostro grande rischio,
ma è anche il tuo grande rischio,Signore.
Tu hai scommesso sull'uomo,
tu hai scommesso su di me.
Questo è l'Amore
questo è il suo mistero.
Dio ha bisogno dell'uomo.
La creatura restituisce il Creatore.
E' nella relazione che l'Amore si compie.
E' l'Amore
a guidare dell'uomo le azioni.
E' l'Amore fondamento della divina creazione
e dell'universo l'ordine.
E' il tuo Amore,Signore,
che ha vinto la morte.
E'il tuo AMORE,Signore,
che salverà il mondo.....
è il dono di se stesso
è dono all'altro
è volere il bene dell'altro,
dimenticando se stesso.
Amare
è il nostro grande rischio,
ma è anche il tuo grande rischio,Signore.
Tu hai scommesso sull'uomo,
tu hai scommesso su di me.
Questo è l'Amore
questo è il suo mistero.
Dio ha bisogno dell'uomo.
La creatura restituisce il Creatore.
E' nella relazione che l'Amore si compie.
E' l'Amore
a guidare dell'uomo le azioni.
E' l'Amore fondamento della divina creazione
e dell'universo l'ordine.
E' il tuo Amore,Signore,
che ha vinto la morte.
E'il tuo AMORE,Signore,
che salverà il mondo.....
COME POSSO CAPIRE IL DOLORE?
Signore,
il dolore è così disumano?
Signore,
perchè devo accettare la sofferenza,
e la morte?
La mia anima è più incline
all'attesa di una gloria
che di un'umiliazione.
Per sua natura ogni uomo agisce
come se mai dovesse morire,
e tanto meno soffrire in vista della stessa morte
La vita è così bella,
così vera,
come è possibile doverla lasciare?
E' una domanda troppo grande per me ,
non so rispondere,Signore.
La pace però mi sorprende,
non sono smarrito,nè provo disperazione.
So che la vita ha un senso,
sento di essere parte del Tutto-
Si anche, Signore
che tu non mi lascerai andare via,
alla mia parte per sempre sarai legato
Signore,
il dolore è così disumano?
Signore,
perchè devo accettare la sofferenza,
e la morte?
La mia anima è più incline
all'attesa di una gloria
che di un'umiliazione.
Per sua natura ogni uomo agisce
come se mai dovesse morire,
e tanto meno soffrire in vista della stessa morte
La vita è così bella,
così vera,
come è possibile doverla lasciare?
E' una domanda troppo grande per me ,
non so rispondere,Signore.
La pace però mi sorprende,
non sono smarrito,nè provo disperazione.
So che la vita ha un senso,
sento di essere parte del Tutto-
Si anche, Signore
che tu non mi lascerai andare via,
alla mia parte per sempre sarai legato
SIGNORE,VIVERE E' FATICA
La nostra vita
troppo piena,
a volte vuota del tutto,
ci appare inutile,
Disperatamente cerchiamo un senso,
una meta degna di essere raggiunta.
Attendiamo che la Verità
come d'incanto
appaia ai nostri occhi,
nella speranza di saperla riconoscere
e di avere in noi la forza di seguirla.
Intanto solo piccole pietre,con fatica,
poniamo sul nostro cammino.
Così è segnata la via percorsa.
Verso chi?
Verso quale luogo andiamo?
dentro di noi l'ansia vitale risuona,
interpella le nostre coscienze addormentate.
Sentiamo la paura,
lo smarrimento e il limite,
la debolezza del nostro essere uomini
e l'idea del nulla ci prende.
Ecco lo sguardo si volge alla Croce.
Anche tu,Signore
sei stato uomo,
Signore,tu hai condiviso la condizione umana
perchè l'uomo divenisse come te.
Per un momento,
come lampo che squarcia le tenebre,
appare chiara ai nostri occhi la meta,
il luogo dove abitare per sempre.
Il nulla che ci abita non
ci fa più paura,
Si, siamo nulla,
ma un nulla capace di Dio...
La nostra vita
troppo piena,
a volte vuota del tutto,
ci appare inutile,
Disperatamente cerchiamo un senso,
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Attendiamo che la Verità
come d'incanto
appaia ai nostri occhi,
nella speranza di saperla riconoscere
e di avere in noi la forza di seguirla.
Intanto solo piccole pietre,con fatica,
poniamo sul nostro cammino.
Così è segnata la via percorsa.
Verso chi?
Verso quale luogo andiamo?
dentro di noi l'ansia vitale risuona,
interpella le nostre coscienze addormentate.
Sentiamo la paura,
lo smarrimento e il limite,
la debolezza del nostro essere uomini
e l'idea del nulla ci prende.
Ecco lo sguardo si volge alla Croce.
Anche tu,Signore
sei stato uomo,
Signore,tu hai condiviso la condizione umana
perchè l'uomo divenisse come te.
Per un momento,
come lampo che squarcia le tenebre,
appare chiara ai nostri occhi la meta,
il luogo dove abitare per sempre.
Il nulla che ci abita non
ci fa più paura,
Si, siamo nulla,
ma un nulla capace di Dio...
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