giovedì 10 settembre 2015

Preghiera per ottenere grazie per intercessione della venerabile Speranza di Gesù.


Padre di misericordia e Dio di ogni consolazione, ti ringraziamo del richiamo al tuo Amore Misericordioso offertoci nella vita e nella parola della Madre Speranza di Gesù. Donaci la sua stessa confidenza nel tuo amore paterno, e se è nei tuoi disegni darle la gloria che riservi a chi è fedele al tuo Spirito e rivela al mondo la bontà di Gesù, per sua intercessione, concedi la grazia
(chiedere la grazia che si desidera ottenere per intercessione di Madre Speranza)
Te la chiediamo contando sull’aiuto di Maria, Mediatrice di quella misericordia che vogliamo cantare in eterno. Amen.


Padre Nostro,
che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo Regno
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri debiti,
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.


Ave Maria,
piena di grazia,
il Signore è con te,
tu sei benedetta fra le donne
e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen.


Gloria al Padre,
al Figlio
e allo Spirito Santo,
come era nel principio,
ora e sempre
nei secoli,
nei secoli.
Amen.


Fu proprio in questo periodo che Gesù le richiese espressamente la costruzione d’un Santuario dedicato all’Amore Misericordioso.
Ciò fu percepito da Madre Speranza la sua ultima “missione” o, meglio, “la sua missione”, la sua opera definitiva.
Desiderosa di realizzare quest’opera nel più breve tempo possibile, il 18 agosto 1951 si reca nel luogo indicatole dal Signore: un piccolo borgo medievale nelle colline umbre, Collevalenza.
Nei disegni di Dio Collevalenza, che fino allora aveva attirato gente esclusivamente con le sue feste di paese, d’ora in poi sarebbe dovuta divenire il “centro” della Misericordia, il luogo dove il Creatore richiama a Sé le anime: i peccatori, i bisognosi, i Suoi figli.
Del Santuario fu dunque costruita nel 1955 la Cappella dell’Amore Misericordioso, poi il grande afflusso dei pellegrini in continuo progressivo aumento rese necessaria la realizzazione del nuovo Tempio che il 31 ottobre 1965 fu consacrato da Monsignor Fustella, allora Vescovo locale, e solennemente inaugurato da Sua Eminenza il Cardinale Ottaviani con altri 62 Vescovi.
 
Sin dai primi anni di vita religiosa Madre Speranza sperimentò in prima persona pesanti dolori fisici – in genere in occasione delle festività pasquali – che non di rado sfociavano in eventi soprannaturali, attirando di conseguenza le attenzioni delle Madri Claretiane e dei Padri Claretiani.
Fedele alla grazia di Dio, coltivò la sua formazione umana e spirituale e, facendo una continua e sofferta opera di discernimento, avanzò in mezzo a molte tribolazioni, che l’aiutarono a capire che Dio la chiamava alla missione di fondare un nuovo ordine e far conoscere il Signore “non come Padre sdegnato per le ingratitudini dei suoi figli, ma come un Padre buono che cerca con ogni mezzo di confortare, aiutare e far felici i propri figli; che li segue e li cerca con amore instancabile, come se non potesse essere felice senza di loro“.
Nel 1929 inoltrò a Roma la domanda di separazione dall’Istituto al quale apparteneva, appoggiata per altro dallo stesso Vescovo, scatenando tuttavia numerose difficoltà all’interno delle Claretiane che, in quella petizione, vedevano una minaccia all’integrità dell’Istituto.
A seguito d’un increscioso episodio, ella fu dichiarata apostata e trattata come tale. Questa, ascoltato il parere di Padre Francisco Naval, visto il violento evolversi della situazione, decise di chiedere la dispensa dai voti.

Nella povertà più assoluta, la notte di Natale del 1930 fondò in forma privata la nuova fondazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso. Non potendo fondare una Congregazione religiosa, il 14 gennaio, Madre Speranza chiese ed ottenne l’iscrizione nel Registro Civile, con il nome di “Asociación de Esclavas del Amor Misericordioso“.
Solamente il 6 gennaio 1935 l’Associazione fu accolta dal Vescovo di Vitoria, Dr. Mateo Múgica, che la eresse a Congregazione di diritto diocesano.
Trasferitasi a Roma nel 1941, negli anni di guerra si prodigò in ogni modo per accogliere rifugiati politici, nascondere ed assitere nei sotterranei della casa soldati fuggiti dal fronte, si preoccupò di dar da mangiare a chi non aveva niente. Fidando della Provvidenza, aprì una mensa dove arrivò ad accogliere oltre mille persone al giorno.
 

I miracoli e gli attacchi del demonio

I fenomeni sovrannaturali che avvenivano a Collevalenza erano ampiamente conosciuti.
È necessario innanzitutto ricordare che Madre Speranza aveva le stimmate, le quali durante il periodo della Passione divenivano ben visibili a tutti.
Era solita sottoporsi a grandissime penitenze, sacrifici e privazioni: proprio in virtù del suo spirito caritatevole riceveva spesso visite dalle anime del Purgatorio, per le quali si dice non smettesse mai di pregare ed offrire Messe di suffragio.
Come molti altri santi nella storia, aveva un dono particolare: la bilocazione.
Un giorno Dio la inviò in bilocazione a quello che era l’attuale Papa, Pio XII: quest’ultimo stava del suo ufficio papale e, in un istante, si ritrovò di fronte la monaca. Sbalordito le chiese come fosse riuscita ad entrare, e la Madre rispose che l’aveva mandata il Signore per parlargli di alcuni fatti importantissimi.
Da allora il Papa fu molto vicino a Madre Speranza e le fece molte visite – tutto ciò è documentato.

Ella visse sempre in condizioni d’estrema povertà, ma Dio non le faceva mancare nulla di quanto fosse necessario per aiutare i bisognosi e realizzare le opere divine.
In molti, nel periodo in cui organizzava le mense per i poveri, videro venir fuori dalle pentole ove cucinava straordinariamente zuppa, cosciotti ed altre pietanze senza mai svuotarsi: eppure dentro la Madre vi aveva riposto una sola gallina da cucinare.
Lo stesso miracolo avveniva puntualmente ogni qualvolta vi era una somma da pagare per la costruzione degli elementi facenti parte il Santuario: Madre Speranza pregava con tutto il cuore il Signore di provvedere al pagamento poichè ella non disponeva di soldi, ed ecco che dal cielo piovevano banconote e sacchetti con monete.
L’allora scultore fu talmente tanto colpito da questo miracolo che non esitò a convertirsi all’istante.

Non mancavano naturalmente numerosi fenomeni d’estasi mistiche.
In una di queste occasioni ella addirittura ricevette una statuetta di Gesù bambino in ceramica direttamente dalla Vergine Maria, poichè la sera di quel Natale le suore e gli orfani della congregazione si ritrovavano a festeggiare la Natività senza nemmeno il bambinello del presepe.
È noto che Madre Speranza, per evidente ispirazione del Signore, chiese attorno al 1959 ai lavoratori di scavare nelle vicinanze del Santuario poichè le era stato rivelata la presenza d’una sorgente d’acqua. Dopo un iniziale scetticismo da parte degli addetti ai lavori, grande fu la meraviglia di trovare effettivamente un canale sotterraneo: oggi tale acqua è disponibile per i fedeli, trattasi di acqua miracolosa.
Di particolare rilevanza fu inoltre un’estasi avuta durante il funerale del Vescovo locale.
Ella lo vide salire dal Purgatorio verso il Paradiso, ricevendo tuttavia un ammonimento dall’anima in questione: “È passato così tanto tempo e non avete pregato abbastanza per me“.
Stupefatta da tali parole, rispose: “Ma, Eccellenza, lei è morto solamente ieri!“.
Questo episodo contribuisce di certo a farci comprendere quanto sia grande il “salto” temporale dopo la morte.

Eppure, come è noto, la vita dei santi non è solamente contornata da miracoli e gioie celesti.
Assieme alle visite di spiriti benevoli vi erano anche quelle di spiriti malevoli, in special modo la notte: non era raro udir provenire dalla sua camera orribili grida, grotteschi versi d’animali furiosi, rumori di catene ed una forte puzza di zolfo.
Il demonio era solito malmenarla con estrema violenza, sino ad arrivare persino a romperle le ossa e costringerla ad esser portata d’urgenza in ospedale la mattina successiva.
Ancora oggi sono conservati a Collevalenza i fogli ove la Madre scriveva i quali, come testimoni confermano, prendevano spontaneamente fuoco. Lo stesso avveniva con le coperte del suo letto.
Nonostante ciò, ella non mancava di chiamare Satana con appellativi derisori, esattamente come faceva San Pio:
 

Questa notte l’ho trascorsa angosciata poiché il “tignoso” non mi ha lasciato un momento in pace; sembra che si sia molto arrabbiato…
Si è avverato il sogno di Madre Speranza. Il cardinale Angelo Amato, a nome di Papa Francesco, presiederà la solenne cerimonia di beatificazione, riconoscendo che la Madre è ormai presso Dio e può intercedere a favore di tutti noi. Quando da ragazza lasciò la casa paterna per entrare in convento, aveva nel cuore un sogno: farsi santa, una grande santa. 
Era il 15 ottobre 1914, aveva 21 anni. La giovane Josefa (nome di battesimo) non andava a farsi suora per fuggire il mondo o la grave situazione di povertà in cui versava la famiglia nella piccola, assolata cittadina di Santomera di Murcia. 
Andava per l’unico motivo che può sostenere la scelta di dedicarsi completamente a Dio e al prossimo: santificarsi, ossia entrare nella beatitudine eterna promessa al "servo buono e fedele". 
Ma le aspirazioni del cuore, specialmente quelle che incrociano particolari disegni divini, si scontrano spesso con una realtà, anche religiosa, ben diversa da quella che l'anima pura immagina. Tutta la vita di Madre Speranza è stata immersa nel mistero di Dio e attraversata da tante e tali difficoltà da far tremare chiunque. Ha vissuto la vita come una continua prova, tra tribolazioni umane e consolazioni divine. 
Gli anni tumultuosi della guerra civile la vedono immersa nel grande lavoro di diffusione della sua congregazione in molte città della Spagna. 
Tempi carichi di entusiasmo ma anche di indicibili umiliazioni e sofferenze, provocate da calunnie e tradimenti. È in questo periodo che la storia personale dell'umile suora comincia ad intrecciarsi con quella della Chiesa spagnola e con il destino dell'intera nazione. Tratta con vescovi e cardinali, si difende dalle calunnie dinanzi al nunzio apostolico. In questo mare burrascoso, il suo sogno di santità comincia a identificarsi con una grande missione. 
Profonde esperienze mistiche le rivelano pian piano il vero volto di Dio, padre misericordioso, che guida la storia con amorevole provvidenza, nonostante la tragicità dell’esperienza umana sembri indicare il contrario. Nella preghiera, comprende che il Signore vuole affidarle un compito particolare: testimoniare dinanzi al mondo che Dio è padre e ama tutti senza differenze; se ha qualche predilezione, è per quelli che più sono lontani da lui, come se “non potesse essere felice senza di loro”. 
L'amore e la misericordia sono la risposta di Dio ad un mondo che sembra scivolare verso il baratro dell'incredulità e della violenza. Proprio la storia del Novecento, il secolo più sanguinario che l’umanità ricordi, testimonia che, nonostante tutto, l’amore e la giustizia hanno sempre la meglio. 
Le guerre e la tirannia hanno un tempo limitato e anche i regimi più feroci crollano come castelli di sabbia. Sulla desolazione del mondo si erge l’amore di Dio che non condanna, ma perdona, dimentica e non tiene conto delle offese ricevute. È un messaggio sublime che fa ardere il cuore: e Madre Speranza si sente pronta a diffonderlo in tutto il mondo. 
Negli anni Cinquanta, Madre Speranza arriva a Collevalenza, il luogo dove fissa la sua dimora e fonda il grande santuario. Alla fine, il sogno di una giovane donna si concretizza in un grande disegno di evangelizzazione che la Chiesa ormai considera proprio e “al passo con i tempi”. 
Perfino il Concilio arriverà a dire esplicitamente che il messaggio d’amore del Vangelo è l’unico linguaggio che l’uomo d’oggi possa comprendere e accogliere. “Solo l’Amore può aprire i cuori, anche i più duri”: in questo è racchiuso il sogno e il messaggio di Madre Speranza, ormai “certificato” anche dal Cielo.
Guarito con l’acqua di Madre Speranza, i genitori: "Un vero miracolo salvò nostro figlio"
Il parco di Borsea intitolato alla beata, la toccante testimonianza
di Roberta Merlin
Maurizio Fossa, 58 anni, medico e la moglie Elena Cinquemani, 48 anni, casalinga, i genitori del miracolato. A lato don Silvio Baccaro Maurizio Fossa, 58 anni, medico e la moglie Elena Cinquemani, 48 anni, casalinga, i genitori del miracolato. A lato don Silvio Baccaro
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Rovigo, 22 aprile 2015 - Francesco Maria è un ragazzone di 16 anni con la passione del calcio e il sorriso spensierato di un adolescente affamato di vita. Ma dietro al suo secondo nome un destino straordinario, quanto doloroso.

A nemmeno un anno di età viene colpito da una terribile malattia che lo riduce quasi a un vegetale. Arriva a pesare pochi chilogrammi perché il suo corpo non riesce più a ricevere il cibo. La madre Elena e il padre Maurizio, medico, lo fanno visitare da tutti i migliori specialisti del Paese, ma per il piccolo il destino pare da subito segnato. Il tempo per Francesco sembra essere rimasto poco. Un giorno però mamma Elena, sente parlare in televisione delle potenzialità miracolose dell’acqua di madre Speranza del Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza. La famiglia decide di partire per chiedere la grazia per il piccolo Francesco, ormai ridotto in fin di vita.

Ed è proprio lì che il bimbo riceve il miracolo. Dopo essere stato bagnato con l’acqua benedetta, Francesco sembra rinascere e la malattia lentamente regredisce, senza una spiegazione scientifica plausibile. Dopo 15 anni Francesco Fossa, è arrivato da Vigevano a Borsea, domenica scorsa, in occasione della titolazione del parco parrocchiale a Madre Speranza, la suora di origine spagnola proclamata beata un anno fa, che don Silvio Baccaro ha avuto il piacere di incontrare più volte negli anni ’70 durante le visite della suora proprio a Rovigo. A Collevalenza si trova il santuario dedicato all’Amore Misericordioso dove Madre Speranza apostola di quest’amore, accoglieva e riceveva più di cento persone al giorno, ascoltandole una alla volta, consolando, consigliando e infondendo speranza.

«E’ stata davvero un’emozione abbracciare Francesco e la sua famiglia – ha raccontato Don Silvio – e soprattutto ascoltare la testimonianza di questi genitori che non si sono mai dimenticati di aver ricevuto la grazia della guarigione del loro primogenito e continuano a vivere portando un messaggio d’amore a tutte le persone che si trovano in difficoltà”. In occasione della omelia, don Silvio ha riaffermato la necessità di diffondere queste storie straordinarie, «affinchè qualcuno ci riscaldi il cuore». «Siamo stanchi di cattive notizie – ha detto il parroco - per questo dobbiamo credere nella forza del bene. E questa straordinaria famiglia ne è un esempio».

Grande la commozione della comunità e dei genitori di Francesco, arrivati a Borsea anche con gli altri due figli. L’ultima nata è Alina Maria, una bellissima bimba adottata due anni fa. Anche il suo destino sembrava segnato da quel parto troppo anticipato che le aveva causato un’emorragia cerebrale. Ma Elena e Maurizio non hanno mai smesso di lottare e di pregare, affidandosi ancora una volta a Madre Speranza. Oggi Alina, nonostante la strada in salita, è una bimba sana e anche lei, nel suo secondo nome racchiude un grazie a Madre Speranza, che della sua devozione alla Madonna e a Gesù aveva fatto una ragione di vita. Nove i bambini malati accolti dai Fossa che hanno deciso di mettere la loro casa e il loro amore a disposizione dei piccoli in difficoltà. «Vogliamo donare tutto il bene che il Signore ci ha dato», ha spiegato mamma Elena durante la messa. Un esempio di fede e di sepranza che arriva là dove anche la Scienza alza le mani al cielo
Le "Piscine" tra gli inizi dell’Opera di Collevalenza

La Madre Speranza giunse nella frazione di Collevalenza, con il consenso del Vescovo di Todi Mons. Alfonso Maria De Sanctis, il 18 agosto 1951, insieme ai primi Figli dell’Amore Misericordioso e ad una piccola comunità di Ancelle.
Vi giunse condotta dalla Divina Provvidenza e già consapevole, per grandi linee, di ciò che avrebbe dovuto realizzarvi. Nel suo Diario infatti, in data 14 maggio 1949, si legge di una singolare premonizione: con l’aiuto divino e a prezzo di non pochi sacrifici, ella avrebbe realizzato un magnifico complesso incentrato attorno ad un Santuario dedicato all’Amore Misericordioso del Signore, comprendente anche strutture per l’accoglienza di pellegrini, di infermi e di Sacerdoti. Il tutto al fine di costituire un centro di richiamo per tante anime.
Non passò, infatti, molto tempo che, a poca distanza dal paese, si iniziarono ad inaugurare le nuove costruzioni: la Casa dei fam nel 1953; il Seminario minore nel 1954; la Cappella del Crocifisso nel 1955. Questa medesima Cappella fu poi eretta canonicamente come «Santuario dell’Amore Misericordioso» da Mons. De Sanctis, il 1° ottobre del 1959.
Un verbale comunitario, datato 28 aprile 1957, attesta: «... La Madre, seguìta da (alcuni fam), si reca a vedere un appezzamento di terreno e ci dice molte cose che meritano di essere scritte e tramandate...
Collevalenza diventerà qualcosa di grande... meta di pellegrinaggi, fonte di tanti prodigi... nell’antico "roccolo" di Collevalenza sorgeranno tante costruzioni, vi sarà un grande Santuario dell’Amore Misericordioso, vi saranno pellegrinaggi e si rinnoveranno prodigi... Tutto ciò però quando la Madre non sarà più su questa terra».
   
   
Le Piscine
Si può dire che il piccolo paese di Collevalenza, nella sua storia, abbia sempre sofferto per la mancanza di acqua potabile; e in quegli anni il Comune di Todi cercava di supplirvi con erogazioni periodiche a mezzo di autobotti.
In questo contesto, la volontà divina in merito al Pozzo e alle Piscine si fece esplicita: si era agli inizi dell’anno 1960. Le circostanze vengono egregiamente descritte dalla Segretaria Generale delle Ancelle: «Nostra Madre ha ricevuto l’ordine di realizzare alcune Piscine per il bagno dei malati e le è stato indicato il punto dove troverà l’acqua necessaria.
I lavori di perforazione del pozzo furono particolarmente difficili e durarono precisamente 10 mesi: dal 1° febbraio al 1° dicembre del 1960, giorno in cui fu istallata sull’apposita colonna la statua in marmo di Maria Mediatrice. Meno problematica, invece, fu la realizzazione delle Piscine, progettate dall’architetto Julio Lafuente, e la sistemazione dell’area circostante: gettate le fondazioni il 22 agosto 1960, tutto fu ultimato per il 1° dicembre dei quello stesso anno.

Una caratteristica: Un Santuario con un Pozzo e con le Piscine.
Le finalità dell’Acqua del Santuario e delle Piscine
E’ questo sicuramente il punto più importante del discorso: comprende il nesso che intercorre tra le piscine ed il Santuario; e, più in particolare, le finalità specifiche per le quali la Divina Provvidenza ha voluto quest’Acqua. Per dare risposta a queste domande esiste una sola via: ricorrere a tutto ciò che la Madre Speranza ha detto o ha scritto al riguardo, quale autorevole interprete dei voleri divini; perlomeno fare riferimento almeno alle cose più essenziali che Essa ha detto. Provo ad evidenziarne quattro:
La risposta più autorevole, probabilmente, ci viene dalla "pergamena" che il giorno 14 luglio 1960 fu gettata con apposito contenitore in fondo al Pozzo, durante una sobria cerimonia a metà circa dei lavori. Si tratta di parole ricevute dalla Madre Speranza durante un’estasi del 3 aprile precedente, aventi fin dall’intestazione un valore particolarmente ufficiale. Dice il testo: «Decreto. A quest’acqua e alle piscine va dato il nome del mio Santuario. Desidero che tu dica, fino ad inciderlo nel cuore e nella mente di tutti coloro che ricorrono a te, che usino quest’acqua con molta fede e fiducia e si vedranno sempre liberati da gravi infermità; e che prima passino tutti a curare le loro povere anime dalle piaghe che le affliggono per questo mio Santuario dove li aspetta non un giudice per condannarli e dar loro subito il castigo, bensì un Padre che li ama, perdona, non tiene in conto, e dimentica».
Da qui, appunto, trae ispirazione una delle frasi scolpite sulla facciata delle Piscine: «Usa quest’acqua con fede e amore, sicuro che ti servirà di refrigerio al corpo e di salute all’anima».
Le finalità taumaturgiche di quest’Acqua e la sua interdipendenza con l’azione pastorale del Santuario sono parimenti espresse nella "Preghiera per il Santuario", composta dalla stessa Fondatrice:
«... Benedici, Gesù mio, il tuo grande Santuario e fa che vengano sempre a visitarlo da tutto il mondo: alcuni a domandarti la salute per le proprie membra straziate da malattie che la scienza umana non sa curare; altri a chiederti perdono dei propri vizi e peccati; altri, infine, per ottenere la salute per la propria anima annegata nel vizio... E fa, Gesù mio, che vengano a questo tuo Santuario le persone del mondo intero, non solo col desiderio di curare i corpi dalla malattie più strane e dolorose, ma anche di curare le anime dalla lebbra del peccato mortale e abituale».
Ulteriori precisazioni sulle finalità dell’Acqua ci vengono da altre parole della Madre Speranza. Il 6 febbraio del 1960, quando ancora si era ai primi tentativi di perforazione del Pozzo, partecipando ad un atto comunitario con i suoi Religiosi, così illustrò loro gli scopi dell’Opera: «La Madre... prende occasione per dirci che nell’orto si dovrà trovare l’acqua e che questa dovrà alimentare le Piscine dell’Amore Misericordioso; che a quest’acqua il Signore darà il potere di curare dal cancro e dalla paralisi, figure delle anime in peccato mortale e in peccato veniale abituale».
Questi concetti tornano, ancor meglio sviluppati, nell’estasi avuta presso il Pozzo il 6 maggio, giorno del rinvenimento della prima falda acquifera: «... Ti ringrazio, Signore! Dà la forza a quest’acqua di guarire il cancro e la paralisi, uno figura del peccato mortale e l’altra del peccato abituale... Il cancro uccide l’uomo, lo disfa; la paralisi lo rende inutile, no lo fa camminare... Dà all’acqua la virtù di far guarire i malati, i malati poveri che non hanno mezzi, anche con una sola goccia d’acqua... Sia quest’acqua la figura della tua grazia e della tua misericordia». Occorre ancora precisare che, tra le diverse forme di cancro, la Madre Speranza capì chiaramente che occorreva fare una specifica menzione per la leucemia.
Per una migliore comprensione conviene ricordare ciò che accadde al Pozzo il giorno 14 settembre 1960, festa liturgica dell’Esaltazione della S. Croce. Da una ventina di giorni si cercava di capire come mai l’acqua venisse molto torbida e quale potesse essere la tecnica d’intervento più adatta a superare l’inconveniente. D’improvviso, alle 9,30 del mattino, alla presenza della Madre Speranza e di alcuni testimoni, il pozzo si illuminò all’interno, per un paio di minuti, cosicché tutti poterono vedervi dentro, chiaramente, fino al fondo. Si scorse anche un rigagnolo fangoso che da una certa altezza si riversava sull’acqua sottostante rendendola torbida. E’ possibile vedere in questa circostanza davvero singolare una sorta di "segno catechetico"? Probabilmente, sì. Anche il "pozzo del dolore" che generalmente è oscuro e melmoso può rischiararsi e purificarsi: questo può avvenire o attraverso un pieno ristabilimento, frutto dell’onnipotenza divina, o attraverso una serena ed esemplare accettazione del proprio male, fino a far propria l’eroica espressione della Madre Speranza: «Ti ringrazio, o Signore, che mi hai dato un cuore per amare e un corpo per soffrire». Questa, dunque, sembra essere la missione assegnata dalla Divina Provvidenza all’Acqua e alle Piscine del Santuario: illuminare "il pozzo della sofferenza" con la luce radiosa della grazia o, addirittura, con la luce sfolgorante di una piena guarigione, cosicché anche il malato possa sentirsi, in ogni caso, oggetto delle predilezioni dell’Amore Misericordioso del Signore.
La apertura ufficiale delle Piscine
Benché nel novembre del 1960 fosse ormai tutto pronto (Pozzo, Piscine e persino il personale sanitario) la Provvidenza volle che l’uso delle Piscine fosse consentito solo dopo una attesa lunga di 18 anni. Furono certamente ispirate, a questo proposito, le considerazioni fatte in quei giorni da Mons. Norberto Perini, arcivescovo di Fermo, che era di passaggio a Collevalenza: «(Egli) conferisce con la Madre e la esorta ad aver tanta fiducia e perseveranza perché l’opera del Santuario e delle piscine, essendo un’opera di Dio, se pure attraverso difficoltà e sofferenze, deve andare avanti e il Signore stesso si incaricherà di rimuovere gli ostacoli e superare le difficoltà». E infatti, con lettera del 19 novembre 1978, il Vescovo di Todi, Mons. Decio Lucio Grandoni, concedeva il permesso dell’uso delle Piscine a decorrere dal 1° marzo dell’anno successivo. La lettera si chiudeva con questo auspicio: «Confido con questo atto, che pongo nelle mani di Cristo Re, di aver corrisposto alla volontà divina». I 18 anni di attesa non furono certamente inoperosi. In essi si poterono completare tutte le altre strutture del complesso: la Casa della Giovane nel 1962; la nuova Basilica nel 1965; la Casa del Pellegrino nel 1967; la Casa per gli Infermi nel 1973. E l’Acqua del Santuario, che nel frattempo veniva regolarmente attinta a livello "privato", iniziò subito a svolgere la sua azione taumaturgica.

DATE DI STORIA DEL POZZO E DELLE PISCINE
1 febbraio 1960 - Nell’orto, nel terreno che resterà tra la Basilica e la Casa della Giovane, la Madre fa iniziare la trivellazione di un pozzo per trovare acqua.
6 febbraio 1960 - Sabato, pomeriggio. La Madre, a colloquio con i Padri, prende occasione per dirci che nell’orto si dovrà trovare l’acqua e che questa acqua dovrà alimentare le Piscine del Santuario dell’Amore Misericordioso, che a questa acqua il Signore darà il potere di curare dal cancro e dalla paralisi, figure delle anime in peccato mortale e nel peccato veniale abituale.
19 maggio 1960 - Alle 10,45, a 114 m. di profondità si trova ancora tanta acqua che causa il "rientro" della sonda per circa tre metri; la nuova falda è molto più forte delle precedenti.
14 luglio 1960 - La sera alle 19,30 la Madre, accompagnata dalle Suore, dai Padri, da un buon gruppo di persone di Collevalenza e da una rappresentanza di Assisi, va al pozzo per gettare nel fondo la pergamena ricordo. Per l’occasione esorta tutto il popolo ad una grande fede e fiducia nell’Amore Misericordioso, preoccupandosi di rendere sempre più cristiana la propria vita. Alla fine si canta il Te Deum di ringraziamento.
9 agosto 1960 - Alle ore 8 iniziano i sondaggi del terreno per le fondazioni delle piscine.
22 agosto 1960 Si gettano le fondazioni delle piscine, che saranno costruite su disegno dell’Arch. Lafuente. Sua Eminenza il Card. Luigi Traglia visita il Santuario e si interessa del pozzo, delle piscine, di tutto.
14 settembre 1960 - Esaltazione della Santa Croce: alle 9,30, presenti la Madre, Madre Ascensione, Suor Sacrario, Padre Straffi, Padre Luigi e Ferruccio, d’improvviso il pozzo si illumina all’interno e tutti possono vedere fino in fondo, chiaramente: tubi, acqua, fondo del pozzo, sistemazione del ghiaietto, ecc. Più alto del pozzo senza camicia, quindi prima dei 73 metri, esterno alla camicia stessa, si vedeva scolare un rigagnolo di acqua torbida che andava ad infangare l’acqua della sorgente.
Ferruccio Bordacchini in una lettera del 15/9 così descrive il fatto: "... Vi faccio sapere che ieri alle ore 9 e 30 circa ero nel pozzo io, la nostra Madre, Madre Ascensione che sarebbe la sorella della Madre, un’altra Suora, Padre Luigi e P. Mario Straffi. In un certo momento mentre stavamo parlando cose del pozzo, la Madre prima ha guardato nel pozzo e alla profondità di 80 metri abbiamo venduto tutti l’acqua con il fondo del pozzo, tutto illuminato come se in fondo ci fosse una grande lampada che chiaro fino alla cima, questo chiaro è durato per circa due minuti poi tutto buio come sempre. Creda pure caro Fratello io sono rimasto tanto impressionato, mi era preso un tremore che non potevo calmarmi, una grande emozione, perché una cosa simile non l’ho mai veduta, un miracolo vero e proprio. Siamo rimasti, quelli che eravamo lì, tutti sbalorditi...".
29 settembre 1960 - La Madre mostra la sua preoccupazione per la organizzazione delle piscine; perchè non debbano lamentarsi gravi inconvenienti serviranno per il personale alcune persone di tanta serietà e di tanta fiducia; in un primo momento è assolutamente indispensabile un medico e almeno un infermiere e una infermiera. Il medico dovrà assumersi la responsabilità di chi possa mettersi nelle piscine.
2 ottobre 1960 - La Madre manda alcuni Padri in Alta Italia per cercar qualche medico, infermiere e infermiera per le piscine: al CUAMM di Padova (Collegio Universitario Aspiranti Medici Missionari), Milano presso l’ALAM (Associazione di Laici in Aiuto alle Missioni) e presso la Scuola Convitto Professionale per Infermiere (a Milano-Nicaragua). Da tutti ricevono buone speranze e l’assicurazione che nel breve giro di pochi giorni avrebbero dato conferma o meno.
17 ottobre 1960 - Sulle piscine, ormai coperte, si issano la bandiera di Italia e la bandiera di Spagna.
13 novembre 1960 - La Madre chiama il Dr. Albino Frongia e gli dà ordini per la sistemazione della zona delle Piscine. Urge affrettare la consegna ultimata dei lavori. Da Carrara potrebbero arrivare la Statua di Maria Mediatrice, il Crocefisso e la Fontana per il giorno 29 c.m. Il muro che reggerà il Crocefisso dovrà essere lungo dalla fine delle piscine fino al muro in mattoni che delimita la nostra proprietà; lì ci verrà il cancello di chiusura, oltre il quale non potranno passare le macchine.
14 novembre 1960 - Si iniziano le fondazioni della colonna per la Statua di Maria Mediatrice.
15 novembre 1960 - Da Fermo viene l’Ecc.mo Arcivescovo Mons. Norberto Perini; si interessa del pozzo e delle piscine; conferisce con la Madre e la esorta a tanta fiducia e perseveranza perché l’opera del Santuario e delle piscine, essendo un’Opera di Dio, se pure attraverso difficoltà e sofferenze, deve andare avanti.
30 novembre 1960 - Trasportate da un camion con rimorchio, arrivano da Carrara le Statue di Maria Mediatrice, il Crocefisso, la Fontana, le strisce dei Dieci Comandamenti. La statua di Maria Mediatrice, alta tre metri, è stata offerta dalla Comunità della Casa Generalizia eam di Roma; il Crocefisso dalle Comunità delle Case di Spagna; la Fontana e i quattro Mosaici, che verranno sistemati all’interno delle Piscine, dalla Comunità delle Suore della Casa di Collevalenza.
1° dicembre 1960 - Con una grù semovente della Rapida di Terni si colloca la statua della Madonna sulla colonna. La statua pesa circa 4 tonnellate. La Madre si mette gravissima per tre collassi cardiaci.
1 - Gesù incontra la donna samaritana
Presso il pozzo di Giacobbe, Gesù incontra una donna di Samaria e le chiede da bere. Poi le parla di un’acqua viva che solo lui può donarle, un’acqua che disseta per sempre e che zampilla fino alla vita eterna. La donna, allora, esclama: «Signore, dammi di quest’acqua!».
Preghiera: Estingui, o Signore, la nostra sete di felicità con l’acqua viva del tuo Spirito, così come hai voluto dissetarci al Pozzo di questo Santuario.

2 - Gesù risana un paralitico presso la piscina
A Gerusalemme, Gesù incontra un uomo che da 38 anni giaceva malato e che desiderava immergersi nella Piscina di Betseda per essere guarito. Gesù gli dice: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». E poi lo ammonisce: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio».
Preghiera: Risanaci, o Signore, presso questo luogo prescelto dalla tua divina misericordia, dalle infermità del corpo e da quelle ancora peggiori che affliggono la nostra anima.

3 - Gesù guarisce il cieco nato
A Gerusalemme, Gesù incontra un uomo, cieco fin dalla nascita, che chiedeva l’elemosina. Gli spalma del fango sugli occhi e poi gli dice: «Va’ a lavarti alla Piscina di Siloe». Il cieco va, si lava e viene risanato. Poco dopo incontra di nuovo Gesù, gli si inginocchia davanti ed esclama: «Io credo, Signore».
Preghiera: Apri anche a noi, o Signore, nel segno di quest’acqua, gli occhi della fede, perché possiamo davvero contemplare le meraviglie del tuo amore misericordioso.

4 - Il buon Samaritano
Gesù, volendo rispondere al dottore della legge che gli domandava chi fosse il suo prossimo, racconta la storia di un malcapitato assalito dai briganti e lasciato in fin di vita.
Passano un sacerdote e un levita, lo vedono, ma vanno oltre.
Un samaritano, invece, passandogli accanto, lo vede, ne ha compassione, gli si fa vicino, gli fascia le ferite, lo carica sul giumento, lo porta alla locanda e si prende cura di lui …
Gesù dice allora al dottore della legge: "Và e anche tu fa lo stesso".
Preghiera: Ravviva in noi, o Signore, nel segno di questa tua parola, la volontà di essere attenti agli altri e di impegnarci a prenderci cura di loro.
PREGHIERA PER I MALATI CHE SI IMMERGONO NELLE PISCINE
Signor mio e Dio mio,
per il tuo amore e per la tua misericordia,
guarisci noi che siamo tuoi figli
da ogni malattia, specialmente da quelle
che la scienza umana non riesce a curare
e fa che con il tuo aiuto
conserviamo sempre pura
la nostra anima da ogni peccato grave.