lunedì 7 marzo 2016

Preghiera

Pensieri di Madre Speranza

MISTERI DEL ROSARIO MEDITATI PER LA FAMIGLIA  
MISTERI DELLA GIOIA (Lunedì, Sabato) 
Ave Maria, Figlia prediletta dal Padre Eterno; Ave Maria, Madre ammirevole del Figlio;
Ave Maria, Sposa fedelissima dello Spirito Santo... Che la luce della tua fede dissipi le tenebre del mio. spirito; che la tua profonda umiltà prenda il posto del mio orgoglio; che la tua sublime contemplazione fermi le distrazioni della mia vagabonda immaginazione; che la tua visione continua di Dio riempia la mia memoria della sua presenza; che l'incendio di carità del tuo cuore divampi e accenda il poco fervore e la freddezza del mio; che le tu virtù prendano il posto dei miei peccati; che i tuoi meriti mi siano di ornamento e integrazione davanti a Dio.
E infine, mia carissima e diletta Madre, fa', se è possibile, che io non abbia altro spirito che il tuo per conoscere Gesù Cristo e la sua divina volontà; che non abbia altra anima che la tua per lodare e glorificare il Signore; che non abbia altro cuore che il tuo per amare Dio di un amore puro e ardente come te.

1° MISTERO DELLA GIOIA: L'annunciazione dell'Angelo a Maria Vergine
O Maria, Vergine in ascolto, tu sei la piena di grazia tu sei l'umile serva del Signore.
Tu liberamente hai detto il tuo sì all'annuncio dell'angelo e sei diventata madre del Figlio di Dio fatto uomo. Insegnaci a dire sempre sì al Signore anche quando ci costa.

MEDITAZIONE SUL MISTERO
O Maria! Dio è entra­to nella Tua vita con il Suo progetto speciale. E Tu, come umile Sua serva, gli hai generosamente aperto le porte del Tuo cuore. Il Tuo esempio mi sprona a volgermi anch'io verso il Signore per dir­gli: "Vieni, Signore! Vieni, la mia anima Ti attende con entusiasmo e il mio cuore è pronto a riceverti. Vieni nei miei sogni e nei miei progetti, nelle mie speranze e nelle mie paure. Entra nella mia vita, e sarò Tuo servo per tutta la vita. So di non essere degno che Tu entri in me, ma so che anche Tu ami i peccatori e che li cerchi continua­mente. Perciò, Signore, entra nelle mie tenebre, nelle mie angosce e nelle mie sofferenze. Entra là da dove eri stato cacciato col pec­cato. Entra anche in quegli angoli della mia vita in cui ho amato più la mia volontà che la Tua".
Maria, conducimi tu, dirigi i miei passi.

Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria al Padre


2° MISTERO DELLA GIOIA: La visita di Maria Vergine a Santa Elisabetta
Tu Maria, madre del Signore portando Gesù che in te ha preso vita vai a visitare con gioiosa premura l'anziana cugina Elisabetta per metterti al suo servizio. Al tuo saluto il figlio di lei è santificato dalla presenza del Salvatore.
Insegnaci, Madre di Dio, ad annunziare e a portare sempre Gesù agli altri.

MEDITAZIONE SUL MISTERO

Tu o Maria, ti sei recata in visita dalla tua parente Elisabetta. Lei ti ha chiamato "Benedetta tu fra le donne" e Tu hai risposto con gioia: "L' anima mia magnifica il Signore". Poi avete prega­to insieme. O Maria, fa' che attraverso la Tua raccomandazione entri la gioia nelle nostra famiglia e che tutti insieme Ti salutia­mo e Ti accogliamo festosi. Aiutaci affinché possiamo gioire gli uni per gli altri, i genitori per i figli come i figli per i genitori, i giovani per gli anziani come gli anziani per i giovani, i sani per i malati come i malati per i sani.
Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria al Padre

3° MISTERO DELLA GIOIA: La nascita di Gesù nella grotta di Betlemme
O Maria, madre sempre vergine, nella povertà di una grotta hai dato alla luce Gesù venuto al mondo per la nostra salvezza. Tu adori come Figlio di Dio Colui che hai generato. Guidaci sulla via di una fede viva in Gesù nostro Signore e Salvatore.

MEDITAZIONE SUL MISTERO

O Maria, Tu hai accettato con gioia Gesù a Betlemme come Tuo figlio. Ti ringraziamo. Si udivano gli angeli cantare: Gloria a Dio nell'altro dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. O Maria, aiutaci ed insegnaci ad accettare la vita come regalo. Fa' che i genitori si rallegrino con i loro figli e li accetti­no con l'amore come il regalo più grande, fa' che i bambini rispon­dano con questo stesso amore, che ciascuno sia un uomo di buo­na volontà, che ogni famiglia sia il centro della vita, della gioia e dell'amore. Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria al Padre

4° MISTERO DELLA GIOIA: La presentazione di Gesù al tempio
Tu, o Maria, serva del Signore nel tempio insieme a Giuseppe hai offerto al Padre Gesù, agnello immacolato: è una donazione totale    che troverà il compimento ai piedi della croce. Insegnaci, o Madre, ad accettarei sacrifici necessari per camminare sulla via della salvezza.

MEDITAZIONE SUL MISTERO

O Maria! Ti seguo mentre stai offrendo al Padre celeste il Tuo Figlio primogenito, perché per mezzo di Lui si realizzi la salvez­za. Nel presentarlo, avrai certamente detto: "Eccoti o Dio, il mio Figlio; Egli è il frutto del mio seno, ma appartiene a Te come anch'io Ti voglio sempre appartenere". Con Te, o Maria, ci sono anch'io nel tempio davanti al Signore, e sul Tuo esempio gli faccio l'offerta di me stesso. Tutto ho ricevuto e tutto Gli dono. Non voglio rite­nere nulla per me, né davanti a Dio né davanti agli uomini. Voglio pregare per tutti coloro che vivono nella difficoltà. Aiuta tutti, illu­mina tutti. Mamma, Ti prego per tutti i genitori, perché siano sem­pre solleciti nel portare i figli a Gesù, al Padre, nel portare e man­tenere i figli nella Chiesa, nell'unione con Dio, nella fede. Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria al Padre

5° MISTERO DELLA GIOIA: Il ritrovamento di Gesù fra i dottori
O Maria, Vergine del silenzio, tu esulti di gioia nel ritrovare Gesù nel tempio e adori il mistero del Figlio di Dio Creatore che a Nazaret vive obbediente alle sue creature.
Insegnaci a ricercare sempre Gesù e a vivere nella sua obbedienza.

MEDITAZIONE SUL MISTERO

Maria e Giuseppe non avevano la gioia e la pace, non potevano dormire perché mancava loro il Figlio. Signore, desidero pregare per i genitori che hanno perso i figli. Desidero pregare perché trovino i figli, perché i figli trovino la famiglia cristiana che hanno perso, per trovare Te, Gesù che hanno perso, per trovare la preghiera che han­no perso. Gesù, metti il desiderio nei cuori di tutte le mamme per cer­care i figli fino a trovarli, per cercare i figli che si sono persi nella droga, nell'alcool, nell'ateismo, nel sesso, sulla strada, che si sono allontanati dalla Chiesa, che non sono col Padre, coi genitori.
Signore, siamo molto tentati; molte famiglie soffrono e non han­no la pace. Ti prego per la pace, per trovarti, o Gesù. Consola i geni­tori, cambia i cuori perché i genitori seguano la Tua strada, seguano i Tuoi comandamenti, la Tua voce, la Tua Parola, aiutaci Signore. Padre nostro, 10 Ave Maria, Gloria al Padre

MEDITAZIONI

Essendo un allenamento a vivere bene, la Quaresima ci insegna l'atteggiamento adeguato da assumere dinanzi agli eventi che odorano di morte, come quello in cui si è imbattuto il "funzionario del re". Abbiamo anche noi un "figlio" che "sta per morire". E' a "Cafarnao", la Patria di Gesù che lo aveva rifiutato. Per questo sta per morire. Come "il figlio" di Dio che è in noi, in agonia perché non abbiamo accolto il Signore nella nostra vita, che non abbiamo voluto lasciare che fosse, sino in fondo, la sua. Forse siamo nella Chiesa, eppure proprio la prossimità con Gesù ci ha fatto scivolare in un rapporto superficiale con Lui. Ci siamo abituati al suo amore, non ci stupiamo più per le Grazie con le quali ci accompagna istante dopo istante. Le liturgie, la Parola di Dio, lo straordinario miracolo della luce di Pasqua che illumina la vita, la possibilità di essere perdonati e ricominciare, tutto è divenuto scontato, come un rumore di sottofondo della vita. Per questo non abbiamo saputo discernere i sintomi della malattia che aggrediva il "figlio" somigliante a Dio, capace di amare e donarsi: disattenzioni ai bisogni della moglie, piccoli egoismi nei confronti del marito, insofferenza crescente agli atteggiamenti lunatici dei figli, giudizi che covano da tempo, chiacchiere alle spalle dei fratelli, "constatazioni" per carità, mica pregiudizi; e poi accidia nella preghiera, attaccamento al denaro, e quel sottile e pernicioso senso di frustrazione accolto e coccolato, sino a farci sentire incompresi dal mondo intero. Il demonio, subdolamente, si è infilato nei pertugi lasciati incustoditi dalla superficialità della routine con cui viviamo la relazione con Cristo, e così ci ha chiusi lentamente nella prigione dell'orgoglio. E ora è ira travolgente a ogni inconveniente, parole pesanti in risposta alle incomprensioni del coniuge, chiusura netta a ogni richiesta dei figli, avarizia nevrotica, rancori verso chiunque. Il "figlio" ha perso le sembianze del Padre, no possiamo amare salendo sulla Croce che la storia ci presenta. Sì, guarda bene, e vedrai che stai morendo anche tu in quel giudizio. Ma Gesù, in questo tempo di Grazia, torna "di nuovo" a "Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino", scende cioè ancora nella nostra vita per riaccendere la memoria degli inizi, dei primi "segni" che hanno cambiato la nostra vita grigia in gioia; quando abbiamo ascoltato e accolto la sua Parola sperimentandone il potere rigenerante. Torna per guarirci, compiendo in noi "quello che ha fatto a Gerusalemme", ovvero purificarci scacciando venditori e cambiavalute dal nostro cuore, per ricostruire in noi il suo Tempio e fare Pasqua con noi.
Accorriamo allora, a "chiedergli" di "scendere" nei nostri peccati. E' vero, siamo ancora molto capricciosi, la nostra fede è infantile e per "credere" abbiamo ancora bisogno di "vedere segni e prodigi". Ma Gesù ci conosce, e, come già alle nozze, si lascia di nuovo strappare il suo potere, per condurci alla fede adulta. Per questo, con misericordia infinita, ci annuncia ancora la sua Parola, offrendoci un "secondo segno" per convertirci e credere: Lui oggi resuscita in noi l'amore del Figlio di Dio! Confessati, vai all'eucarestia, mettiti in ginocchio e prega e supplica. "Ascolta" la Parola di Gesù che la Chiesa ti predica; e "obbedisci", "mettiti in cammino" come il "funzionario del re", per andare a sperimentare che è vera e compie ciò che annuncia. Scendi in questa Quaresima la scala dell'umiltà che conduce alle acque del battesimo. Ci attende una notte da attraversare, e in essa trepidazione, speranza, desiderio, stanchezza, scoramento, per incontrare finalmente la luce della resurrezione, la vita nuova in Cristo. Ci è dato un tempo, come quello nel quale il Signore aveva inviato quel padre: ogni giorno della nostra vita, sulla cui soglia Gesù ci accoglie per inviarci nella vita a crescere nella fede sperimentando il potere della sua Parola: "Và, tuo figlio vive". Vive e saprà perdonare. Vive e si offrirà sul letto della malattia. Vive e si aprirà alla vita. Vive e si umilierà accettando i limiti della vecchiaia. Vive e amerà, passando con Cristo dalla morte alla vita. Ogni giorno è un appuntamento al quale siamo invitati per riconoscere che, "proprio nell'istante" in cui ci è stata annunciata e abbiamo obbedito, la Parola aveva "già" operato il prodigio. La fede adulta che vince il mondo e accompagna ad essa anche la nostra "famiglia" è quella che spera contro ogni speranza. "Andiamo" allora appoggiati alla Parola di Gesù, per guarire il "figlio" che è in noi, ma anche i nostri "figli" nella carne, perché la loro fede dipende dalla nostra conversione. Prega per loro e vedrai con gli occhi soprannaturali che proprio mentre ti stavi rivolgendo a Cristo, tuo figlio ha cominciato a tornare in sé, anche se esteriormente stava conducendo la solita vita. Questa è la fede adulta, che è come un trapano che perfora la carne i suoi criteri, illuminando la ragione. La fede che si sperimenta empiricamente, "orologio alla mano", perché Dio è puntuale offrendoci i "segni" di vita nella morte che solo la fede sa discernere, per schiudere al mondo la speranza del Cielo.

Dal Vangelo secondo Giovanni, 4,43-54


In quel tempo, Gesù partì dalla Samaria per andare in Galilea. Ma egli stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria. Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia, poiché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire. Gesù gli disse: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete”. Ma il funzionario del re insistette: “Signore, scendi prima che il mio bambino muoia”. Gesù gli risponde: “Va’, tuo figlio vive”. Quell’uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: “Tuo figlio vive!”. S’informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: “Ieri, un’ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato”. Il padre riconobbe che proprio in quell’ora Gesù gli aveva detto: “Tuo figlio vive”, e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea in Galilea.