lunedì 27 ottobre 2014

Pensieri di Madre Speranza:

"Io credo che l’essere religiosa consista nello stare unita a Gesù con una continua mortificazione di se stessa in tutte le cose, solo per arrivare a non vivere più che per Lui..." (El pan 52, 50).
"Sarebbe mio desiderio e mia allegria vedervi correre nel cammino della vita religiosa ormai libere dal "io" e staccate e indipendenti da qualunque cosa non sia Gesù e la Sua volontà..." (El pan 2, 105).
"L’amore che il buon Gesù ci offre è molto esigente, proprio perché è infinitamente generoso e per questo non sopporta che noi Gli neghiamo la unica cosa che ci chiede, in cambio di tutto quello che ha fatto per noi; ...che cosa è quello che ci chiede? amore e sacrificio..." (El pan 2, 18-19).
"Dobbiamo impegnarci ad amare sul serio il buon Gesù e non sarebbe giusto dimenticare fino a che punto Lui ci ha amato e quanto Lui si aspetta da noi una risposta di amore..." (El pan 2, 132).

La misura dell’amore a Dio non è data dall’aver fatto quello che dovevamo fare (osservare la Legge, non fare peccati, rispettare le norme, ecc.) ma dall’amore che spinge l’uomo a scoprire e condividere i desideri e i sentimenti di Dio; Madre Speranza chiama questo atteggiamento: tendere alla santità. L’esperienza che Lei ha vissuto nella sua persona sembra essere dominata dalla convinzione che gli anni della nostra vita ci sono concessi come occasione da sfruttare, minuto per minuto, per dar gloria a Dio; solo in questo modo l’uomo realizza anche la sua felicità più completa.

"Gesù... ha un amore tanto grande alle anime! ... da noi esige solo l’amore" (El pan 5, 73).
"Quando Gesù trova un’anima disposta al sacrificio, Lui stesso le va incontro e l’accoglie perché lo segua nel reale cammino della croce. Gesù non l’abbandona, anzi, mette nel più profondo delle sua anima..." (El pan 2, 104).Nella misura che ci svuoteremo di noi stessi faremo posto nel nostro cuore a Dio.
"Chi vuol venire dietro di Me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua". "La nostra mortificazione fondamentale deve consistere nella rinuncia a noi stesse..." (Cost.art.n.79).
"Sono molte le anime che vorrebbero darsi a Dio... ma quando intravedono le rinunce necessarie per conseguire tale unione... allora si tirano indietro..." (El pan 5, 57).
"Ricordiamoci bene questa grande verità: un’anima consacrata al servizio di Gesù si deve sforzare per perpetuare sulla terra gli stessi Suoi sacrifici in qualità di vittima immolata... al sacrificio deve unire un grande amore... lasciarsi umiliare come il chicco di grano che, per dar vita ad altri chicchi di grano, si lascia nascondere sotto la terra, per marcire e morire..." (El pan 2, 34).
"Ma la grande carità e il grande amore del buon Gesù non può permettere che questa soffra da sola... Lui non la lascia neanche per un momento e, soprattutto nelle difficoltà più grandi, la assiste con la Sua grazia ed è per lei la sua difesa, la sua protezione, la sua forza e il suo tutto..." (El pan 2, 97).
"È tanto il piacere che si prova fino a quando si rimane come vittima sulla mensa dell’altare per essere consumata dall’amore. Una vittima fa esperienza di gioie segrete..." (El pan 2, 98).
"Alcune anime debbono fare sforzi eroici per conservare certe virtù però Gesù che le vede le aiuterà con la sua grazia" (El pan 5, 73).
"Dobbiamo cercare di vedere sempre, in tutte le cose, la volontà di Dio ed il mezzo per identificarci con il suo volere divino... Se facciamo questo, le cose di questa terra non saranno causa di sofferenza... in tutto vedremo la volontà di Gesù, portatrice di bene; Lui desidera la nostra felicità e ce la ottiene sia attraverso quanto permette che attraverso le divine disposizioni" (El pan 2, 110).

"Figlie mie, amiamo la tribolazione, questa ci otterrà abbondanti grazie" (El pan 5, 3).
Le tribolazioni portate con gioia e per puro amore a Gesù si trasformano in fiori e le spine in rose. La croce di Gesù è la chiave del cielo e la consolazione delle anime che lo amano sul serio.
Nella sofferenza dobbiamo pregare. Gesù vuole che, come gli apostoli, ricorriamo a Lui sempre che vediamo incresparsi le onde del mare e la nostra barchetta sul punto di naufragare.
Necessariamente ci sono sofferenze in questo mondo, come pure peccatori e peccati, poiché, come i cardi e le spine, esse sono il frutto naturale di questa valle di lacrime in seguito alla sentenza pronunciata da Dio nel paradiso terrestre contro l'uomo disobbediente: "La terra produrrà per te cardi e spine". Noi abitiamo una terra maledetta, non già il paradiso delle delizie dal quale siamo stati cacciati per sempre.
Le sofferenze sono necessarie per aiutarci nella nostra santificazione. Come l'oro si saggia con il fuoco, così il Signore mette a prova i nostri cuori; come il forno i cocci del vasaio, così la sofferenza prova le anime dei giusti. Quanto più dura è la prova, tanto più gloriosa sarà la ricompensa.
Soltanto per le anime deboli le sofferenze costituiscono un grave pericolo di perdere la fede, la fiducia e l'amore a Dio; esse infatti facilmente diventano fredde, vacillano e a volte si allontanano dalle pratiche di pietà; qualcuna poi dalla violenza del dolore che non sa sopportare, è spinta fino alla disperazione.
La sofferenza ci distacca dalle cose terrene e per questo il Signore unisce alle gioie della terra tante amarezze che ci obbligano a cercare un'altra felicità, la cui dolcezza non ci inganna. Coloro che vivono nel benessere facilmente si lasciano possedere dalla superbia, dalla vana gloria, dal desiderio smodato di ricchezze, onori e piaceri.

L'afflizione e le pene ci aiutano a comprendere ciò che avevamo udito molte volte ma non compreso. Come cresce la fiamma se è agitata dal vento, così si perfeziona l'anima provata dal dolore. Non dimenticate che è sapienza dei santi soffrire per amore a Dio.

Leggendo gli scritti di Madre Speranza si trovano espressioni molto forti e significative ed è difficile incontrare una pagina dei suoi scritti nella quale non si faccia riferimento alla croce e alla sofferenza, come esigenza ed espressione di un vero amore. Non avrei difficoltà ad affermare che la contemplazione che la Madre fa della Passione di Gesù abbia delle connotazioni particolari e nuove. Proviamo a rileggere alcune delle sue frasi, prese qua e là nei suoi scritti: alcune fra le tante, tantissime.
"Chi possiede l’amore di Gesù è sempre disposto al sacrificio" (El pan 2, 137).
"Figlie mie, ogni anima deve mettere tutto l’impegno per aiutare tanti altri nel cammino verso il cielo... Le anime sono il tesoro più ricercato dal buon Gesù e questi tesori sono affidati alla nostra generosità.." (El pan 5, 73).
"Baciamo con trasporto la croce che portiamo sul nostro petto e l’Ostia che vi è inchiodata, per ricordarci che anche noi dobbiamo offrirci come vittime e come ostie viventi al buon Gesù..." (El pan 2, 61).
"La capacità di abnegazione di un’anima consacrata deve essere totale; non solo dalle cose che le potrebbero piacere, ma anche e soprattutto da se stessa; ogni anima che vuol seguire il buon Gesù è chiamata a questo grado di virtù..." (El pan 20, cir 41).
"La persona consacrata deve mettere tutto il suo impegno per acquisire una sorprendente capacità di lavorare per il prossimo con gioia e allegria; è certo che solo così si potranno portare molte anime al buon Gesù, perché l’esempio convince e attrae molto più delle parole" (El pan 20, cir 6).
La nostra vocazione è per la salvezza del mondo. Gesù si aspetta dalle sue Ancelle dell’Amore Misericordioso, non tanto penitenze quanto saper amare... (El pan 20, circ 6).
"La vita di una Ancella dell’Amore Misericordioso deve essere di sacrificio, proprio perché è vita di amore; noi dobbiamo rassomigliare al nostro dolce Gesù che per amore alle anime non si tirò indietro di fronte a nessun sacrificio...". (El pan 5, 47).
"Quando l’amore è forte si ha l’impressione di essere come un fuoco che arde e brucia tutto... e si esperimenta tale fascino nel dolore da arrivare a desiderarlo e sognarlo fino a non poter più vivere senza la croce..." (El pan 2, 132).

Quando l’amore è forte si arriva a dire: "Quanto sono felice, Gesù mio, nel rendermi conto che ho una volontà per offrirtela, un cuore per amarti, un corpo per soffrire e del tempo per servirti esercitando la carità!..." (El pan 2, 81).

. voglio soffrire (come Gesù) non in riparazione dei miei peccati ...

Scrive in diverse occasioni.
Gesù mio, perdona la mia vigliaccheria; non trattarmi come una debole bambina e fa’ che io viva sempre immersa nel dolore, per riparare in qualche modo le offese che il peccato ha inflitto al mio Dio; per me, ti prego, finché duri il mio pellegrinaggio terreno, di lasciarmi la pena e la vergogna per averti offeso, finché la morte non mi porti in purgatorio dove potrò soffrire per espiare le mie colpe senza più paura di offenderti; e allora ti ripeterò come il figliol prodigo: "Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te". Perdonami, Gesù mio, ancora una volta e purifica la mia povera anima, perché possa unirsi per sempre a te. (El pan 18, 1353)
Ti chiedo anche, Gesù mio, una e mille volte, che le mie sofferenze non servano a riparare le molte offese che disgraziatamente ti ho arrecato; questa espiazione ti chiedo di riservarmela per il purgatorio, mai per l’inferno, Dio mio, perché laggiù non potrei amarti. (El pan 18, 758)
Ma, Gesù mio, concedimi una cosa sola: che viva amandoti in un continuo dolore, per poter riparare in qualche modo le offese che ti recano le anime consacrate e che, dopo una lunga vita di lavoro e sofferenze, il mio corpo si consumi nella putredine per riparare le tante offese che ricevi con la concupiscenza della carne. Però, ti supplico, ancora una e mille volte, Gesù mio, che le mie sofferenze non siano in riparazione delle offese che disgraziatamente ti ho recato, questa riparazione, ti prego, riservarmela per il purgatorio, non per l’inferno, Dio mio, perché lì non ti potrei amare. (El pan 18, 1301)

Ti chiedo, come sempre, di non applicare quanto soffro o faccio in questo mondo, in riparazione delle offese che disgraziatamente ti ho arrecato io stessa; questa espiazione e riparazione, Gesù mio, conservamela per il purgatorio, poiché nell’eternità non potrò soffrire per i tuoi sacerdoti ed espiare in loro favore; ma ti prego, Dio mio, di avere pietà di me e di non mandarmi all’inferno che merito, perché lì non ti potrei amare e forse, addirittura, in quel luogo bestemmierei mio Padre, dimenticando le tenerezze del suo amore e quanto gli sono costata; non permetterlo, Dio mio! (El pan 18, 1309)

PENSIERI DEL PADRE NOSTRO:


Nei momenti di allegria, come nei momenti di difficoltà, di ansia o di dolore, il cristiano ricorre alla preghiera non per dire a Dio come dovrebbe risolvere la situazione ma per imparare a scoprire la volontà amorosa di Dio anche in quella situazione.
È come se, in un momento di difficoltà, il cristiano ricorresse all’orazione per fare orazione COME ha insegnato Gesù:
Signore, Tu già vedi che proprio in questo momento mi trovo in una grande angustia e difficoltà; ma io sono sicuro di essere oggetto della tua divina provvidenza e sono sicuro che tutto ciò che passa per le tue mani è per il mio bene: è totale la mia confidenza in Te. Per questo:

  • Padre: Adesso, in questa situazione e soprattutto in questa situazione di sofferenza, io sento la certezza di poterti considerare mio Padre
  • Nostro; padre mio e padre di chi mi ha procurato questa sofferenza
  • Che sei nei cieli: Ti penso nei cieli perché anche in questa situazione io voglio aspirare alle cose celesti.
  • Sia santificato il tuo nome: La cosa che più mi sta a cuore, soprattutto in questo momento, è la tua gloria.
  • Venga il tuo regno: Desidero anch’io offrire e soffrire qualche cosa perché venga il tuo regno.
  • Sia fatta la tua volontà: Desidero che anche in questo momento si compia solo quello che tu desideri.
  • Dacci oggi il nostro pane: Ti chiedo di aiutarmi con la tua grazia, per me tanto necessaria come il pane di ogni giorno, soprattutto in questa occasione.
  • Perdona i nostri debiti: Perdona i miei peccati e la mia indelicatezza con Te.
  • Come noi li perdoniamo: So che anche io devo perdonare e che Tu userai della tua generosità con me nella misura che anche io lo avrò fatto con i miei fratelli.
  • E non ci indurre in tentazione: Solo vivendo così, questa situazione non si trasformerà in occasione di peccato e mi vedrò libero da ogni male.

La preghiera della Madre è:


un dialogo di amore che approfondisce la conoscenza di Dio e di sé.
un dialogo di amore che tende a trasformare la vita dell’uomo e lo spinge a imitare e copiare i sentimenti e i comportamenti di Dio; lo spinge ad amare "come Io vi ho amati...".
un dialogo di amore che si trasforma in una scuola all’amore, che rende capace l’uomo di amare con verità:
un dialogo di amore che si trasforma in una scuola alla misericordia. In Dio la misericordia è esigìta dalla Sua giustizia, non c’è contrapposizione tra giustizia e misericordia: Dio è misericordioso perché è giusto. L’uomo è giusto se è misericordioso; "senza misericordia non c’è futuro per il mondo" - ha detto il Papa ai giovani a Collevalenza il 19 settembre 1993.
un dialogo di amore che si trasforma in una scuola al sacrificio. Dio ha amato l’uomo fino a dare la Sua vita per lui; imitare i sentimenti e i comportamenti di Gesù significa scoprire una vita che si realizza nel modo migliore in misura di quanto - sull’esempio di Gesù - è disposta a dare la vita per la persona che ama; il sacrifico non è solo rinuncia e mortificazione, ma è soprattutto dono.
un dialogo di amore che dà senso alla vita e che rende l’uomo capace di realizzarsi nel modo più completo e perfetto: "siate perfetti come il Padre vostro che è nei cieli...".

GESU' VIVE IN NOI:

Dobbiamo essere persuasi che il buon Gesù vive in noi come un intimo amico
Sapendo che da soli non possiamo coltivare la vita soprannaturale e progredire costantemente nella perfezione, Dio opera accanto a noi come il più potente collaboratore, supplendo di continuo alla nostra impotenza e aiutandoci mediante la grazia.
Se veramente vogliamo combattere le nostre passioni e vincere le tentazioni, ricorriamo a Lui che ci attende per darcene la forza.
Se al momento di fare il bene al nostro prossimo ci sentiamo portati all'avvilimento e alla tristezza, invochiamo il buon Gesù: Egli si unirà più fortemente a noi per sostenerci ed assicurare la nostra perseveranza. Lavorerà insieme a noi fino a portare a compimento l'opera della nostra santificazione, che Egli stesso perfezionerà.
Dobbiamo perseverare nello stato di vita che abbiamo abbracciato, pregare e pensare con frequenza a queste verità: il buon Gesù non si accontentò di meritare per noi, ma volle essere anche il modello vivente della nostra vita soprannaturale.
Ed ecco il modello che dobbiamo seguire: Egli per trenta anni condusse la vita più nascosta e ordinaria, dando l'esempio più perfetto di obbedienza e sacrificio. Lavorava e pregava l'eterno Padre insegnandoci così che, se vogliamo, possiamo santificarci in mezzo alle occupazioni più comuni. Visse anche la vita pubblica ed esercitò l'apostolato evangelizzando il popolo; soffrì la stanchezza, la sete, la fame e le fatiche; sperimentò l'amicizia di alcuni e l'ingratitudine di altri, trionfi e persecuzioni; passò, cioè, per le vicende di ogni uomo che ha relazioni con gli amici e con la gente.
Non diciamo che, essendo Dio, soffriva meno. Dato che era Dio e uomo nello stesso tempo, dotato di una squisita sensibilità sentiva più intensamente di noi le ingratitudini degli uomini da Lui redenti.

Madre Speranza sull’esempio di Cristo, va in cerca della pecorella perduta, si offre e soffre per la sua conversione, se ne prende cura. Il suo amore è un amore concreto, che si fa presente ai poveri, agli emarginati, ai peccatori, ai sacerdoti, alla gente semplice come ad alte personalità ecclesiastiche e civili.
Dal 1930 al 1940 fondò tredici case per bambini poveri. Dopo la guerra civile spagnola mise tutte le sue energie per soccorrere ed accogliere i bambini rimpatriati e gli orfani di guerra. In questi momenti di grandi sofferenze, in mezzo a difficoltà e paure per la stessa incolumità fisica, Madre Speranza incoraggiava le sue figlie:
«Il buon Gesú [...] veglia e veglierá per voi e per la Congregazione intera; però dovete essere madri, vere madri per questi bambini poveri e state sicure che Lui vi difenderà da ogni pericolo. State attente ad accudire questi poveri bambini nelle loro necessità come vere madri, dando loro quello di cui hanno bisogno prima di pensare a voi stesse». (El pan 20, 50).
Quando si trasferì a Roma, nel 1936, aprì la prima casa della Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso in uno dei quartieri più poveri della città. Ella stessa espresse al Card. Vicario, Marchetti Selvaggiani, il desiderio di andare nella zona dove abitavano il maggior numero di poveri. Nel collegio di Villa Certosa raccolse bambine orfane o abbandonate ed aiutò famiglie numerose e povere; nascose in una grotta, nei pressi dell’orto, i soldati fuggitivi senza guardare né nazionalità né credo politico, ma prendendosi cura di loro fino a quando poterono uscire senza pericolo per la loro vita. Anche i feriti trovarono sollievo e conforto dalle sue cure. Famiglie senza tetto trovarono alloggio e riparo. Alla fine della II guerra mondiale, aprì una mensa per sfamare la gente e gli operai del quartiere, arrivando a dar da mangiare a più di mille persone al giorno. La Sig.ra Vanda Coccioloni, segretaria della Conferenza di San Vincenzo De Paoli, afferma:
«Non potrò mai dimenticare ciò che avvenne nel Natale del 1944. Il parroco, Padre Vincenzo Clerici, mi disse che Madre Speranza intendeva offrire un pranzo ai poveri il giorno di Natale e che pertanto avessi distribuito circa 150 biglietti a coloro che dovevano intervenire. Il giorno di Natale, verso le 11, andai dalle suore e vidi una fila interminabile di persone. Tutta gente lacera, infreddolita e affamata. Entrai e vidi che Madre Speranza, mentre io e qualche suora eravamo preoccupa te, era invece molto tranquilla e serena. Nella stanza, presso la porta di ingresso, c’era la Madre con una grande pentola di pasta, un’altra pento la di sugo e un recipiente di formaggio grattugiato e pietanza. Non ricordo se ci fosse altro. Io prendevo i recipienti che mi davano i poveri e li presentavo a Madre Speranza che li riempiva abbondantemente. La distribuzione, iniziata verso mezzogiorno, durò fino verso le 3 del pomeriggio, quando erano andati via tutti, giacché non mangiavano lì, ma portavano il pranzo a casa per tutta la famiglia. Prima di andarmene, il parroco mi disse se mi ero accorta di niente. Io dissi di no, perché ero intenta solamente a servire. Ma il parroco, che era in piedi, accanto alla porta, mi disse che era rimasto sbalordito come i vari recipienti rimanessero sempre allo stesso livello, nonostante che la Madre attingesse continuamente ad essi».
Lo stile era sempre lo stesso: una attenzione premurosa e materna. Infatti agli operai che, lontano da casa, passavano molte ore lavorando e faticando, Madre Speranza preparava personalmente dei panini imbottiti, «spingendo forte perché ce ne entrasse di più». Diceva: «Questi uomini hanno bisogno di mangiare perché stanno tutto il giorno lavorando ed hanno una famiglia da mantenere».
A Collevalenza creò un grande complesso dove impiantò un laboratorio di maglieria per insegnare un mestiere alle ragazze che l’avessero voluto. Moltissime sono le ragazze che, sotto la guida della Serva di Dio, si guadagnavano dignitosamente di che vivere, facendo tesoro di un mestiere che sarebbe servito loro per l’avvenire.
«Madre Speranza seguiva tutto. Ci faceva delle raccomandazioni e ci diceva, fra l’altro, che quel lavoro sarebbe stato, un domani, molto utile per noi, perché lo avremmo potuto fare rimanendo in casa ed adempiendo ai nostri obblighi di madri di famiglia. Sia a me che a qualche altra, quando uscivamo, la Madre ci concedeva una macchina in uso». (Positio pp 390-400). Alla luce di questa sua identificazione con Gesù e con i poveri, si spiega il ritmo intenso con cui ha fondato le varie opere in Spagna, Italia, ecc. per accogliere i poveri e, secondo le sue possibilità, promuoverli come persone e figli di Dio. A venticinque anni dalla fondazione della Congregazione eam aveva aperto oltre 15 Case. "Siate madri dei poveri - esorta le sue figlie - ricordando che il cuore della mamma con facilità propende per il figlio più incapace e sventurato; sono per lui, di solito, le espressioni della premura e affetto più vero" (El pan 20, 202)". (Articolo della Rivista L’Amore Misericordioso - luglio 2013 di Madre Speranza Montecchiani eam).
" Chiedo al Buon Gesù che (le mie Figlie) compiano la loro missione, essendo il conforto degli afflitti e le madri dei poveri; che, estese per il mondo intero, diffondano il regno di Dio più con le opere e gli esempi che con le parole; e che, aiutate da Lui, possano innalzare in ogni luogo e in ogni tempo la bandiera con il motto "Tutto per Amore": cioè nulla per denaro, onore o interesse alcuno" (El pan 18, 865; Madre Speranza, Diario, Giovedì Santo 1943).
La Famiglia religiosa dell’Amore Misericordioso, oggi, seguendo lo spirito che ha animato Madre Speranza è presente in diverse parti del mondo con i suoi Figli, Ancelle e i Laici dell’Amore Misericordioso.
Maria, venerata dalla nostra Famiglia religiosa come Mediatrice di grazie, e Madre Speranza intercedano affinché il meraviglioso Progetto di Dio si compia fino in fondo, dando gloria al suo Amore......

L'importanza dell'Eucaristia:


Care figlie, che cos’è la vita dell’uomo? La vita dell’uomo è la cosa più effimera; un po’ di vapore che immediatamente svanisce; l’immagine di una nube improvvisamente disfatta dal più lieve alitare del vento. Eppure certamente la vita in se stessa non è disprezzabile, anzi nulla è più mirabile, mistico e prodigioso di questo modo di essere che, come muro insormontabile, separa i due regni: organico e inorganico, senza che gli sforzi della falsa scienza abbiano potuto distruggerlo. D’altra parte le investigazioni della vera scienza non hanno potuto spiegare che cosa è la vita.

È il gran problema della biologia, della filosofia e perfino, in certo modo, della teologia, dato che estende i suoi domini anche nella regione soprannaturale. Quante volte si nomina la vita nelle pagine della Sacra Scrittura?! Sempre si parla di vita, incominciando da Colui che ne è la fonte, che non solo la possiede ma è la vita stessa. E che cosa non si dice della vita, ora buona ora cattiva, felice o disgraziata?
Parliamo molto della vita del corpo e dell’anima. di quella temporale e di quella eterna. La vita in sé, nel suo genere e negli avvenimenti di cui si riveste, è varia e si può dire che l’uomo abbraccia tutti i generi ed è esposto a tutti gli eventi. L’uomo partecipa della vita di tutti i viventi, o meglio, possiede la vita nel modo più eccellente rispetto a tutti gli esseri della scala inferiore e nello stesso tempo si avvicina ai viventi della scala superiore. Se non la possiede per natura, per grazia emula nobilmente la vita degli angeli fino a partecipare della vita di Dio.
Se l’uomo in certo modo comunica la sua vita agli esseri inanimati, dando forma ed espressione vitale al marmo e al bronzo, ridendo con i fiori e conversando amichevolmente con gli animali, perché non potrebbe, anche e molto di più Colui che è vita per eccellenza comunicare la sua alla creatura razionale?
Intorno a questa comunicazione della vita divina ci istruisce chiaramente la S. Scrittura, e la fede cristiana ci insegna che Gesù, nostra vita, è venuto sulla terra per donarla all’uomo; non certo quella naturale che già possiede, bensì quella divina, piena e sovrabbondante, emanazione della stessa vita di Cristo, il quale è via, verità e vita. Della vita soprannaturale Gesù è principio e fonte, soprattutto nell’Eucaristia; da questa infatti scaturisce un torrente di vita soprannaturale divina.
Care figlie, ricordiamo che la vita generata da un principio interno e proprio, la vita che non ha limiti per intensità e durata, può essere solo un attributo della Divinità.
Soltanto Dio può affermare in tutta la sua portata questa parola "Vivi". E Gesù, vero Dio anche se vero uomo, ha detto: "Io vivo" e poi rivolto ai discepoli "Voi vivrete". Proprio in virtù di questa divina parola l’Apostolo poté affermare: "Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me". Tali preziose parole sono di una inimitabile sublimità; espressione della vita divina nell’uomo. Penso che da ciò vi sarà facile dedurre le caratteristiche principali della vita soprannaturale, cioè la sua eccellenza e fecondità, la sua origine, la sua natura divina e il velo di mistero che la copre.
Per comprendere l’eccellenza di questa vita superiore io credo che basti la considerazione che è la più alta e perfetta che può vivere una creatura razionale, essendo la più alta dal punto di vista intellettuale e la più perfetta dal punto di vista morale.
Che cos’è la vita intellettuale? Chiamiamo vita intellettuale l’attività dell’intelligenza rivolta alla conoscenza e all’acquisizione della verità. Così vive il saggio, il cui intelletto occupato sempre nella ricerca delle vie della luce, si muove con una attività sorprendente ricorrendo gli spazi infiniti delle relazioni tra gli esseri, senza consumarsi o deteriorarsi, così come il vivente organico, sempre più ricco e potente, sviluppa e perfeziona il suo essere.
Stupenda azione vitale è quella della conoscenza intellettuale che si realizza con la sola forza dell’intelligenza. Conoscere la verità non costituisce forse il vivere più sublime?! Ebbene, la vita divina nell’uomo è vita di fede: di fede vive il giusto. Quale grazia, figlie mie, vivere nella fede del nostro buon Gesù!
Vorrei che rifletteste bene sulle obiezioni che ora vi voglio fare: che cos’è la scienza naturale se paragonata alla fede? Quale valore hanno le sottili ed elaborate speculazioni di quella in paragone alle magnifiche e semplici rivelazioni di questa? Si è voluto far credere che la fede nella rivelazione soffoca e uccide l’attività intellettuale e la si è paragonata ad una pianta parassita che fa seccare l’albero del quale, nel suo abbraccio, succhia la linfa.
Nulla di più falso perché la fede, lungi dal soffocare le energie dell’intelletto, le ravviva e irrobustisce; anzi ancora di più, fornisce loro un alimento ricchissimo di sublimi verità, mettendo in evidenza Dio e i suoi attributi, l’anima e i suoi destini. Nella contemplazione e nello studio di questi l’uomo può impegnare tutta la ricchezza della sua ragione, senza arrivare ad esaurire la materia.
Figlie mie, meglio dei saggi, ci possono spiegare l’altezza e l’eccellenza della vita intellettuale i grandi contemplativi, le anime che sanno veramente amare. Queste, senza tanti studi, sono state trasportate, quali nuovi Elia, sul carro di fuoco dell’orazione soprannaturale fino alle altissime regioni dove giammai potrà salire l’uomo d’ingegno e accademico.
Ricordate che l’anima deificata dall’azione dello Spirito Santo arriva a conoscere cose tanto elevate e divine che non vi è modo né parola per poterle esprimere. Spero che con quanto si è detto avrete compreso un poco della sublimità di quella vita che Dio comunica all’intelligenza e che è la più elevata nel genere della vita intellettuale.
Care figlie, qual è la vita caratteristica dell’uomo, essere razionale e perfettibile? La vita chiamata morale. Vivere moralmente è muoversi, progredire, perfezionarsi nella virtù e nell’amore che si fa ogni giorno più ardente, e nella pratica della carità perché al di fuori della virtù non c’è vita degna di questo nome, bensì la vita animale dei sensi che porta l’uomo a vivere in seno alla corruzione, degradato dal vizio. Questa non è vita, è giacere in un sepolcro; è distruggersi nella putrefazione come un cadavere.
E quale virtù puramente umana, germogliata e sviluppatasi nel terreno della natura razionale, può eguagliare la carità, radice e fiore dell’albero soprannaturale? Ah, figlie mie, questa è la regina di tutte le virtù, la fonte degli atti più eroici, delle imprese più ardue e gloriose e dei sacrifici più sublimi: è la sorgente copiosa di eccelsa vitalità morale in un ordine molto più elevato di quello della natura. Ed è così alto il prezzo di questa virtù che senza di essa nulla valgono i doni più vantaggiosi.
La carità è il vincolo della perfezione ed è superiore ad ogni forza della volontà, perché soltanto da Dio promana direttamente, così come la grazia, essendo il primo frutto dello Spirito Santo. "La carità - dice San Giovanni - procede da Dio e colui che permane in essa permane in Dio e Dio in lui, perché Dio stesso è carità". Possedere la carità è vivere realmente e pienamente.
Consideriamo, figlie mie, che la fecondità è una proprietà della vita perché, come il bene, essa tende a comunicarsi, a dilatarsi. Se la fecondità è un attributo concesso alla vita animale e anche a quella vegetale, per quale motivo dovrebbe essere condannata ad una oltraggiosa sterilità la vita superiore dello spirito, o peggio la vita divina?
Per nessun motivo anzi al contrario non c’è nell’ordine dei viventi fecondità più prodigiosa di quella della vita soprannaturale, principio di meravigliosa e inesauribile creatività. Essa fa vivere tanti morti, ai quali trasmette la vita in virtù di un misterioso galvanismo: alla sua voce si alzano i cadaveri; al suo contatto riprendono forza i deboli; per il suo influsso guariscono gli infermi. Come la luce tende a riempire tutto lo spazio e con la sua presenza allontana le tenebre, così la vita soprannaturale, che è luce di fede e fiamma di carità, si espande in ogni parte della terra colmando di beni tutto l’universo.
Però questa vita, posta e sviluppata nell’uomo, non appartiene alla sua natura, non affonda le radici nel profondo del suo essere, come l’intelligenza, l’amore e la sensibilità. E’ vita a lui estranea, è un impulso ricevuto dall’esterno. Ebbene, da chi se non da Dio stesso? È la vita di Dio nell’intelligenza e nel cuore della sua creatura. Chiaramente lo affermano le seguenti parole: "Vivo, però non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me".
Figlie mie, per quanto straordinario e incredibile vi possa sembrare, questo è il carattere proprio della vita soprannaturale: trarre da Dio la propria origine, essere di natura divina. Lo dimostra l’Apostolo con queste ardite parole: "Per la grazia di Dio sono quel che sono", poi, non attribuendo nulla a sé, aggiunge: "Non io, ma la grazia di Dio in me" e "Non perché io sia da me stesso capace di pensare qualcosa di buono, ma perché questa capacità mi viene da Dio".
Così ci insegnano anche le seguenti parole rivolte a Nicodemo dal nostro dolce Gesù: "Se uno non nasce da acqua e dallo Spirito non può entrare nel regno di Dio". "Siete stati rigenerati - dice l’apostolo S. Pietro - non da un seme corruttibile, ma immortale, cioè dalla Parola di Dio", perché dice l’apostolo S. Giovanni: "A quanti l’hanno accolto, (il Verbo) ha dato il potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati". Questo è un nuovo nascere da Dio, un nuovo essere dell’uomo, un principio nuovo di vita, vita soprannaturale.
Ricordiamo che la carità ha la sua origine nella fede, come il calore deriva dalla luce, e la fede da Dio. La rivelazione, essendo un fatto divino, contingente e libero anche se imperiosamente richiesto dalle necessità morali dell’uomo, è al di là della portata della natura creata, è un dono della bontà di Dio che si degna, a beneficio della sua creatura, di alzare un poco il velo che copre i misteri del suo essere incomprensibile e ineffabile.
Pertanto, se la rivelazione è un fatto soprannaturale, lo sono anche la fede, la carità e la vita che deriva da queste due virtù divine. D’altra parte, come si può vedere Dio senza possedere gli occhi di Dio? Infatti, rispetto a quella infinita chiarezza gli occhi dell’intelletto umano sono tenebra e "le tenebre non lo compresero".
E come potremo amare Dio qual è in se stesso senza avere il cuore divinizzato? Come ci uniremo a Dio, essendo l’uomo un essere infinitamente distinto da Lui? Che cosa è l’uomo perché Dio stesso si ricordi di lui e lo visiti? Figlie mie, esclamiamo con il Profeta regale: "Che cos’è l’uomo perché te ne ricordi, un figlio d’uomo perché te ne curi?"; "Chi sono io - esclama Davide - per diventare figlio del Re?".
Non sarà temerario affermare che Dio stesso abita con l’uomo e per un mirabile e nuovo modo d’intervento, si conosce e si ama in modo che la conoscenza e l’amore siano atti derivanti da un principio complesso, divino e umano, non per unione ipostatica, che sarebbe un grave errore immaginarlo, ma per unione meramente accidentale?
Questa vita nascosta con Gesù in Dio è misteriosa, o mistica, e si può chiamarla anche morte perché colui che la vive è morto per il mondo e le creature e vive una vita celeste e divina. Coloro che vivono questa vita sono chiamati morti, mentre sono i veri vivi; al contrario quelli che vivono solamente una vita sensuale sono chiamati vivi e in realtà sono morti.
Gesù stesso ha detto: "Chi vuol salvare la propria vita è necessario che la perda", o con una morte effettiva quando lo esige il dovere, o con la mortificazione. Per appartenere a Gesù Cristo ed essere da Lui vivificate è necessario crocifiggere la carne con i suoi vizi e le sue concupiscenze. Ciò vuol dire che lo sviluppo di questa vitalità divina, essendo tanto vigoroso, debilita e quasi estingue l’altra vitalità, quella viziosa e inclinata al male, la quale, anche quando è volta ai beni inferiori, è incompatibile con quel soffio vitale di natura così elevata.
Tuttavia, non sembrano forse esseri morti coloro che Dio eleva miracolosamente al di sopra di se stessi nel rapimento della contemplazione? Ah, figlie mie, è difficile spiegare ciò che si prova in quella meravigliosa unione che produce immobilità, silenzio, sospensione delle potenze e dei sensi, morte mistica e vera vita. Benedetto silenzio nel quale parla Dio e tace la creatura! Felice sospensione che interrompe l’azione del corpo perché operi solamente lo spirito, e felice elevazione nella quale lo spirito esce da sé per innalzarsi all’unione con il divino!
La vita soprannaturale, che riceve forza sostanzialmente dallo spirito di Dio che la produce, l’alimenta e la fortifica, partecipa del carattere spirituale; è in buona parte invisibile e per quanto le sue manifestazioni esteriori siano a volte abbaglianti, come nella trasfigurazione di Gesù sul Tabor, normalmente si nasconde ai sensi, per cui risulta quella nota di interiorità e di intimità che ha tanto sapore di morte ed è in realtà un grande e profondo mistero.
Perciò tante anime non conoscono questa vita e vivono stordite dagli avvenimenti più o meno rumorosi della vita naturale, abbagliate dalle sue figure più o meno ingrandite e brillanti, mentre nel maggior numero delle anime la vita soprannaturale scorre soavemente nel silenzio dello spirito e nella solitudine del raccoglimento, come la delicata violetta nascosta nei boschi.
Per il mondo i vivi sono morti e i morti sono vivi; ma per noi, Ancelle dell’Amore Misericordioso, il mondo deve essere morto, o meglio, il mondo deve essere crocifisso e noi per lui.
Ricordiamo, figlie mie, che per conservare la vita eterna in noi è necessario mangiare la Carne e bere il Sangue del nostro dolce Gesù. Così affermò Egli stesso quando promise ai suoi discepoli l’istituzione di questo mirabile sacramento. E non può essere diversamente, dato che soltanto Dio è la fonte di questa vita e Gesù Cristo, Uomo Dio, è l’unico che può trasmetterla. Dove vogliamo trovare la pienezza della vita soprannaturale se non in Dio? Essa è partecipazione di quella divina. Tale vita sembrava destinata a diffondersi fuori di Dio tra gli uomini, come la luce, ma le tenebre avvolgevano l’uomo in un fitto velo e la luce era oppressa sotto il peso di quelle tenebre della natura umana, cieca rispetto alle cose divine. La caligine del peccato, ancor più densa, non lasciava vedere la luce.
Ma ecco che "il Verbo si fece carne per abitare fra noi". Questo avvenimento portentoso dissipò le tenebre con la presenza fisica di Dio sulla terra e a noi si manifestò e comunicò la vita. Tale fu l’effetto dell’Incarnazione. Per generazione divina la vita di Dio fu introdotta nell’uomo e di essa fu autore il Verbo, incarnato nel seno della Vergine Santissima.
Nella generazione temporale di Gesù è posto il segreto della nostra rigenerazione eterna, perché nascendo Egli dalla SS. Vergine, noi siamo nati da Dio. Prendendo il corpo umano Egli ci ha dato la sua divinità; e così l’Incarnazione, Dio fatto uomo, ci ha rivelato la possibilità e la realtà di questa comunione di vite, divina e umana, in un solo soggetto. In quell’Uomo, il Bambino Gesù nella grotta di Bethlem, riconosciamo la pienezza e gli attributi della Divinità, la vita di Dio in tutto il suo vigore.
Se la vita è attività, quel Bambino opera senza riposo. Egli dice: "L’eterno Padre agisce ed io con Lui". Possiede la stessa vita del Padre, la pienezza della vita, e di quella pienezza noi abbiamo partecipato e possono partecipare tutti gli uomini, di ogni secolo e razza, e anche gli stessi angeli.
Figlie mie, Gesù è il nuovo Adamo, prefigurato dal primo padre di tutti i viventi. Ogni pienezza tende a traboccare; pertanto possedendo Gesù la pienezza della vita divina, non poteva fare a meno di comunicarla a quanti fossero capaci di riceverla.
In tal modo diede potere di diventare figli di Dio a coloro che la ricevettero e il potere di essere figli di Dio equivale al diritto di acquistare la vita divina. Mi dice una di voi: "Madre, qual è la condizione essenziale e necessaria per acquistare quel diritto?". Non è altra, figlia mia, che riceverla. Per questo nell’Eucaristia la vita soprannaturale si comunica in modo sovrabbondante, perché in essa si riceve nel modo più perfetto.
Ricordiamo che Dio è glorificato sulla terra tanto come nel cielo. Per Gesù la vita nel sacramento del suo amore è vita di beatitudine, di carità eccellentissima verso gli uomini, ai quali si dona totalmente, anima e corpo, rinnovando incessantemente l’olocausto del Calvario. Ne deriva il fatto che quella vita così gloriosa in se stessa, sebbene di apparente umiliazione, sia così feconda di benedizioni per la Chiesa, principio di ogni grazia, e che da essa promanino originariamente la giustificazione per il peccatore e la santificazione del giusto.
È vita veramente soprannaturale perché per produrla è necessario che operi Dio con la sua onnipotenza, moltiplicando i miracoli dato che per quel fine deve essere sospeso il corso delle leggi naturali. E’ senza dubbio il maggiore di tutti i miracoli operati da Gesù.
Né fa minore meraviglia che sia quella una vita simile a morte, vita di incruenta immolazione. Il mondo non dimostra di riconoscere nell’Eucaristia il suo Dio, il suo Creatore, anzi al contrario lo bestemmia, lo oltraggia e lo copre di disprezzo. Tutto questo ci conferma che con l’Eucaristia confina la vita soprannaturale.

Numerosi sono gli uomini che vogliono la vita e la cercano con affanno, ma non pensano di volgere lo sguardo alla S. Eucaristia. E’ necessario che aprano gli occhi e vedano il torrente di vita eterna che scaturisce dall’altare e comprendano che l’Eucaristia è la fonte della vita felice, fonte inesauribile aperta nella roccia ferma e sicura che è Gesù Cristo. Figlie mie, non dimentichiamo mai che la vita temporale è molto fragile, effimera e colma di miserie, mentre la vita di Gesù è stabile, sublime, unica, immortale. Beato chi se ne appropria! Sventurato chi non vive la vita di Cristo! Figlie mie, la nostra vita sia giustizia, pietà, dedizione, sacrificio e carità; in una parola, viviamo in Dio e per Dio. (El pan 8, 494-535)

 IL SANTUARIO

È un ardito edificio moderno, semplice ma imponente e suggestivo, di una elevazione soprannaturale.L’entrata a tempietto, con intrecci nelle vetrate, suggerisce sentimenti di umiltà.
I rilievi a sghembo legano l’edificio in un ritmo unitario.
L’interno sale impetuosamente verso l’abside: è simbolo della nostra ascensione a Dio.
Il Crocifisso accoglie con le Sue grandi braccia spalancate, guarda serenamente ed esorta alla confidenza e alla fiducia. Parla di amore il rosso del preziosissimo rivestimento dell’abside: si tratta di padouck, un legno tropicale dalla calda tonalità.
La luce scende dai grandi occhi delle vetrate nude il cui disegno ripete il ritmo dell’edificio.
Il Crocifisso è una scultura lignea policroma, opera dell’artista Cullot Valera. È l’immagine che rappresenta Gesù Amore Misericordioso.La croce ricorda il sacrificio del calvario; l’ostia bianca il quotidiano rinnovamento di quel sacrificio sull’altare.
La croce è issata su un globo, il mondo, che sorregge anche una corona regale e un libro aperto, il vangelo. Sul libro c’è scritto: "Amatevi gli uni gli altri come Io vi ho amato" e sul cuscino che regge la corona c’è scritto: "Sei, o Cristo, il Re della gloria".
Gesù, l’Amore Misericordioso, vuol regnare sul mondo portandovi l’amore.
È caratteristica l’espressione del volto che trasfonde tanta serenità pur in mezzo a dolore e sofferenze.
Rappresenta Gesù ancora vivente in croce, con lo sguardo al cielo, come in atto di supplica al Padre: "Padre perdonali". Sul petto si scorge il cuore, rosso e sormontato da una scritta: Charitas.
Quanto devono essere stati forti i palpiti del suo amore per essere contento di soffrire fino a morirne!
Con le sue sofferenze offre una prova e una misura del suo grande amore.
Numerose fiammelle rendono l’atmosfera satura di misticismo. Il pellegrino, allontanandosi dal Crocifisso, vuol lasciare qualche cosa che esprima i battiti del suo cuore riconoscente.
Il pellegrino è attirato anche dall’imponente numero di ex-voti che ornano le pareti: sono attestati delle misericordie divine.
Sono grazie ricevute, sono simboli dei cuori dei beneficiati che vogliono essere perennemente grati al Signore.
Ogni mattonella è catalogata secondo un numero progressivo e in archivio vengono conservati i certificati medici e le dichiarazioni che giustificano l’ex-voto.
 Struttura del Santuario:

l tempio è formato nello spazio creato da due file di semplici cilindri leggermente
 distanziati gli uni dagli altri in modo da lasciare penetrare la luce, e coperti da una grande lastra in cemento armato che dà unità a tutto l’insieme.
Questi cilindri, tagliati verso l’interno per tutta la loro altezza, formano le Cappelle.
In una di queste Cappelle è esposto alla venerazione un Bambino Gesù dalle sembianze delicate.
Invita alla meditazione il pensiero che il nostro Dio si è fatto bimbo per amore nostro.
Al centro si apre il grande spazio della nave, sobrio, semplice, sereno, luminoso, ed al contempo raccolto. La luce penetra nella Chiesa come in un bosco, da tutti i lati; ha costituito nel progetto un elemento fondamentale quasi fosse un altro materiale, il materiale più prezioso: luce radente sui mattoni tra i cilindri che accentua le cavità e le ombre; luce tenue dall’alto delle Cappelle che ne esalta la verticalità; luce diffusa nella navata che penetra dalla grande croce del soffitto illuminando i fedeli e le cui braccia si estendono oltre la navata stessa; luce concentrata, intensa, sopra l’altare maggiore; luce vibrante; colorata e fugace dalle vetrate agli estremi del Tempio.
Nel punto focale della Chiesa il marmo bianco materializza quanto la moderna liturgia ha maggiormente evidenziato: l’altare, l’ambone, la cattedra, il tabernacolo inquadrati e valorizzati da un baldacchino di rame che ne accentua il carattere sacro.
L’Organo protende verso l’avanti un fascio di trombe di lucido rame...La zona inferiore è architettata a selle affiancate, di corte canne mozze, come di peltro.
Superiormente c’è invece come un blocco, un’armatura di lunghe canne di rame rosso, compatte ed affiancate come legione. Ne risulta la geometria di una fiamma, che divampa verso il soffitto, materiata in legno lucido e in metallo opaco... un "Gloria"... un "Osanna" a fondale del tempio.
È stato costruito dalla Ditta Tamburini di Crema.
Nella facciata principale lo spazio tra i due cilindri terminali è stato chiuso da una vela con maglie di cemento a forte rilievo valorizzata da un grande Crocifisso in blocchi di vetro opera del pittore Villalta.
Gli stessi cilindri portanti di tutto l’edificio, tagliati verso l’interno per tutta la loro altezza, danno luogo a quella serie di spazi concavo-convessi con forti effetti di chiaroscuro, che costituiscono le Cappelle.
Delle dodici cappelle una è stata adibita a cappella delle Confessioni. I confessionali sono sovrastati da una grande croce: dall’alto, attraverso la croce di Gesù, viene la salvezza per gli uomini.
Nei due ingressi, laterali al portone centrale, sotto un cono di luce, sono sistemate le due pile per l’acqua santa.
La pila che contiene l’acqua santa è di marmo bianco, ben levigata, in contrasto con la pietra che la sostiene che è grezza. È simbolo dell’anima purificata dalla Grazia di Dio.
Da una originale scala, ricavata in uno dei cilindri-portanti, si accede alla Cripta.
Una enorme lastra di cemento è posta sopra l’ingresso principale e si protrae all’esterno come una pensilina e all’interno forma la cantoria.
Il pellegrino che entra si sente come oppresso e schiacciato dalle sue pene, dalle sue preoccupazioni, dai suoi peccati, finché, entrato, non ha la sensazione di trovarsi nella Casa del Padre e respira l’ immensità del Tempio.
Le porte sono in rame sbalzato e riproducono disegni geometrici.

Come arrivare al Santuario

Collevalenza è in Umbria, in provincia di Perugia, a 6 Km. a sud di Todi, sulla strada che congiunge Todi a Foligno.A Collevalenza è possibile trovare alloggio presso la Casa del pellegrino, un edificio moderno, nelle immediate adiacenze del Santuario.
È collegata all’autostrada del sole con il casello di Orte per chi viene dal Sud e con il casello diValdichiana per chi viene dal Nord.
È collegata alle Ferrovie dello Stato con le Stazioni di Terni per il Sud e con la Stazione di Perugia Ponte San Giovanni per il Nord, mediante la Ferrovia Centrale Umbra S. Sepolcro-Terni; per Collevalenza conviene scendere alla Stazione di Todi Ponte Rio o alla Stazione di Massa Martana.
Servizi di pullman
Da Roma ogni giorno feriale parte un pullman per Collevalenza, dalla Stazione Tiburtina alle 8,15 e alle 16.
Da Perugia, Piazza Partigiani, ogni giorno feriale parte un pullman per Collevalenza alle ore 14,30.

I miracoli e gli attacchi del demonio


I fenomeni sovrannaturali che avvenivano a Collevalenza erano ampiamente conosciuti.
È necessario innanzitutto ricordare che Madre Speranza aveva le stimmate, le quali durante il periodo della Passione divenivano ben visibili a tutti.
Era solita sottoporsi a grandissime penitenze, sacrifici e privazioni: proprio in virtù del suo spirito caritatevole riceveva spesso visite dalle anime del Purgatorio, per le quali si dice non smettesse mai di pregare ed offrire Messe di suffragio.
Come molti altri santi nella storia, aveva un dono particolare: la bilocazione.
Un giorno Dio la inviò in bilocazione a quello che era l’attuale Pap chiese come fosse riuscita ad entrare, e la Madre rispose che l’aveva mandata il Signore per parlargli di alcuni fatti importantissimi.
Da allora il Papa fu molto vicino a Madre Speranza e le fece molte visite – tutto ciò è documentato.

Ella visse sempre in condizioni d’estrema povertà, ma Dio non le faceva mancare nulla di quanto fosse necessario per aiutare i bisognosi e realizzare le opere divine.
In molti, nel periodo in cui organizzava le mense per i poveri, videro venir fuori dalle pentole ove cucinava straordinariamente zuppa, cosciotti ed altre pietanze senza mai svuotarsi: eppure dentro la Madre vi aveva riposto una sola gallina da cucinare.
Lo stesso miracolo avveniva puntualmente ogni qualvolta vi era una somma da pagare per la costruzione degli elementi facenti parte il Santuario: Madre Speranza pregava con tutto il cuore il Signore di provvedere al pagamento poichè ella non disponeva di soldi, ed ecco
a, Pio XII: quest’ultimo stava del suo ufficio papale e, in un istante, si ritrovò di fronte la monaca. Sbalordito le che dal cielo piovevano banconote e sacchetti con monete.
L’allora scultore fu talmente tanto colpito da questo miracolo che non esitò a convertirsi all’istante.

Non mancavano naturalmente numerosi fenomeni d’estasi mistiche.
In una di queste occasioni ella addirittura ricevette una statuetta di Gesù bambino in ceramica direttamente dalla Vergine Maria, poichè la sera di quel Natale le suore e gli orfani della congregazione si ritrovavano a festeggiare la Natività senza nemmeno il bambinello del presepe.
È noto che Madre Speranza, per evidente ispirazione del Signore, chiese attorno al 1959 ai lavoratori di scavare nelle vicinanze del Santuario poichè le era stato rivelata la presenza d’una sorgente d’acqua. Dopo un iniziale scetticismo da parte degli addetti ai lavori, grande fu la meraviglia di trovare effettivamente un canale sotterraneo: oggi tale acqua è disponibile per i fedeli, trattasi di acqua miracolosa.
Di particolare rilevanza fu inoltre un’estasi avuta durante il funerale del Vescovo locale.
Ella lo vide salire dal Purgatorio verso il Paradiso, ricevendo tuttavia un ammonimento dall’anima in questione: “È passato così tanto tempo e non avete pregato abbastanza per me“.
Stupefatta da tali parole, rispose: “Ma, Eccellenza, lei è morto solamente ieri!“.
Questo episodo contribuisce di certo a farci comprendere quanto sia grande il “salto” temporale dopo la morte.

Eppure, come è noto, la vita dei santi non è solamente contornata da miracoli e gioie celesti.
Assieme alle visite di spiriti benevoli vi erano anche quelle di spiriti malevoli, in special modo la notte: non era raro udir provenire dalla sua camera orribili grida, grotteschi versi d’animali furiosi, rumori di catene ed una forte puzza di zolfo.
Il demonio era solito malmenarla con estrema violenza, sino ad arrivare persino a romperle le ossa e costringerla ad esser portata d’urgenza in ospedale la mattina successiva.
Ancora oggi sono conservati a Collevalenza i fogli ove la Madre scriveva i quali, come testimoni confermano, prendevano spontaneamente fuoco. Lo stesso avveniva con le coperte del suo letto.
Nonostante ciò, ella non mancava di chiamare Satana con appellativi derisori, esattamente come faceva San Pio:
 

Questa notte l’ho trascorsa angosciata poiché il “tignoso” non mi ha lasciato un momento in pace; sembra che si sia molto arrabbiato…

La preghiera senza consolazione e inascoltata
Scritti di Madre Speranza

Nulla è più dolce della consolazione nella preghiera. Chi è arrivato a gustare qualche volta quanto è dolce il Signore, facilmente pensa che sia valida solo la preghiera che si accompagna alle consolazioni. È un errore, perché ciò che conta non è quello che noi sperimentiamo nella preghiera, ma ciò che da essa Dio riceve, e spesso Dio riceve di più, quando a noi sembra di aver ricevuto di meno.
Non è difficile pregare con fervore quando si gode della consolazione. Ma continuare a pregare nella desolazione, glorifica il Signore; denota una fede solida, una ferma speranza, una carità fedele e vero amore. Ricordiamo che, per essere esaudite, le nostre domande devono sempre avere questa condizione: la maggior gloria di Dio. Non il piacere o il dolore delle creature, ma la gloria di Dio: a questo deve essere orientato tutto. Non la mia volontà, ma quella di Dio.
Molte volte, soprattutto quando siamo nella tribolazione, importuniamo il cielo con richieste che ci sembrano buone, ma inutilmente, perché il Signore vuole il sacrificio. Vuole che il cuore, anche se al limite della disperazione, si sottometta alla dura sorte che Egli gli presenta. Vuole che gli offriamo il profumo della perfetta rassegnazione e che ripetiamo tante volte: Dio mio, non la mia, ma la tua volontà.  Se desideriamo sinceramente pregare bene, guardiamo Gesù nell’orto degli ulivi. Ci presenta tutte le condizioni esterne necessarie ad una perfetta orazione. Si allontana anche dagli amici più intimi, per insegnarci che è necessario separarci dagli uomini se vogliamo parlare con Dio. Prega in silenziosa solitudine, per insegnarci che dobbiamo pregare lontano dal chiasso e dagli affari degli uomini. Gesù si pone in ginocchio, con le mani giunte in atteggiamento di profondo rispetto e compostezza. Le mani giunte indicano, in un certo senso, essere come schiavo legato di fronte a Dio. Inginocchiarsi è farsi piccoli, umili davanti a Dio. Prostrarsi a terra, è prendere la posizione della vittima che, disposta a ricevere il colpo mortale, dice: eccomi, fa’ di me quello che ti piace.
Come conservate la compostezza esteriore nella preghiera? Considerate che un contegno rispettoso è già preghiera. E’ espressione di fede e contribuisce a disporre lo spirito al raccoglimento, a suscitare e ravvivare la coscienza di stare alla presenza di Dio. Un contegno di profondo rispetto edifica gli altri e li invoglia a pregare. Dato che pregare è mendicare, l’atteggiamento umile e riverente del mendicante appoggia e sostiene la preghiera e la rende efficace per ottenere le grazie che chiede. La preghiera di Gesù nell’orto ha anche tutte le condizioni interiori essenziali per essere autentica: la fiducia filiale espressa con il dolce nome di “Padre”.Pur in un’amara sofferenza Dio non cessa di essere Padre, anche quando lascia pesare su di noi la sua mano, anche quando sembra averci abbandonato nell’oscurità e nella desolazione interiore. Chiamarlo ancora Padre in tali momenti, indica una sincera fiducia. L’obbedienza e il perfetto abbandono alla volontà di Dio: “Si compia, Dio mio, la tua volontà anche se mi fa molto soffrire. Si compia, Dio mio, la tua divina volontà anche se non la comprendo. Si compia, Dio mio la tua divina volontà anche quando non la vedo. Si compia la tua volontà in tutto e per tutto”. Soprattutto nella sofferenza dobbiamo essere molto osservanti nell’adempimento del nostro dovere ed avere ancora più mansuetudine.
Se tutto si presenta piano, senza ostacoli, e percorriamo una strada ben delineata, in situazioni gradite che rendono semplice la vita, tra lodi e onori che addolciscono i nostri doveri, è facile essere precisi nel compimento del dovere. Ma diventa molto difficile, quando per indisposizione del corpo o dell’anima, si perde il gusto di ciò che si deve fare e il dovere viene offuscato da ombre oscure. In tal caso è facile assecondare la tentazione di abbandonare tutto, soprattutto di trascurare la cura degli altri per preoccuparci solo dei nostri mali e dispensarci dagli obblighi che esige la nostra vocazione: carità, sacrificio, abnegazione e lavoro. Il Maestro ci dà l’esempio. Egli non solo si sacrifica e soffre per tutti, ma arriva a dare la vita, e lo fa senza alterarsi, nonostante la sua anima sia gravata dalla sofferenza interiore. Nonostante la debolezza, il tremore delle gambe e un’altissima febbre, tre volte torna dai suoi per avvisarli e premunirli, come buon Padre e Pastore delle loro anime.
E noi? Quando si soffre diventa difficile il compimento fedele e costante dei propri doveri, ma ancor più conservare la mansuetudine, la pazienza e la benignità. Le sofferenze del corpo e il turbamento interiore, infatti, scoraggiano l’anima, la caricano di eccitazione, la impressionano vivamente, la rendono elettrica, ferita e piagata, per cui qualsiasi rapporto con gli altri le procura forte agitazione. Come è facile che si avverta l’impulso di far pesare sugli altri gli effetti della propria amarezza, con violenti rimproveri, impazienze ed un continuo malumore.
Non è questo l’insegnamento di Gesù. Egli avvisa e rimprovera con gravità i discepoli, ma senza agitazione e senza parole pungenti che offendono, nonostante il loro comportamento sia totalmente contrario a quanto Egli ha loro insegnato e a mala pena scusabile. Ma il cuore mite e buono di Gesù, colmo di compassione per la loro debolezza, trova parole di scusa. Sebbene cadano per tre volte, li tratta come figli deboli e dice: “Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”.
Quante volte anche noi abbiamo riscontrato una simile debolezza perfino nelle persone migliori. Ciò che più mi fa soffrire e mi stupisce è vedere le mie figlie cadere nei medesimi errori, debolezze e miserie, nonostante tantissime esortazioni; e non è sempre facile mantenermi indulgente e benigna. Ci sono riuscita solo quando, nel mio dolore, ho fissato lo sguardo sul buon Gesù e ho visto che lui si è mostrato mite proprio quando la sua anima era più afflitta: nell’orto, nel cammino verso il Calvario e sulla croce.
(El pan 7, 553-569)

SANTO ROSARIO




 




Riflessioni  tratte  dagli   scritti
di Madre Speranza






IL SANTO ROSARIO MEDITATO
Riflessioni tratte dagli scritti di Madre Speranza

Canto: Inno a Maria Mediatrice

            Maria Mediatrice, ridonaci il tuo Figlio
            Il tuo Figlio dolcissimo, ridonaci Gesù.
Quelle braccia allargate verso il cielo,
quelle mani delicate che toccarono Gesù,
sono i gesti della Madre che c’invita alla preghiera.
            Maria Mediatrice…..
Se nel petto un bianco giglio ti fiorisce,
se dell’iride i colori sopraffanno la tempesta,
sono i segni che l’amore della Madre vincerà.
            Maria Mediatrice…..

MISTERI DELLA LUCE

            Questi misteri si possono chiamare, a titolo speciale, “misteri della luce”. In realtà è tutto il mistero di Cristo che è luce. Egli è la luce del mondo. Ma questa dimensione emerge particolarmente negli anni della vita pubblica, quando Egli annuncia il vangelo del Regno. Ognuno di questi misteri è rivelazione del Regno ormai giunto nella persona stessa di Gesù. (Cfr,RVM)

G. O Dio, vieni a salvarmi.
T. Signore, vieni presto in mio aiuto.
G. Gloria al Padre e al Figlio , e allo Spirito Santo.
T. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

1° Mistero
GESU’ E’ BATTEZZATO DA GIOVANNI

            Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio prediletto, in cui mi sono compiaciuto”. (Mc 1,14-15)

Canto: Spirito di Dio, consacrami

Dagli scritti di Madre Speranza
Il Battesimo ci rende figli, ad immagine di Gesù, Figlio prediletto.

            Figli, teniamo ben presente che Dio compie la parte principale nel nostro cammino verso la santità. Egli stesso viene ad abitare in noi e si dona a noi per santificarci.
            Affinché possiamo rivestirci del Buon Gesù, Egli ci dona un insieme di mezzi spirituali: la grazia abituale che, penetrando nell’intimo dell’anima, la trasforma a immagine e somiglianza di Dio; le virtù e i doni che perfezionano le facoltà e che, con l’aiuto della grazia attuale, abilitano a compiere atti soprannaturali, meritori di vita eterna. Ma questo non è bastato all’amore misericordioso di Dio: ci ha mandato il suo unico Figlio che, fattosi uomo come noi, viene ad essere il modello perfetto che ci guida nella pratica delle virtù, che conducono alla santità.
            Che cosa dobbiamo fare per essere luce per tutti coloro che ci avvicinano e per condurli a Dio? Essere santi. La santità colpisce profondamente, e chi la vede non può non ammirare e stimare una religione che sa infondere così solide virtù.
            Ricordare questo è senz’altro il mezzo più efficace per ispirare alle persone timide il coraggio di lottare contro la tirannia del mondo e per vincere il rispetto umano.
            Viviamo nel mondo senza essere del mondo, e chiediamo al Buon Gesù di concederci quello che Egli chiese all’Eterno Padre per i suoi discepoli: “Non toglierli dal mondo, ma proteggili dal male”.

Intenzione: Preghiamo questo mistero per i cristiani narcotizzati dalla tiepidezza.
(Le donne pregano la prima parte, gli uomini la seconda)
·         Padre nostro….
·         Ave Maria….  (10 volte)
·         Gloria al Padre….
·         Signore mio e Dio mio, la tua misericordia ci salvi,
      il tuo Amore Misericordioso ci liberi da ogni male.
·         L’eterno riposo…
·         Maria Regina della pace,                         prega per noi e per il mondo intero.
·         Madre Speranza,                                      intercedi per noi.

2° Mistero
A CANA, GESU’ CAMBIA L’ACQUA IN VINO

            La madre di Gesù gli disse: “Non hanno più vino”. E Gesù rispose: “Non è ancora giunta la mia ora”. La madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”. Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. (Cfr Gv 2,3 – 11)

Canto: Giovane donna


Dagli scritti di Madre Speranza

“Non hanno più vino”

            Dobbiamo essere convinti che la vita cristiana è una lotta e sentirci umiliati vedendo che siamo meno generosi per la conquista della santità rispetto a coloro che lottano per un premio terreno.
            Tuttavia non dobbiamo avvilirci. Ricorriamo alla santissima Vergine, Madre del Buon Gesù e Madre nostra. Pieni di fiducia chiediamole che ci aiuti e che ci sostenga con la sua grazia affinché non offendiamo più Dio con nessun peccato deliberato.
            Certo, la santissima Vergine è subordinata alla mediazione del Buon Gesù, nel senso che Lei non può ottenerci le grazie se non per mezzo del suo divin Figlio. Ma così la mediazione della Madre concorre a rendere sempre maggiore e più efficace il valore della mediazione di Gesù.
            Se desideriamo veramente progredire nella santità, amiamo e invochiamo Maria Mediatrice. E se vogliamo essere suoi veri devoti, dobbiamo deciderci a donarci completamente a Gesù e a Dio per mezzo di Lei.

Intenzione: Preghiamo questo mistero per la santificazione delle famiglie.

G. Madre santa, in molte case manca il vino della pace. Intercedi per loro, presso Gesù.
·         Ave Maria….
G. Madre casta, per molte coppie manca il vino della fedeltà. Intercedi …….
·         Ave Maria….
G. Madre dei viventi, in molte famiglie manca il vino del rispetto per la vita. Intercedi ……
·         Ave Maria….
G. Madre pia, in molte famiglie manca il vino della sincerità. Intercedi …….
·         Ave Maria….
G. Madre umile, in molte case manca il vino del dialogo. Intercedi ……
·         Ave Maria….
G. Madre mite e buona, molte famiglie sono traumatizzate dall’ira. Intercedi …...
·         Ave Maria….
G. Madre amabile, in molte famiglie manca il vino dell’affabilità. Intercedi ……
·         Ave Maria….
G. Salute degli infermi, molte famiglie abbandonano gli anziani e i malati. Intercedi …...
·         Ave Maria….
G. Donna del “Sì” a Dio, in molte case manca la fede e la preghiera. Intercedi …….
·         Ave Maria….
G. Regina del cielo e della terra, in molte case non ti conoscono e non ti amano. Intercedi ……
·         Ave Maria….

·         Gloria al Padre….
·         Signore mio e Dio mio, la tua misericordia ci salvi,
      il tuo Amore Misericordioso ci liberi da ogni male.
·         L’eterno riposo…
·         Maria Regina della pace,                         prega per noi e per il mondo intero.
·         Madre Speranza,                                      intercedi per noi.

3° Mistero
GESU’ ANNUNCIA IL REGNO DI DIO

            Gesù si recò in Galilea, predicando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al vangelo”. (Mc 1,14-15)

Canto: Credo in Te

Dagli scritti di Madre Speranza,
            In questi tempi in cui l’inferno lotta per togliere Gesù dal cuore dell’uomo, bisogna fare tutto il possibile affinché l’uomo conosca l’Amore Misericordioso di Gesù e veda in Lui un Padre pieno di bontà che arde d’amore per tutti, che si offre alla morte di croce per amore dell’uomo, perché questo possa vivere.
            Ricordiamo all’uomo e facciamo conoscere ai bambini quanto Gesù ha sofferto per redimerci. Facciamo tutto il possibile affinché l’uomo non veda in Lui un Padre desideroso di castigare, ma un Padre pieno di misericordia. Egli desidera che ci avviciniamo a Lui per perdonarci, Anche se fossimo i più grandi peccatori, non dobbiamo temere perché il suo Cuore misericordioso ci perdona e ci ama d’amore infinito.

Intenzione: preghiamo questo mistero per la santificazione dei sacerdoti.
(I bimbi dicono le parole dell’angelo, le donne le parole di Elisabetta,
gli uomini le parole della Chiesa)
B. Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
D. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
U. Santa Maria….                (10 volte)

·         Gloria al Padre….
·         Signore mio e Dio mio, la tua misericordia ci salvi,
      il tuo Amore Misericordioso ci liberi da ogni male.
·         L’eterno riposo…
·         Maria Regina della pace,                         prega per noi e per il mondo intero.
·         Madre Speranza,                                      intercedi per noi.

4° Mistero
GESU’ SI TRASFIGURA SUL TABOR

            Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse in disparte, su un alto monte. Mentre pregava fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Pietro disse a Gesù: “Signore, è bello per noi restare qui”. Una nube luminosa li avvolse, ed ecco una voce che diceva: “Questo è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo”. (Cfr Mt 17,1-5)

Canto: Re di gloria

Dagli scritti di Madre Speranza
            Gesù si trasfigurò sulla cima di un alto monte per indicarci che la conoscenza delle cose divine e il gusto della consolazione si ottengono soltanto ponendosi al di sopra del fasto del mondo. Dio si rivela all’anima nella solitudine interiore ed esteriore e non nel chiasso del mondo.
            Si trasfiguro dopo aver parlato agli apostoli della sua passione; in tal modo ci indica che la gloria viene dopo la sofferenza e dopo la mortificazione, accettate per amore di Gesù.
            Si trasfigurò mentre era in preghiera, perché questa, quando è perfetta e fatta con fervore, quando è più pratica che speculativa, cambia l’uomo.
            Gesù si trasfigurò in presenza di soli tre discepoli: Pietro, Giacomo e Giovanni, che lo seguivano con più fervore e che si distinguevano per le tre virtù che devono accompagnarci nella preghiera: fede viva in Pietro, speranza attiva in Giacomo, e carità ardente in Giovanni. (8,627.628)
            Chi ha provato il Tabor deve prepararsi al Getsemani.
            La partecipazione sia alla gloria del Buon Gesù sul monte, sia alla sua agonia nell’orto degli Ulivi è un favore speciale, riservato alle anime elette. Povero colui che non ha mai provato un’ora di Tabor! Se non ha fatto esperienza intima di “quanto è buono il Signore”, nella notte tenebrosa della tempesta gli mancherà la guida della stella radiosa. (7, 163.164)

Intenzione: Preghiamo questo mistero per la conversione dei peccatori.
(Gli uomini dicono la prima parte, gli uomini la seconda)

·         Padre nostro….
·         Ave Maria….  (10 volte)
·         Gloria al Padre….
·         Signore mio e Dio mio, la tua misericordia ci salvi,
      il tuo Amore Misericordioso ci liberi da ogni male.
·         L’eterno riposo…
·         Maria Regina della pace,                         prega per noi e per il mondo intero.
·         Madre Speranza,                                      intercedi per noi.

5° Mistero
GESU’ ISTITUISCE L’EUCARISTIA

            Gesù prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: “Prendete e mangiate; questo è il mio corpo che è dato per voi”…. Poi prese il calice dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue della nuova alleanza, versato per molti in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me”. (Cfr Mt 26,26-28; 1Cor 11 24-25)

Canto: Pane del cielo

Dagli scritti di Madre Speranza,
            Con l’Eucaristia spalanchiamo le porte dell’anima all’intimità con Dio, nostro Padre e nostro tutto. Egli ci aspetta continuamente per alimentare la nostra anima che, come il corpo, ha bisogno di nutrimento per restare in vita e in forze, per poter lavorare e lottare durante il viaggio terreno.
            Affinché la vita divina possa svilupparsi in noi, sono necessari il Corpo e il Sangue del Buon Gesù, la sua Anima e la sua Divinità, che ci trasformano in Lui, comunicandoci il suo modo di essere, i suoi sentimenti, le sue virtù, soprattutto il suo amore verso Dio e verso il prossimo.
            Dalla Comunione si attinge Gesù. Da essa si impara ad imitare il divino Maestro, a dimenticare e perdonare le offese e ad amare i nemici…….
            Stare senza Gesù è un vero inferno, stare con Lui è un dolce paradiso…..
            Dalla Comunione, come fiamme da un fuoco ardente, sgorgano queste parole: “Chi mi separerà dall’amore del mio Dio? Forse la tribolazione, la persecuzione, l’angustia, la spada? Niente!”. Infatti è proprio dell’amore divino rendere l’uomo magnanimo e forte, capace di mettere in fuga lo stesso Lucifero, e invincibile nella lotta contro i nemici di Dio.

Intenzione: Preghiamo questo mistero per ogni membro della famiglia Amore Misericordioso, perché faccia dell’Eucaristia il centro della sua vita.

(I consacrati dicono la prima parte, i LAM la seconda)

·         Padre nostro….
·         Ave Maria….  (10 volte)
·         Gloria al Padre….
·         Signore mio e Dio mio, la tua misericordia ci salvi,
      il tuo Amore Misericordioso ci liberi da ogni male.
·         L’eterno riposo…
·         Maria Regina della pace,                         prega per noi e per il mondo intero.
·         Madre Speranza,                                      intercedi per noi.

Canto: Salve Regina
litanie A maria mediatrice
(dagli scritti di Madre Speranza)

Dio Padre, ricco di misericordia                                            abbi pietà di noi
Gesù, Amore Misericordioso                                                            “
Spirito Santo, Amore del Padre e del Figlio                                     “

Maria, Mediatrice universale                                                 prega per noi
Maria, scelta tra tutte le donne                                                         “
Piena di grazia e di ogni virtù                                                           “
Vergine del sì coraggioso                                                                 “
Obbediente all'angelo, che ti parlava in nome di Dio                       “
Vergine, che hai concepito per opera dello Spirito Santo                “
Madre, che hai portato in grembo Gesù                                                       “
Madre, che ti sei presa cura di Lui con indicibile gioia                    “
Madre, che sei vissuta per trent'anni in intimità con Lui                  “
Madre, che hai sofferto in silenzio ai piedi della croce                    “
Madre, che hai sostenuto gli Apostoli                                              “
Madre, che hai gioito vedendo Gesù Risorto                                               “    
Vergine totalmente orientata a Gesù                                                “
Maria Mediatrice, nostro modello                                                    “
Maria, nostra fiducia                                                                         “
Mediatrice delle grazie del Buon Gesù                                            “
Mediatrice di riconciliazione tra tuo Figlio e il peccatore                 “
Mediatrice, che con insistenza materna ci raccomandi a Gesù         “
Mediatrice dei doni divini                                                                “
Mediatrice di chi invoca tuo Figlio                                                   “
Mediatrice, che intercedi per noi                                                      “
Madre dell’umanità                                                                          “
Madre, che ci hai donato Gesù                                                         “
Madre umile e semplice                                                                    “
Madre, che hai un cuore di misericordia                                           “
Madre sempre in cerca di noi                                                            “
Madre, che implori misericordia per ogni bisognoso            “
Madre, che ci aiuti a vivere con il cuore nel Buon Gesù                  “
Madre, che ci aiuti a progredire nella santità                                    “
Madre, che ci accogli sempre anche dopo averti offeso                   “
Madre, che ti muovi a compassione delle nostre pene                      “
Madre, che ci accogli nell’ora della prova                                        “
Madre, che ci prepari alla felicità suprema                                       “
Madre, che sempre ci accompagni                                                    “
Difesa dalle seduzioni delle creature                                                “
Aiuto per vivere in questo esilio senza contaminarci                        “
Aiuto contro le tentazioni                                                                 “
Aiuto per fuggire il peccato                                                              “
Rifugio di chi è pentito                                                                     “
Guida nei sentieri dei comandamenti                                                           “
Forza per dire sì al Signore                                                               “
Cooperatrice della redenzione                                                          “

Gesù crocifisso e risorto, che sei il culmine dell'amore verso il Padre,
- perdonaci, Signore
Gesù crocifìsso e risorto, che sei il culmine dell'amore verso di noi,
- esaudiscici, Signore
Gesù crocifisso e risorto, che sei il culmine dell'amore del Padre verso di noi,
- abbi pietà di noi
Prega per noi, o Madre, Maria Mediatrice,
- affinché siamo degni delle promesse di Cristo

PREGHIERA COMUNITARIA
            Gesù mio, tu che sei fonte di vita, dammi da bere l’acqua viva che sgorga da te stesso, perché, gustando di te, non abbia più sete che di te. Annegami tutto nell’abisso del tuo amore e della tua misericordia e rinnovami col tuo preziosissimo sangue, con il quale mi hai riscattato. Amen.

Secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, per l’acquisto delle indulgenze:
·         Padre nostro….
·         Ave Maria…
·         Gloria al Padre…

ATTO DI AFFIDAMENTO A MARIA MEDIATRICE

Madre di Gesù e Madre nostra, Mediatrice di grazia e di perdono,
 siamo qui ai tuoi piedi i Laici dell’Amore Misericordioso,
per professarti il nostro amore filiale e per affidare alla tua protezione
la nostra vita,
la nostra famiglia,
i nostri gruppi,
 l’intera Famiglia dell’Amore Misericordioso.
Tu conosci le insidie che il grande nemico di Gesù e il mondo corrotto,
tendono a noi e ai nostri figli.
Ti chiediamo di vigilare con premura materna, perché non cadiamo nel peccato.
Con la tua mediazione materna, ottienici misericordia per le nostre infedeltà,
grazia per accogliere con sempre maggiore entusiasmo
la vocazione santa che abbiamo ricevuto
e aiutaci a testimoniare, con la vita e con le parole, la nostra appartenenza
alla Famiglia dell’Amore Misericordioso,
che Gesù ha voluto istituire in questi tempi difficili e di lotta per la Chiesa.
Madre santa, rendici forti contro le tentazioni,
allontana da noi, dalla Chiesa e dal mondo i pericoli che ci minacciano.
Trattieni, con la tua determinazione pietosa, la mano della Giustizia divina
e chiedi a Gesù che dilati le braccia della sua misericordia,
per poter accogliere le tante pecorelle smarrite, abbandonate da pastori mercenari,
alla mercè dei lupi rapaci, che scorrazzano per il mondo.
Il tuo piede verginale, schiacci la testa del serpente infernale,
perché sul nostro mondo compaia l’arcobaleno della Nuova Alleanza,
che ci ridoni, nel perdono, l’amicizia divina.
Noi, Laici dell’Amore Misericordioso,
vogliamo unire le nostre suppliche e i nostri sacrifici ai tuoi, Madre nostra dolcissima,
perché si spengano tutti i focolai di guerra e nel mondo torni la pace.
Chiudi nel tuo Cuore materno le nostre menti, i nostri cuori, i nostri corpi.
Liberaci dal “maligno”, custodiscici nell’Amore,
presentaci a Gesù, come primizia della tua vittoria contro il male.
Amen.

INVOCAZIONE DELLA BENEDIZIONE DIVINA

Ci benedica l’Onnipotenza del Padre;
ci benedica, o Buon Gesù, la tua sapienza,
ci dia la sua benedizione la benignissima Carità dello Spirito Santo
e ci custodisca per la vita eterna.
Amen

Canto finale: Santa Maria del cammino



SUPPLICA ALLA NOSTRA MADRE MARIA MEDIATRICE

Madre mia. Tu che stai continuamente con le braccia aperte
implorando dal Tuo Divin Figlio la sua misericordia e compassione per ogni bisognoso,
chiedigli che mi dia il suo santo amore, il santo timore e la sua santa grazia,
e che giammai commetta il peccato mortale.
Chiedigli che mi tolga la vita prima che arrivi ad offenderlo.
Ottienimi, Madre mia, la grazia di avere verso il buon Gesù
l'amore e la fiducia che hanno avuto le anime sante,
e che aumenti in me a Fede, la Speranza e la Carità,
e Tu. Madre mia, insegnami a far sempre la sua divina volontà.
Benedici, Vergine santa, la mia famiglia e liberala da ogni male.
Aiuta i poveri agonizzanti e chiedi al Tuo divin Figlio che li perdoni
E li liberi dal tormento dell'inferno.
Intercedi, Madre mia, presso il Tuo divin Figlio, perché si plachi la sua ira,
la sua giustizia ed il suo rigore, e perchè liberi il mondo intero
dal grande castigo che tutti abbiamo meritato.
Prega, Madre mia, per la nostra amata Patria e liberala dai mali che la minacciano.
Sconvolgi i piani dei suoi nemici, che sono i nemici di Gesù.
Ti chiedo infine. Madre mia, di spandere sulle nostre anime
i raggi luminosi della misericordia del buon Gesù
e di essere vicina a me in nitri i pericoli della mia vita.
Amen.
(Tre. Ave Maria. Gloria Patri)
         Con approvazione ecclesiastica

COLLEVALENZA SANTUARIO DELL'AMORE MISERICORDIOSO