Sin dai primi anni di vita religiosa Madre Speranza sperimentò in prima persona pesanti dolori fisici – in genere in occasione delle festività pasquali – che non di rado sfociavano in eventi soprannaturali, attirando di conseguenza le attenzioni delle Madri Claretiane e dei Padri Claretiani.
Fedele alla grazia di Dio, coltivò la sua formazione umana e spirituale e, facendo una continua e sofferta opera di discernimento, avanzò in mezzo a molte tribolazioni, che l’aiutarono a capire che Dio la chiamava alla missione di fondare un nuovo ordine e far conoscere il Signore “non come Padre sdegnato per le ingratitudini dei suoi figli, ma come un Padre buono che cerca con ogni mezzo di confortare, aiutare e far felici i propri figli; che li segue e li cerca con amore instancabile, come se non potesse essere felice senza di loro“.
Nel 1929 inoltrò a Roma la domanda di separazione dall’Istituto al quale apparteneva, appoggiata per altro dallo stesso Vescovo, scatenando tuttavia numerose difficoltà all’interno delle Claretiane che, in quella petizione, vedevano una minaccia all’integrità dell’Istituto.
A seguito d’un increscioso episodio, ella fu dichiarata apostata e trattata come tale. Questa, ascoltato il parere di Padre Francisco Naval, visto il violento evolversi della situazione, decise di chiedere la dispensa dai voti.
Fedele alla grazia di Dio, coltivò la sua formazione umana e spirituale e, facendo una continua e sofferta opera di discernimento, avanzò in mezzo a molte tribolazioni, che l’aiutarono a capire che Dio la chiamava alla missione di fondare un nuovo ordine e far conoscere il Signore “non come Padre sdegnato per le ingratitudini dei suoi figli, ma come un Padre buono che cerca con ogni mezzo di confortare, aiutare e far felici i propri figli; che li segue e li cerca con amore instancabile, come se non potesse essere felice senza di loro“.
Nel 1929 inoltrò a Roma la domanda di separazione dall’Istituto al quale apparteneva, appoggiata per altro dallo stesso Vescovo, scatenando tuttavia numerose difficoltà all’interno delle Claretiane che, in quella petizione, vedevano una minaccia all’integrità dell’Istituto.
A seguito d’un increscioso episodio, ella fu dichiarata apostata e trattata come tale. Questa, ascoltato il parere di Padre Francisco Naval, visto il violento evolversi della situazione, decise di chiedere la dispensa dai voti.
Nella povertà più assoluta, la notte di Natale del 1930 fondò in forma privata la nuova fondazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso. Non potendo fondare una Congregazione religiosa, il 14 gennaio, Madre Speranza chiese ed ottenne l’iscrizione nel Registro Civile, con il nome di “Asociación de Esclavas del Amor Misericordioso“.
Solamente il 6 gennaio 1935 l’Associazione fu accolta dal Vescovo di Vitoria, Dr. Mateo Múgica, che la eresse a Congregazione di diritto diocesano.
Trasferitasi a Roma nel 1941, negli anni di guerra si prodigò in ogni modo per accogliere rifugiati politici, nascondere ed assitere nei sotterranei della casa soldati fuggiti dal fronte, si preoccupò di dar da mangiare a chi non aveva niente. Fidando della Provvidenza, aprì una mensa dove arrivò ad accogliere oltre mille persone al giorno.
Solamente il 6 gennaio 1935 l’Associazione fu accolta dal Vescovo di Vitoria, Dr. Mateo Múgica, che la eresse a Congregazione di diritto diocesano.
Trasferitasi a Roma nel 1941, negli anni di guerra si prodigò in ogni modo per accogliere rifugiati politici, nascondere ed assitere nei sotterranei della casa soldati fuggiti dal fronte, si preoccupò di dar da mangiare a chi non aveva niente. Fidando della Provvidenza, aprì una mensa dove arrivò ad accogliere oltre mille persone al giorno.
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