domenica 21 febbraio 2016
DIARIO DI MARIA VALTORTA:
8 MARZO 1944
Di fianco a questa, verso la porta che è aperta sull'orto ma velata da una tenda che palpita ad un leggero vento, è seduta su uno sgabello basso la Vergine. Fila del lino candidissimo e morbido come una seta. Le sue piccole mani, solo di poco più scure del lino, prillano sveltamente il fuso. Il visetto giovanile, e tanto tanto bello, è lievemente curvo e lievemente sorridente, come se accarezzasse o seguisse qualche dolce pensiero. Vi è molto silenzio nella casetta e nell'orto. Vi è molta pace tanto sul viso di Maria quanto nell'ambiente che la circonda. Pace e ordine. Tutto è lindo e ordinato, e l'ambiente, umilissimo nel suo aspetto e nelle suppellettili, quasi nudo come una cella, ha un che di austero e regale per il grande nitore e la cura con cui sono disposte le stoffe sul lettuccio, i rotoli, il lume, la piccola brocca di rame presso al lume, con entro un fascio di rami fioriti, rami di pesco o di pero. Non so. Sono certo di alberi da frutto di un bianco lievemente rosato. Maria si mette a cantare sottovoce e poi alza lievemente la voce. Non va al gran canto. Ma è già una voce che vibra nella stanzetta e nella quale si sente una vibrazione d'anima. Non capisco le parole, dette certo in ebraico. Ma, dato che ripete ogni tanto: «Jehovà», intuisco che sia qualche canto sacro, forse un salmo. Forse Maria ricorda i canti del Tempio. E deve essere un dolce ricordo, perché posa sul grembo le mani sorreggenti il filo e il fuso e alza il capo appoggiandolo indietro alla parete, accesa da un bel rossore nel viso, con gli occhi persi dietro a chissà quale soave pensiero, fatti lucidi da un'onda di pianto che non trabocca ma che li fa più grandi. Eppure quegli occhi ridono, sorridono al pensiero che vedono e che l'astrae dal sensibile. Il viso di Maria, emergente dalla veste bianca e semplicissima, così rosato e cinto dalle trecce che porta avvolte come corona intorno al capo, pare un bel fiore. Il canto si muta in preghiera: «Signore Iddio Altissimo, non tardare oltre a mandare il tuo Servo per portare la pace sulla terra. Suscita il tempo propizio e la vergine pura e feconda per l'avvento del tuo Cristo. Padre, Padre santo, concedi alla tua serva di offrire la sua vita a questo scopo. Concedimi di morire dopo aver visto la tua Luce e la tua Giustizia sulla terra e di aver conosciuto che la Redenzione è compiuta. O Padre santo, manda alla terra il Sospiro dei Profeti. Manda alla tua serva il Redentore. Che nell'ora in cui cessi il mio giorno, si apra per me la tua Dimora, perché le sue porte sono state già aperte dal tuo Cristo per tutti coloro che hanno sperato in Te. Vieni, vieni, o Spirito del Signore. Vieni ai tuoi fedeli che ti attendono. Vieni, Principe della Pace!.. ». Maria resta assorta così... La tenda palpita più forte, come se qualcuno dietro ad essa ventilasse con qualcosa o la scuotesse per scostarla. E una luce bianca di perla fusa ad argento puro fa più chiare le pareti lievemente gialline, più vivi i colori delle stoffe, più spirituale il volto sollevato di Maria. Nella luce, e senza che la tenda sia scostata sul mistero che si compie - anzi non palpita più, pende ben rigida contro gli stipiti, come fosse parete che isola l'interno dall'esterno - si prosterna l'Arcangelo. Deve necessariamente assumere aspetto umano. Ma è un aspetto trasumanato. Di quale carne è composta questa figura bellissima e folgorante? Di quale sostanza l'ha materializzata Iddio per renderla sensibile ai sensi della Vergine? Solo Dio può possedere queste sostanze e usarle in tal maniera perfetta. È un volto, è un corpo, sono occhi, bocca, capelli e mani come le nostre. Ma non sono la nostra opaca materia. È una luce che ha preso colore di carne, di occhi, di chioma, di labbra, una luce che si muove e sorride e guarda e parla. «Ave, Maria, piena di Grazia, ave!». La voce è un dolce arpeggio come di perle gettate su un metallo prezioso. Maria trasale e abbassa lo sguardo. E più trasale quando vede la fulgida creatura inginocchiata ad un metro circa di distanza da Lei e che, con le mani incrociate sul petto, la guarda con una venerazione infinita. Maria balza in piedi e si stringe alla parete. Diviene pallida e rossa alternativamente. Il suo viso esprime stupore e sgomento. Si stringe inconsciamente le mani sul seno nascondendole sotto le larghe maniche, si curva quasi per nascondere il più possibile il suo corpo. Un atto di pudore soave. «No. Non temere. Il Signore è teco! Tu sei benedetta fra tutte le donne» Ma Maria continua a temere. Da dove è venuto quell'essere straordinario? È un messo di Dio o dell'Ingannatore? «Non temere, Maria!» ripete l'Arcangelo. «Io sono Gabriele, l'Angelo di Dio. Il mio Signore mi ha mandato a te. Non temere, perché tu hai trovato grazia presso Dio. Ed ora tu concepirai nel seno e partorirai un Figlio e gli porrai nome" Gesù". Questi sarà grande, sarà chiamato Figlio dell'Altissimo (e tale sarà in vero) e il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà in eterno sulla casa di Giacobbe, e il suo Regno non avrà mai fine. Comprendi, o santa Vergine amata dal Signore, Figlia benedetta di Lui, chiamata ad esser Madre del suo Figlio, quale Figlio tu genererai».
«Come può avvenire questo se io non conosco uomo? Forse che il Signore Iddio più non accoglie l'offerta della sua serva e non mi vuole vergine per amor di Lui?». «Non per opera di uomo sarai Madre, o Maria. Tu sei l'eterna Vergine, la Santa di Dio. Lo Spirito Santo scenderà in te e la potenza dell'Altissimo ti adombrerà. Perciò Santo si chiamerà Colui che nascerà da te, e Figlio di Dio. Tutto può il Signore Iddio nostro. Elisabetta, la sterile, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio che sarà il Profeta del tuo Figlio, colui che ne prepara le vie. Il Signore ha levato a questa il suo obbrobrio, e la sua memoria resterà nelle genti congiunta al nome tuo, come il nome della sua creatura a quello del tuo Santo, e fino alla fine dei secoli le genti vi chiameranno beate per la Grazia del Signore venuta a voi ed a te specialmente; venuta alle genti per mezzo tuo. Elisabetta è nel suo sesto mese ed il suo peso la solleva al gaudio, e più la solleverà quando conoscerà la tua gioia. Nulla è impossibile a Dio, Maria, piena di Grazia. Che devo dire al mio Signore? Non ti turbi pensiero di sorta. Egli tutelerà gli interessi tuoi se a Lui ti affidi. Il mondo, il Cielo, l'Eterno attendono la tua parola!». Maria, incrociando a sua volta le mani sul petto e curvandosi in un profondo inchino, dice: «Ecco l'ancella di Dio. Si faccia di me secondo la sua parola». L'Angelo sfavilla nella gioia. Adora, poiché certo egli vede lo Spirito di Dio abbassarsi sulla Vergine curva nell'adesione, e poi scompare senza smuover tenda, ma lasciandola ben tirata sul Mistero santo.
La fede che illumina i passi
Il signore disse ad Abramo:” Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione”.
Ciò che questa parola dice ad Abramo consiste in una chiamata e in una promessa. E’ prima di tutto chiamata ad uscire dalla propria terra, invito ad aprirsi a una vita nuova, inizio di un esodo che lo incamminava verso un futuro inatteso. La versione che la fede darà ad Abramo sarà sempre congiunta a questo passo in avanti da compiere: la fede “vede” nella misura in cui cammina, in cui entra nello spazio aperto dalla Parola di Dio. Questa parola contiene inoltre una promessa:” La tua discendenza sarà numerosa, sarai padre di un grande popolo”. E’ vero che, in quanto risposta a una Parola che precede la fede di Abramo sarà sempre un atto di memoria. Tuttavia questa memoria non fissa nel passato ma, essendo memoria di una promessa, diventa capace di aprire al futuro, di illuminare i passi lungo la via.
Spiegazione
La nostra poca fede, Signore, è accompagnata qualche volta da poca disponibilità, da rigidità di cuore, da durezza, da incapacità a comprenderti. Rimproveraci, o Signore, affinchè il nostro cuore ti accolga! Fa che non ci spaventiamo della nostra durezza di cuore ma che, perseverando nella preghiera, giungiamo a cogliere i segni della tua presenza.
Il Dio affidabile
Chi vorrà essere benedetto nella terra, verrà esserlo per Dio fedele, chi vorrà giurare nella terra, giurerà per Dio fedele…..
Abramo, di cui si dice che, per fede, abitava in tende, la citta dalle salde fondamenta. Sorge, dunque, in rapporto alla fede, una nuova affidabilità, che solo Dio può donare. Se l’uomo di fede poggia sul Dio –Amen, sul Dio fedele, e così diventa egli stesso saldo, possiamo aggiungere che la saldezza della fede si riferisce anche alla città che Dio sta preparando per l’ uomo. La fede rivela quanto possono essere saldi i vincoli tra gli uomini, quando Dio si rende presente in mezza ad essi. Non evoca soltanto una solidità interiore, una convinzione stabile del credente; la fede illumina anche i rapporti tra gli uomini, perché nasce dall’amore e segue la dinamica dell’Amore di Dio. Il Dio affidabile dona agli uomini una citta affidabile.
Riflessioni
Padre Mio, mi abbandono a te, fa di me ciò che ti piace. Qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio. Sono pronto a tutto. La tua volontà si compia in me, in tutte le tue creature. Non desidero altro, mio Dio. Affido l’anima mia alle tue mani te la dono mio Dio, con tutto l’amore del mio cuore perché ti amo, ed è un bisogno del mio amore di donarmi di pormi nelle tue mani senza riserve con infinità fiducia perché Tu sei mio Padre.
Il signore disse ad Abramo:” Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione”.
Ciò che questa parola dice ad Abramo consiste in una chiamata e in una promessa. E’ prima di tutto chiamata ad uscire dalla propria terra, invito ad aprirsi a una vita nuova, inizio di un esodo che lo incamminava verso un futuro inatteso. La versione che la fede darà ad Abramo sarà sempre congiunta a questo passo in avanti da compiere: la fede “vede” nella misura in cui cammina, in cui entra nello spazio aperto dalla Parola di Dio. Questa parola contiene inoltre una promessa:” La tua discendenza sarà numerosa, sarai padre di un grande popolo”. E’ vero che, in quanto risposta a una Parola che precede la fede di Abramo sarà sempre un atto di memoria. Tuttavia questa memoria non fissa nel passato ma, essendo memoria di una promessa, diventa capace di aprire al futuro, di illuminare i passi lungo la via.
Spiegazione
La nostra poca fede, Signore, è accompagnata qualche volta da poca disponibilità, da rigidità di cuore, da durezza, da incapacità a comprenderti. Rimproveraci, o Signore, affinchè il nostro cuore ti accolga! Fa che non ci spaventiamo della nostra durezza di cuore ma che, perseverando nella preghiera, giungiamo a cogliere i segni della tua presenza.
Il Dio affidabile
Chi vorrà essere benedetto nella terra, verrà esserlo per Dio fedele, chi vorrà giurare nella terra, giurerà per Dio fedele…..
Abramo, di cui si dice che, per fede, abitava in tende, la citta dalle salde fondamenta. Sorge, dunque, in rapporto alla fede, una nuova affidabilità, che solo Dio può donare. Se l’uomo di fede poggia sul Dio –Amen, sul Dio fedele, e così diventa egli stesso saldo, possiamo aggiungere che la saldezza della fede si riferisce anche alla città che Dio sta preparando per l’ uomo. La fede rivela quanto possono essere saldi i vincoli tra gli uomini, quando Dio si rende presente in mezza ad essi. Non evoca soltanto una solidità interiore, una convinzione stabile del credente; la fede illumina anche i rapporti tra gli uomini, perché nasce dall’amore e segue la dinamica dell’Amore di Dio. Il Dio affidabile dona agli uomini una citta affidabile.
Riflessioni
Padre Mio, mi abbandono a te, fa di me ciò che ti piace. Qualunque cosa tu faccia di me, ti ringrazio. Sono pronto a tutto. La tua volontà si compia in me, in tutte le tue creature. Non desidero altro, mio Dio. Affido l’anima mia alle tue mani te la dono mio Dio, con tutto l’amore del mio cuore perché ti amo, ed è un bisogno del mio amore di donarmi di pormi nelle tue mani senza riserve con infinità fiducia perché Tu sei mio Padre.
Cercare la Luce
Senza la fede è impossibile essergli graditi; chi infatti si avvicina a Dio, deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano…..
La Luce della fede in Gesù illumina anche il cammino di tutti coloro che cercano Dio, e offre il contributo proprio del cristianesimo nel dialogo con i seguaci delle diverse religioni. La Lettera agli Ebrei ci parla della testimonianza dei giusti che, prima dell’Alleanza con Abramo, già cercavano Dio con fede…. , possiamo così capire che il cammino dell’uomo religioso passa per la confessione di cammino dell’uomo religioso passa per la confessione di un Dio che si prende cura di lui e che non è impossibile trovare…. L’uomo religioso cerca di riconoscere i segni di Dio nelle esperienze quotidiane della sua vita, nel ciclo delle stagioni, nella fecondità della terra e in tutto il movimento del cosmo. Dio è luminoso, e può essere trovato anche da coloro che lo cercano con cuore sincero
Pensiero
Aiutami, Signore, a illuminare la confusione delle cose con la chiarezza della fede e a trasformare nella forza della fiducia la difficoltà di tutto ciò che pesa su di me. Il tuo Santo Spirito possa testimoniare nel mio cuore che io sono veramente tuo figlio e ho ragione quando accetto tutti gli avvenimenti dalla tua mano. Fa che nella certezza del tuo amore trovino risposta quelle domande a cui nessuna sapienza umana può rispondere.
Senza la fede è impossibile essergli graditi; chi infatti si avvicina a Dio, deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano…..
La Luce della fede in Gesù illumina anche il cammino di tutti coloro che cercano Dio, e offre il contributo proprio del cristianesimo nel dialogo con i seguaci delle diverse religioni. La Lettera agli Ebrei ci parla della testimonianza dei giusti che, prima dell’Alleanza con Abramo, già cercavano Dio con fede…. , possiamo così capire che il cammino dell’uomo religioso passa per la confessione di cammino dell’uomo religioso passa per la confessione di un Dio che si prende cura di lui e che non è impossibile trovare…. L’uomo religioso cerca di riconoscere i segni di Dio nelle esperienze quotidiane della sua vita, nel ciclo delle stagioni, nella fecondità della terra e in tutto il movimento del cosmo. Dio è luminoso, e può essere trovato anche da coloro che lo cercano con cuore sincero
Pensiero
Aiutami, Signore, a illuminare la confusione delle cose con la chiarezza della fede e a trasformare nella forza della fiducia la difficoltà di tutto ciò che pesa su di me. Il tuo Santo Spirito possa testimoniare nel mio cuore che io sono veramente tuo figlio e ho ragione quando accetto tutti gli avvenimenti dalla tua mano. Fa che nella certezza del tuo amore trovino risposta quelle domande a cui nessuna sapienza umana può rispondere.
La fede nel Figlio di Dio
Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre…….
Per permetterci di conoscerlo, accoglierlo e seguirlo, il Figlio di Dio ha assunto la nostra carne, e così la sua visione del Padre è avvenuta anche in modo umano, attraverso un cammino e un percorso nel tempo. La fede cristiana è fede nell’Incarnazione del Verbo e nella sua Risurrezione nella carne; è fede di Dio che si è fatto così vicino da entrare nella nostra storia. La fede nel Figlio di Dio fatto uomo in Gesù di Nazaret non ci separa dalla realtà, ma ci permette di cogliere il suo significato più profondo, di scoprire quanto Dio ama questo mondo e lo orienta incessantemente verso di Sé; e questo porta il cristiano a impegnarsi, a vivere in modo ancora più intenso il cammino sulla terra.
Consolida le mie deboli forze- Faustina Kowalska
O Gesù, verità eterna, consolida le mie deboli forze. Tu Signore , puoi tutto. So che i miei sforzi senza di te sono niente. O Gesù, non nasconderti davanti a me, poiché io non posso vivere senza di te. Ascolta il grido della mia anima. La tua misericordia non si è esaurita, perciò abbi pietà della mia miseria. La tua misericordia supera l’intelligenza degli angeli e degli uomini messi insieme e sebbene a me sembri che tu non mi ascolti, tuttavia ho posto la fiducia nel nome della tua misericordia, e so che la mia speranza non rimarrà delusa….
Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre…….
Per permetterci di conoscerlo, accoglierlo e seguirlo, il Figlio di Dio ha assunto la nostra carne, e così la sua visione del Padre è avvenuta anche in modo umano, attraverso un cammino e un percorso nel tempo. La fede cristiana è fede nell’Incarnazione del Verbo e nella sua Risurrezione nella carne; è fede di Dio che si è fatto così vicino da entrare nella nostra storia. La fede nel Figlio di Dio fatto uomo in Gesù di Nazaret non ci separa dalla realtà, ma ci permette di cogliere il suo significato più profondo, di scoprire quanto Dio ama questo mondo e lo orienta incessantemente verso di Sé; e questo porta il cristiano a impegnarsi, a vivere in modo ancora più intenso il cammino sulla terra.
Consolida le mie deboli forze- Faustina Kowalska
O Gesù, verità eterna, consolida le mie deboli forze. Tu Signore , puoi tutto. So che i miei sforzi senza di te sono niente. O Gesù, non nasconderti davanti a me, poiché io non posso vivere senza di te. Ascolta il grido della mia anima. La tua misericordia non si è esaurita, perciò abbi pietà della mia miseria. La tua misericordia supera l’intelligenza degli angeli e degli uomini messi insieme e sebbene a me sembri che tu non mi ascolti, tuttavia ho posto la fiducia nel nome della tua misericordia, e so che la mia speranza non rimarrà delusa….
La fede nell’Amore pieno
Noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore in Dio rimane in Lui.
La storia di Gesù è la manifestazione piena dell’affidabilità di Dio. Se Israele ricordava i grandi atti di amore di Dio, che formavano il centro della sua confessione e aprivano lo sguardo della sua fede, adesso la vita di Gesù appare come luogo dell’intervento definitivo di Dio,la suprema manifestazione del suo amore per noi. Quella che Dio ci rivolge a Gesù non è una parola in più tra tante altre, ma la sua parola eterna. Non c’è nessuna garanzia più grande che Dio possa dare per rassicurarci del suo amore, come ci ricorda San Paolo. La fede cristiana è dunque fede nell’Amore pieno, nel suo potere efficace, nella sua capacità di trasformare il mondo e di illuminare il tempo…. La fede coglie nell’amore di Dio manifestato in Gesù il fondamento su cui poggia la realtà e la sua destinazione ultima..
Paolo VI
O Signore, fa che la mia fede sia piena, senza riserve, e che essa penetri nel mio pensiero, nel mio modo di giudicare le cose divine e le cose umane. O Signore, fa che la mia fede sia libera: cioè abbia il concorso personale della mia adesione, accetti le rinunce ed i doveri che essa comporta e che esprime l’apice decisivo della mia personalità; credo in Te o Signore
Noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore in Dio rimane in Lui.
La storia di Gesù è la manifestazione piena dell’affidabilità di Dio. Se Israele ricordava i grandi atti di amore di Dio, che formavano il centro della sua confessione e aprivano lo sguardo della sua fede, adesso la vita di Gesù appare come luogo dell’intervento definitivo di Dio,la suprema manifestazione del suo amore per noi. Quella che Dio ci rivolge a Gesù non è una parola in più tra tante altre, ma la sua parola eterna. Non c’è nessuna garanzia più grande che Dio possa dare per rassicurarci del suo amore, come ci ricorda San Paolo. La fede cristiana è dunque fede nell’Amore pieno, nel suo potere efficace, nella sua capacità di trasformare il mondo e di illuminare il tempo…. La fede coglie nell’amore di Dio manifestato in Gesù il fondamento su cui poggia la realtà e la sua destinazione ultima..
Paolo VI
O Signore, fa che la mia fede sia piena, senza riserve, e che essa penetri nel mio pensiero, nel mio modo di giudicare le cose divine e le cose umane. O Signore, fa che la mia fede sia libera: cioè abbia il concorso personale della mia adesione, accetti le rinunce ed i doveri che essa comporta e che esprime l’apice decisivo della mia personalità; credo in Te o Signore
La luce della Risurrezione
Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati.
La morte di Cristo svela l’affidabilità totale dell’amore di Dio alla luce della sua Risurrezione. In quanto risorto, Cristo è testimone affidabile, degno della fede, appoggio solido per la nostra fede…. Se l’amore del Padre non avesse fatto risorgere Gesù dai morti, se non avesse potuto ridare vita al suo corpo, allora non sarebbe un amore pienamente affidabile, capace di illuminare anche le tenebre della morte. Quando San Paolo parla della sua nuova vita in Cristo, si riferisce” alla fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me”… Questa fede del Figlio di Dio è certamente la fede dell’Apostolo delle genti in Gesù, ma suppone anche l’affidabilità di Gesù, che si fonda, si, nel suo amore fino alla morte, ma anche nel suo essere Figlio di Dio……
Pensieri di Anna Maria Cànopi
Signore nostro Dio, accresci il fervore della nostra fede, perché anche la nostra lode sia pura ed esaltante davanti a te. Fa che la nostra anima, sempre rinnovata dalla grazia nella sua giovinezza, canti e danzi davanti a te come una sposa innamorata in un interminabile giorno di festa. Vedendoti, tutti siamo spinti ad ammirati e ad acclamarti con grida di gioia, così come nel santuario del cielo perennemente danzano e cantano gli angeli e i santi, saziandosi di te che sei Amore
Un dono per gli altri
Animati da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato; anche noi crediamo e perciò parliamo…..
Chi si è aperto all’amore di Dio, ha ascoltato la sua voce e ha ricevuto la sua luce, non può tenere questo dono per sé. Poiché la fede è ascolto e visione, essa trasmette anche come parola e come luce…. La parola ricevuta si fa risposta, confessione e , in questo modo, risuona per gli altri, invitandoli a credere….. La luce di Gesù brilla, come in uno specchio, sul suo volto dei cristiani e così si diffonde, così arriva fino a noi, perché anche noi possiamo partecipare a questa visione e riflettere ad altri la sua luce, come nella liturgia di Pasqua la luce del cero accende tante altre candele. La fede si trasmette, per così dire, nella forma del contatto, da una persona a persona, come una fiamma si accende da un’altra fiamma. I cristiani, nella loro povertà, piantano un seme così fecondo che diventa un grande albero ed è capace di riempire il mondo di frutti…..
Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati.
La morte di Cristo svela l’affidabilità totale dell’amore di Dio alla luce della sua Risurrezione. In quanto risorto, Cristo è testimone affidabile, degno della fede, appoggio solido per la nostra fede…. Se l’amore del Padre non avesse fatto risorgere Gesù dai morti, se non avesse potuto ridare vita al suo corpo, allora non sarebbe un amore pienamente affidabile, capace di illuminare anche le tenebre della morte. Quando San Paolo parla della sua nuova vita in Cristo, si riferisce” alla fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me”… Questa fede del Figlio di Dio è certamente la fede dell’Apostolo delle genti in Gesù, ma suppone anche l’affidabilità di Gesù, che si fonda, si, nel suo amore fino alla morte, ma anche nel suo essere Figlio di Dio……
Pensieri di Anna Maria Cànopi
Signore nostro Dio, accresci il fervore della nostra fede, perché anche la nostra lode sia pura ed esaltante davanti a te. Fa che la nostra anima, sempre rinnovata dalla grazia nella sua giovinezza, canti e danzi davanti a te come una sposa innamorata in un interminabile giorno di festa. Vedendoti, tutti siamo spinti ad ammirati e ad acclamarti con grida di gioia, così come nel santuario del cielo perennemente danzano e cantano gli angeli e i santi, saziandosi di te che sei Amore
Un dono per gli altri
Animati da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato; anche noi crediamo e perciò parliamo…..
Chi si è aperto all’amore di Dio, ha ascoltato la sua voce e ha ricevuto la sua luce, non può tenere questo dono per sé. Poiché la fede è ascolto e visione, essa trasmette anche come parola e come luce…. La parola ricevuta si fa risposta, confessione e , in questo modo, risuona per gli altri, invitandoli a credere….. La luce di Gesù brilla, come in uno specchio, sul suo volto dei cristiani e così si diffonde, così arriva fino a noi, perché anche noi possiamo partecipare a questa visione e riflettere ad altri la sua luce, come nella liturgia di Pasqua la luce del cero accende tante altre candele. La fede si trasmette, per così dire, nella forma del contatto, da una persona a persona, come una fiamma si accende da un’altra fiamma. I cristiani, nella loro povertà, piantano un seme così fecondo che diventa un grande albero ed è capace di riempire il mondo di frutti…..
Un testimone vivente della fede
Signore Gesù, anche se provi la mia fede e mi fai camminare al buio cancellando la strada davanti a me, se anche il mio passo vacilla, fa che il mio sguardo tranquillo, illuminato, sia un testimone vivente che io abbia in me, e sia in pace…. Se anche provi la mia fiducia permettendo che l’aria si rarefaccia e io abbia l’impressione che la terra mi manchi sotto i piedi, il mio sguardo ricordi a tutti che nessuno ha forza per strapparmi da te, nel seno del quale noi camminiamo, respiriamo, siamo….(Helder Càmara)
Signore Gesù, anche se provi la mia fede e mi fai camminare al buio cancellando la strada davanti a me, se anche il mio passo vacilla, fa che il mio sguardo tranquillo, illuminato, sia un testimone vivente che io abbia in me, e sia in pace…. Se anche provi la mia fiducia permettendo che l’aria si rarefaccia e io abbia l’impressione che la terra mi manchi sotto i piedi, il mio sguardo ricordi a tutti che nessuno ha forza per strapparmi da te, nel seno del quale noi camminiamo, respiriamo, siamo….(Helder Càmara)
Credere con il cuore
Con il cuore si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza……
Il cuore, nella bibbia, è il centro dell’uomo, dove s’intrecciano tutte le sue dimensioni: il corpo e lo spirito; l’interiorità della persona e la sua apertura al mondo e agli altri; l’intelletto, il volere, l’effettività. Ebbene, se il cuore è capace di tenere insieme queste dimensioni, è perché esso è il luogo dove ci apriamo alla verità e all’amore e lasciamo che ci tocchino e ci trasformino nel profondo. La fede trasforma la persona interna, appunto in quanto essa si apre all’amore. E’ in questo intreccio della fede con l’amore che si comprende la forma di conoscenza propria della fede, la sua forza di convinzione, la sua capacità di illuminare i nostri passi. La fede conosce in quanto è legata all’amore, in quanto l’amore stesso porta una luce. La comprensione della fede è quella che nasce quando riceviamo il grande amore di Dio che ci trasforma interiormente e ci dona occhi nuovi per vedere la realtà…..
Con il cuore si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza……
Il cuore, nella bibbia, è il centro dell’uomo, dove s’intrecciano tutte le sue dimensioni: il corpo e lo spirito; l’interiorità della persona e la sua apertura al mondo e agli altri; l’intelletto, il volere, l’effettività. Ebbene, se il cuore è capace di tenere insieme queste dimensioni, è perché esso è il luogo dove ci apriamo alla verità e all’amore e lasciamo che ci tocchino e ci trasformino nel profondo. La fede trasforma la persona interna, appunto in quanto essa si apre all’amore. E’ in questo intreccio della fede con l’amore che si comprende la forma di conoscenza propria della fede, la sua forza di convinzione, la sua capacità di illuminare i nostri passi. La fede conosce in quanto è legata all’amore, in quanto l’amore stesso porta una luce. La comprensione della fede è quella che nasce quando riceviamo il grande amore di Dio che ci trasforma interiormente e ci dona occhi nuovi per vedere la realtà…..
Rendi salda la mia fede
Vieni in soccorso, Signore, alla mia debole fede giacchè sento senza la fede in te sono come una nave senza bussola, destinata a non arrivare in porto, a naufragare alla prima tempesta. Credere in te è cercate te senza stancarsi; è venire a te con gioia, è ricevere te con fiducia, è ascoltare te prima di ogni altro, è custodire la tua parola nel cuore. Credere in te è già vivere in te, è già vivere in te, è oltrepassare le oscurità quotidiane ed essere assorbiti dalla tua luce nel possesso anticipato dell’eternità… ( Averardo Dini)
Vieni in soccorso, Signore, alla mia debole fede giacchè sento senza la fede in te sono come una nave senza bussola, destinata a non arrivare in porto, a naufragare alla prima tempesta. Credere in te è cercate te senza stancarsi; è venire a te con gioia, è ricevere te con fiducia, è ascoltare te prima di ogni altro, è custodire la tua parola nel cuore. Credere in te è già vivere in te, è già vivere in te, è oltrepassare le oscurità quotidiane ed essere assorbiti dalla tua luce nel possesso anticipato dell’eternità… ( Averardo Dini)
A servizio della pace
In Cristo Gesù non è la circolazione che vale o la non circoncisione, ma la fede che si rende operosa per mezzo della carità…..
Proprio grazie alla sua connessione con l’amore, la luce della fede si pone al servizio concreto della giustizia, del diritto e della pace. La fede nasce dall’incontro con l’amore originario di Dio in cui appare il senso e la bontà della nostra vita; questa viene illuminata nella misura in cui
In Cristo Gesù non è la circolazione che vale o la non circoncisione, ma la fede che si rende operosa per mezzo della carità…..
Proprio grazie alla sua connessione con l’amore, la luce della fede si pone al servizio concreto della giustizia, del diritto e della pace. La fede nasce dall’incontro con l’amore originario di Dio in cui appare il senso e la bontà della nostra vita; questa viene illuminata nella misura in cui
La fede che illumina i passi
Il signore disse ad Abramo:” Vattene dalla tua terra,
dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che ti indicherò.
Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa
tu essere una benedizione”.
Ciò che questa parola dice ad Abramo consiste in una
chiamata e in una promessa. E’ prima di tutto chiamata ad uscire dalla propria
terra, invito ad aprirsi a una vita nuova, inizio di un esodo che lo
incamminava verso un futuro inatteso. La versione che la fede darà ad Abramo
sarà sempre congiunta a questo passo in avanti da compiere: la fede “vede”
nella misura in cui cammina, in cui entra nello spazio aperto dalla Parola di
Dio. Questa parola contiene inoltre una promessa:” La tua discendenza sarà
numerosa, sarai padre di un grande popolo”. E’ vero che, in quanto
risposta a una Parola che precede la fede di Abramo sarà sempre un atto di
memoria. Tuttavia questa memoria non fissa nel passato ma, essendo memoria di
una promessa, diventa capace di aprire al futuro, di illuminare i passi lungo
la via.
Spiegazione
La nostra poca fede, Signore, è accompagnata qualche volta
da poca disponibilità, da rigidità di cuore, da durezza, da incapacità a
comprenderti. Rimproveraci, o Signore, affinchè il nostro cuore ti accolga! Fa
che non ci spaventiamo della nostra durezza di cuore ma che, perseverando nella
preghiera, giungiamo a cogliere i segni della tua presenza.
Il Dio affidabile
Chi vorrà essere benedetto nella terra, verrà esserlo per
Dio fedele, chi vorrà giurare nella
terra, giurerà per Dio fedele…..
Abramo, di cui si dice che, per fede, abitava in tende, la
citta dalle salde fondamenta. Sorge, dunque, in rapporto alla fede, una nuova
affidabilità, che solo Dio può donare. Se l’uomo di fede poggia sul Dio –Amen,
sul Dio fedele, e così diventa egli stesso saldo, possiamo aggiungere che la
saldezza della fede si riferisce anche alla città che Dio sta preparando per l’
uomo. La fede rivela quanto possono essere saldi i vincoli tra gli uomini, quando
Dio si rende presente in mezza ad essi. Non evoca soltanto una solidità
interiore, una convinzione stabile del credente; la fede illumina anche i
rapporti tra gli uomini, perché nasce dall’amore e segue la dinamica dell’Amore
di Dio. Il Dio affidabile dona agli uomini una citta affidabile.
Riflessioni
Padre Mio, mi abbandono a te, fa di me ciò che ti piace. Qualunque cosa tu faccia di
me, ti ringrazio. Sono pronto a tutto. La tua volontà si compia in me, in tutte
le tue creature. Non desidero altro, mio Dio. Affido l’anima mia alle tue mani
te la dono mio Dio, con tutto l’amore
del mio cuore perché ti amo, ed è un bisogno del mio amore di donarmi di pormi
nelle tue mani senza riserve con infinità fiducia perché Tu sei mio Padre.
Cercare la Luce
Senza la fede è impossibile essergli graditi; chi infatti
si avvicina a Dio, deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo
cercano…..
La Luce della fede in Gesù illumina anche il cammino di
tutti coloro che cercano Dio, e offre il contributo proprio del cristianesimo
nel dialogo con i seguaci delle diverse religioni. La Lettera agli Ebrei ci
parla della testimonianza dei giusti che, prima dell’Alleanza con Abramo, già
cercavano Dio con fede…. , possiamo così capire che il cammino dell’uomo
religioso passa per la confessione di cammino dell’uomo religioso passa per la
confessione di un Dio che si prende cura di lui e che non è impossibile
trovare…. L’uomo religioso cerca di riconoscere i segni di Dio nelle esperienze
quotidiane della sua vita, nel ciclo delle stagioni, nella fecondità della
terra e in tutto il movimento del cosmo. Dio è luminoso, e può essere trovato
anche da coloro che lo cercano con cuore sincero
Pensiero
Aiutami, Signore, a illuminare la confusione delle cose con
la chiarezza della fede e a trasformare nella forza della fiducia la difficoltà
di tutto ciò che pesa su di me. Il tuo Santo Spirito possa testimoniare nel mio
cuore che io sono veramente tuo figlio e ho ragione quando accetto tutti gli
avvenimenti dalla tua mano. Fa che nella certezza del tuo amore trovino
risposta quelle domande a cui nessuna sapienza umana può rispondere.
La fede nel Figlio di Dio
Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede
in me non rimanga nelle tenebre…….
Per permetterci di conoscerlo, accoglierlo e seguirlo, il
Figlio di Dio ha assunto la nostra carne, e così la sua visione del Padre è
avvenuta anche in modo umano, attraverso un cammino e un percorso nel tempo. La
fede cristiana è fede nell’Incarnazione del Verbo e nella sua Risurrezione nella
carne; è fede di Dio che si è fatto così vicino da entrare nella nostra storia.
La fede nel Figlio di Dio fatto uomo in Gesù di Nazaret non ci separa dalla
realtà, ma ci permette di cogliere il suo significato più profondo, di scoprire
quanto Dio ama questo mondo e lo orienta incessantemente verso di Sé; e questo
porta il cristiano a impegnarsi, a vivere in modo ancora più intenso il cammino
sulla terra.
Consolida le mie deboli forze- Faustina Kowalska
O Gesù, verità eterna, consolida le mie deboli forze. Tu
Signore , puoi tutto. So che i miei sforzi senza di te sono niente. O Gesù, non
nasconderti davanti a me, poiché io non posso vivere senza di te. Ascolta il
grido della mia anima. La tua misericordia non si è esaurita, perciò abbi pietà
della mia miseria. La tua misericordia supera l’intelligenza degli angeli e
degli uomini messi insieme e sebbene a me sembri che tu non mi ascolti,
tuttavia ho posto la fiducia nel nome della tua misericordia, e so che la mia
speranza non rimarrà delusa….
La fede nell’Amore pieno
Noi abbiamo
conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane
nell’amore in Dio rimane in Lui.
La storia di Gesù è la manifestazione piena
dell’affidabilità di Dio. Se Israele ricordava i grandi atti di amore di Dio,
che formavano il centro della sua confessione e aprivano lo sguardo della sua
fede, adesso la vita di Gesù appare come luogo dell’intervento definitivo di
Dio,la suprema manifestazione del suo amore per noi. Quella che Dio ci rivolge
a Gesù non è una parola in più tra tante altre, ma la sua parola eterna. Non
c’è nessuna garanzia più grande che Dio possa dare per rassicurarci del suo
amore, come ci ricorda San Paolo. La fede cristiana è dunque fede nell’Amore
pieno, nel suo potere efficace, nella sua capacità di trasformare il mondo e di
illuminare il tempo…. La fede coglie nell’amore di Dio manifestato in Gesù il
fondamento su cui poggia la realtà e la sua destinazione ultima..
Paolo VI
O Signore, fa che la mia fede sia piena, senza riserve, e
che essa penetri nel mio pensiero, nel mio modo di giudicare le cose divine e
le cose umane. O Signore, fa che la mia fede sia libera: cioè abbia il concorso
personale della mia adesione, accetti le rinunce ed i doveri che essa comporta
e che esprime l’apice decisivo della mia personalità; credo in Te o Signore
La luce della Risurrezione
Se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi
siete ancora nei vostri peccati.
La morte di Cristo svela l’affidabilità totale dell’amore di
Dio alla luce della sua Risurrezione. In quanto risorto, Cristo è testimone
affidabile, degno della fede, appoggio solido per la nostra fede…. Se l’amore
del Padre non avesse fatto risorgere Gesù dai morti, se non avesse potuto
ridare vita al suo corpo, allora non sarebbe un amore pienamente affidabile,
capace di illuminare anche le tenebre della morte. Quando San Paolo parla della
sua nuova vita in Cristo, si riferisce” alla fede del Figlio di Dio, che mi ha
amato e ha consegnato se stesso per me”… Questa fede del Figlio di Dio è
certamente la fede dell’Apostolo delle genti in Gesù, ma suppone anche
l’affidabilità di Gesù, che si fonda, si, nel suo amore fino alla morte, ma
anche nel suo essere Figlio di Dio……
Pensieri di Anna Maria Cànopi
Signore nostro Dio, accresci il fervore della nostra fede,
perché anche la nostra lode sia pura ed esaltante davanti a te. Fa che la
nostra anima, sempre rinnovata dalla grazia nella sua giovinezza, canti e danzi
davanti a te come una sposa innamorata in un interminabile giorno di festa.
Vedendoti, tutti siamo spinti ad ammirati e ad acclamarti con grida di gioia,
così come nel santuario del cielo perennemente danzano e cantano gli angeli e i
santi, saziandosi di te che sei Amore
Un dono per gli altri
Animati da quello stesso spirito di fede di cui sta
scritto: Ho creduto, perciò ho parlato; anche noi crediamo e perciò parliamo…..
Chi si è aperto all’amore di Dio, ha ascoltato la sua voce e
ha ricevuto la sua luce, non può tenere questo dono per sé. Poiché la fede è
ascolto e visione, essa trasmette anche come parola e come luce…. La parola
ricevuta si fa risposta, confessione e ,
in questo modo, risuona per gli altri, invitandoli a credere….. La luce di Gesù
brilla, come in uno specchio, sul suo volto dei cristiani e così si diffonde,
così arriva fino a noi, perché anche noi possiamo partecipare a questa visione
e riflettere ad altri la sua luce, come nella liturgia di Pasqua la luce del
cero accende tante altre candele. La fede si trasmette, per così dire, nella
forma del contatto, da una persona a persona, come una fiamma si accende da
un’altra fiamma. I cristiani, nella loro povertà, piantano un seme così fecondo
che diventa un grande albero ed è capace di riempire il mondo di frutti…..
Un testimone vivente della fede
Signore Gesù, anche se provi la mia fede e mi fai camminare
al buio cancellando la strada davanti a me, se anche il mio passo vacilla, fa
che il mio sguardo tranquillo, illuminato, sia un testimone vivente che io
abbia in me, e sia in pace…. Se anche provi la mia fiducia permettendo che
l’aria si rarefaccia e io abbia l’impressione che la terra mi manchi sotto i
piedi, il mio sguardo ricordi a tutti che nessuno ha forza per strapparmi da
te, nel seno del quale noi camminiamo, respiriamo, siamo….(Helder Càmara)
Credere con il cuore
Con il cuore si crede per ottenere la giustizia, e con la
bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza……
Il cuore, nella bibbia, è il centro dell’uomo, dove
s’intrecciano tutte le sue dimensioni: il corpo e lo spirito; l’interiorità
della persona e la sua apertura al mondo e agli altri; l’intelletto, il volere,
l’effettività. Ebbene, se il cuore è capace di tenere insieme queste
dimensioni, è perché esso è il luogo dove ci apriamo alla verità e all’amore e
lasciamo che ci tocchino e ci trasformino nel profondo. La fede trasforma la
persona interna, appunto in quanto essa si apre all’amore. E’ in questo
intreccio della fede con l’amore che si comprende la forma di conoscenza
propria della fede, la sua forza di convinzione, la sua capacità di illuminare
i nostri passi. La fede conosce in quanto è legata all’amore, in quanto l’amore
stesso porta una luce. La comprensione della fede è quella che nasce quando
riceviamo il grande amore di Dio che ci trasforma interiormente e ci dona occhi
nuovi per vedere la realtà…..
Rendi salda la mia fede
Vieni in soccorso, Signore, alla mia debole fede giacchè
sento senza la fede in te sono come una
nave senza bussola, destinata a non arrivare in porto, a naufragare alla prima
tempesta. Credere in te è cercate te senza stancarsi; è venire a te con gioia,
è ricevere te con fiducia, è ascoltare te prima
di ogni altro, è custodire la tua parola nel cuore. Credere in te è già
vivere in te, è già vivere in te, è oltrepassare le oscurità quotidiane ed
essere assorbiti dalla tua luce nel possesso anticipato dell’eternità… (
Averardo Dini)
A servizio della pace
In Cristo Gesù non è la circolazione che vale o la non
circoncisione, ma la fede che si rende operosa per mezzo della carità…..
Proprio grazie alla sua connessione con l’amore, la luce
della fede si pone al servizio concreto della giustizia, del diritto e della
pace. La fede nasce dall’incontro con l’amore originario di Dio in cui appare
il senso e la bontà della nostra vita; questa viene illuminata nella misura in
cui
“Con lo Spirito Santo fissiamo lo sguardo sul nostro popolo”
21/febbraio/2007
Mercoledì delle ceneri
Cari fratelli e sorelle, il nostro peregrinare si fa più
intenso contemplando, il mistero che ha ridato vigore alla nostra vita, il
mistero della nostra riconciliazione con Dio per mezzo di Gesù Cristo, che ha
sofferto, è morto ed è risorto per i nostri peccati. Ci prepariamo camminando,
ed ogni cammino implica una partenza, ci chiede di uscire. La storia del popolo
di Dio e della chiesa è segnata fin dall’inizio dalla rottura, dalla partenza e
dagli spostamenti. L’intuizione, la risposta alla grazia di questi grandi, ha
reso feconde le loro vite e alimentato con il suo spirito il cammino della
chiesa per molti secoli. Questa caratteristica è fortemente simbolica: si
tratta di un invito a scoprire nella condizione di itineranza il movimento del
cuore che ha bisogno di uscire per poter rimanere, di cambiare per poter essere
fedele. Tuttavia, in questa tensione il nostro cuore continua a sentire le
conseguenze della paura. Non c’è dubbio che i tempi cambiano r che le
situazioni non si ripetono, ma i modi di affrontare la vita hanno
caratteristiche molto comuni questo può
diventare, per noi, una costante fonte di aspirazione e saggezza per affrontare
il nostro momento. Vi chiedo di vivere intensamente come chiesa orante, riflessiva,
penitente e adorante questo tempo, affinchè la grazia venga abbondantemente
riservata su tutti noi e su tutto il popolo santo di Dio. Dobbiamo rispondere
con più fedeltà evangelizzatrice alla sfide che questa città e la sua gente ci
presentano. Una fedeltà che stiamo cercando di scoprire nell’ambito di quello
che abbiamo chiamato alcuni anni fa “<<stato di assemblea”>>.
Durante questo cammino penso ora a Giona che Gesù stesso utilizzò per
annunciare la propria morte e la risurrezione. Credo che la figura di questo
profeta fuggitivo dissenziente, lamentoso ma alla fine fedele, possa aiutarci
nel nostro pellegrinaggio. Come Giova, anche noi troviamo difficile e
travolgente la realtà a cui siamo inviati. Emergono nuove esigenze che ci
chiedono risposte inedite. Mentre prima riuscivamo ad arrangiarci molto bene da
soli, facendo le cose a modo nostro, la frammentazione che la nostra società
sta subendo ci mette difronte all’esigenza evangelizzatrice di un’identità
ecclesiale che sgorghi da una maggiore comunione. Questo spirito di comunione rafforzerà
la nostra unità con l’armonia dello Spirito Santo e ci difenderà dalla
vertigine da cui siamo tentati quando vediamo vacillare le nostre sicurezze e
ci rendiamo conto che perfino il nostro sistema di lavoro pastorale, può essere
costretto ad assumere una forma nuova. Nel nostro cammino ecclesiale abbiamo
fatto e continuiamo a fare sforzi enormi
su diverse strade, abbiamo sostenuto e sosteniamo diversi modi di essere
pastori, abbiamo affrontato e continuiamo ad affrontare crisi e scossoni, abbiamo
visto e vediamo che molti dei progetti a cui dedichiamo tempo e sforzi si
rivelano incapaci di mantenere vivi i nostri desideri e le aspettative
evangelizzatrici mentre perdiamo tanta gente per strada. Dopo ogni tempesta,
tuttavia, prima o poi si ricomincia. Ma quando crediamo di essere tranquilli
nel ventre della balena, ci sorprende l’evidenza che tutto ciò che abbiamo
realizzato non era niente di più che una tappa, e che ora la balena ci ha
rigettato nella Ninive di un mondo in cui Dio sembra più assente di prima, un
mondo a cui noi, con le parole che diciamo, non interessiamo e che ritiene
irrilevanti e superati i valori che cerchiamo di annunciare. Questa realtà ci
ha chiamati a trovare il modo di accogliere di nuovo tutti, facendo delle
nostre parrocchie e geografiche pastorali santuari in cui fare esperienza della
presenza di Dio che ci ama, ci unisce e ci salva. La nostra identità e
autostima si sentono minacciate; ci si presentano problemi per i quali
apparentemente non abbiamo una risposta. Siamo una minoranza e opponiamo
resistenza all’idea di essere<< uno fra i tanti>>. Quando ci
lamentiamo dei problemi che abbiamo, forse facciamo resistenza a uscire da un
territorio che conoscevamo e riuscivamo a gestire. Tuttavia, le stesse difficoltà
possono essere come la tempesta, la balena, il verme che fece seccare il ricino
di Giova o il vento e il sole che gli scottarono la testa, e, come fu per lui,
possono avere la funzione di costringerci a ritornare dalle nostre evasive<<
Tarsis>> per avvicinarci a Ninive e, soprattutto, per superare la paura
di questo Dio che è tenerezza e che ci viene incontro per avvicinarci con la
sua grazia e guidarci in una itineranza costante e rinnovatrice. E come Giona,
anche noi possiamo ascoltare una chiamata persistente che ci invita a rivivere
l’avventura di Ninive, ad accettare il rischio di essere protagonisti di una
nuova evangelizzazione, frutto dell’incontro con Dio che è sempre una novità e
che ci spinge a fare una scelta decisiva, a muoverci per andare al di là di ciò
che conosciamo, dove c’è l’umanità più ferita e dove gli uomini, sotto
l’apparenza della superficialità e del conformismo, continuano a cercare la
risposta alla domanda del senso della vita. Aiutando i nostri fratelli a
trovare una risposta, anche noi ritroveremo
il senso di tutta la nostra azione, il luogo di tutta la nostra preghiera e il
valore di tutta la nostra dedizione. Facciamo in modo di camminare alzando lo
sguardo per vedere molto più in là e per trovare, in fondo a noi stessi, ciò
che dobbiamo lasciare affinchè Gesù evangelizzi come maestro; per poter
arrivare dove è arrivato il nostro sguardo partendo dallo spirito. Spostiamoci
senza paura verso tutte le periferie, verso tutti i confini, uniti nella
chiesa, assemblea unita e sostenuta dal Dio della vita. Che questo camminare
sappia discernere ciò di cui ha bisogno, e ad ogni nuovo passo ne faccia
seguire un altro, senza prevedibilità né ricette magiche, ma con apertura
generosa allo spirito, che guida la storia per le vie di Dio.
Vi chiedo, per favore, di pregare per me….. . con affetto
Papa Francesco
“Apriamo il cuore ai fratelli”
La Chiesa ci mette in cammino verso l’incontro con Gesù
Cristo, l’unico cammino che abbia consistenza, l’unico che in qualche modo mi
porti ad incontrarmi con il mio Signore, colui che da senso alla vita. E
cominciando oggi questo cammino, ci fa partecipi di un gesto, di una parola e
di un consiglio. Un gesto: tutti noi riceveremo le ceneri sulla testa, come
segno di quello che siamo. Qualche anno più, qualche anno meno, tutti finiremo
così: cenere. E, tuttavia, una voce interiore dice a ciascuno di noi:” tu sei
nato per un’altra cosa, non per diventare cenere”. Tu sei nato per un incontro,
per una pianezza del cuore che è l’incontro con Gesù Cristo. Con questa
riflessione, con questo significato, ognuno di noi si chieda: che cosa cerco io
nella vita? Cerco l’incontro con Gesù Cristo che mi contemplerà, che mi darà
l’unica felicità che non si può perdere? O faccio parte della Pavada ( branco
di tacchini), cioè vivo in modo superficiale? E vero, a volte l’ambiente ti
butta a terra. Poco tempo fa ho letto una favola scritta da un monaco.,
racconta che alcuni ragazzi, scalando una montagna, trovarono l’uovo di
un’aquila e se la portarono a casa. Una volta scesi, videro che nel pollaio
della casa c’era una tacchina che stava covando e misero l’uovo d’aquila sotto
di lei, insieme a quelli dei suoi futuri pulcini. Bene, nacquero i pulcini
tutti uguali, però man mano che crescevano si differenziavano. Quando
cominciarono ad avere una certa autonomia, i piccoli tacchini giocavano con l’acqua,
mentre l’aquilotto non lo sapeva fare, però stava lì tra loro. E ogni volta che
vedeva un’aquila volare sentiva qualcosa dentro di se che lo attirava verso
l’alto, ma non poteva andare…. Faceva parte di quel branco di tacchini. E tu
dove sei? Tu che hai vocazione di aquila, per cosa vivi? Per la mondanità? Per
l’apparenza? Pensiamoci tutti, è un messaggio per tutti. Le ceneri ci pongono
questa domanda: vuoi volare verso il messaggio di Gesù Cristo, vivendo già da
ora in pienezza, o vuoi vivere facendo parte del branco dei tacchino, nella
superficialità? Questo è il gesto. San Paolo dice, : “ vi supplichiamo in nome
di Gesù Cristo: lasciatevi riconciliare con
Dio”. Ognuno di noi deve vivere più l’incontro con il Signore. Tutti
siamo peccatori. Per favore, se c’è qualcuno che non è peccatore alzi la mano,
perché così gli diamo un premio. Tutti siamo peccatori. Tutti. E abbiamo
bisogno di riconciliarci con Gesù, partendo da ciò per cui ognuno di noi sa che
deve lasciarsi riconciliare: un’ ingiustizia, un odio, un invidia,
un’aggressione, una divisione… Ciascuno lo sa. Dio lo sa. E questo è il tempo
favorevole per lasciarci riconciliare con Dio! Questo tempo di cammino in cui
andiamo incontro a Gesù Cristo. Questa è la parola…. << “Lasciatevi
riconciliare con Dio>>” . e il consiglio? Il consiglio è quello che Gesù
dà nel Vangelo:<< non essere ipocrita, vivi per quello che sei>>.
Se sei un peccatore, ci dice il Signore, fa quello che fa ogni peccatore per
spezzare il suo cuore e convertirsi. Prega di più, aiuta gli altri, fa opere di
carità. Non vivere per te stesso, perché il peccato in fondo si concentra
sull’egoismo. E se viviamo in questa situazione di peccato, viviamo accentrando
l’attenzione su noi stessi. E configuriamo quel tipo di uomo e di donna che invece
di chiamarsi Giovanni, Pietro, Maria….. , si chiama
IO-ME-CON-ME-STESSO-PER –ME
Questo è ciò che ci insegna il mondo: ad essere
io-me-con-me-stesso-per-me, a vivere accentrando l’attenzione su me stesso, sul
mio egoismo. Gesù dice: apri il tuo cuore a Dio. Apri il tuo cuore ai fratelli
e dà in elemosina. Privati di qualcosa
per fare l’elemosina. Spendi il tuo tempo visitando un tuo fratello ammalato,
facendo compagnia a chi ne ha bisogno nella sua solitudine.
NON VIVERE PER TE STESSO
Chiedo aala Madonna che accompagni tutti noi in questo
cammino di riconciliazione con Gesù Cristo e d’incontro con Gesù, che è la cosa
più meravigliosa che ci succede nella vita….
“Apriamo il cuore ai fratelli”
La Chiesa ci mette in cammino verso l’incontro con Gesù Cristo, l’unico cammino che abbia consistenza, l’unico che in qualche modo mi porti ad incontrarmi con il mio Signore, colui che da senso alla vita. E cominciando oggi questo cammino, ci fa partecipi di un gesto, di una parola e di un consiglio. Un gesto: tutti noi riceveremo le ceneri sulla testa, come segno di quello che siamo. Qualche anno più, qualche anno meno, tutti finiremo così: cenere. E, tuttavia, una voce interiore dice a ciascuno di noi:” tu sei nato per un’altra cosa, non per diventare cenere”. Tu sei nato per un incontro, per una pianezza del cuore che è l’incontro con Gesù Cristo. Con questa riflessione, con questo significato, ognuno di noi si chieda: che cosa cerco io nella vita? Cerco l’incontro con Gesù Cristo che mi contemplerà, che mi darà l’unica felicità che non si può perdere? O faccio parte della Pavada ( branco di tacchini), cioè vivo in modo superficiale? E vero, a volte l’ambiente ti butta a terra. Poco tempo fa ho letto una favola scritta da un monaco., racconta che alcuni ragazzi, scalando una montagna, trovarono l’uovo di un’aquila e se la portarono a casa. Una volta scesi, videro che nel pollaio della casa c’era una tacchina che stava covando e misero l’uovo d’aquila sotto di lei, insieme a quelli dei suoi futuri pulcini. Bene, nacquero i pulcini tutti uguali, però man mano che crescevano si differenziavano. Quando cominciarono ad avere una certa autonomia, i piccoli tacchini giocavano con l’acqua, mentre l’aquilotto non lo sapeva fare, però stava lì tra loro. E ogni volta che vedeva un’aquila volare sentiva qualcosa dentro di se che lo attirava verso l’alto, ma non poteva andare…. Faceva parte di quel branco di tacchini. E tu dove sei? Tu che hai vocazione di aquila, per cosa vivi? Per la mondanità? Per l’apparenza? Pensiamoci tutti, è un messaggio per tutti. Le ceneri ci pongono questa domanda: vuoi volare verso il messaggio di Gesù Cristo, vivendo già da ora in pienezza, o vuoi vivere facendo parte del branco dei tacchino, nella superficialità? Questo è il gesto. San Paolo dice, : “ vi supplichiamo in nome di Gesù Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio”. Ognuno di noi deve vivere più l’incontro con il Signore. Tutti siamo peccatori. Per favore, se c’è qualcuno che non è peccatore alzi la mano, perché così gli diamo un premio. Tutti siamo peccatori. Tutti. E abbiamo bisogno di riconciliarci con Gesù, partendo da ciò per cui ognuno di noi sa che deve lasciarsi riconciliare: un’ ingiustizia, un odio, un invidia, un’aggressione, una divisione… Ciascuno lo sa. Dio lo sa. E questo è il tempo favorevole per lasciarci riconciliare con Dio! Questo tempo di cammino in cui andiamo incontro a Gesù Cristo. Questa è la parola…. << “Lasciatevi riconciliare con Dio>>” . e il consiglio? Il consiglio è quello che Gesù dà nel Vangelo:<< non essere ipocrita, vivi per quello che sei>>. Se sei un peccatore, ci dice il Signore, fa quello che fa ogni peccatore per spezzare il suo cuore e convertirsi. Prega di più, aiuta gli altri, fa opere di carità. Non vivere per te stesso, perché il peccato in fondo si concentra sull’egoismo. E se viviamo in questa situazione di peccato, viviamo accentrando l’attenzione su noi stessi. E configuriamo quel tipo di uomo e di donna che invece di chiamarsi Giovanni, Pietro, Maria….. , si chiama
IO-ME-CON-ME-STESSO-PER –ME
Questo è ciò che ci insegna il mondo: ad essere io-me-con-me-stesso-per-me, a vivere accentrando l’attenzione su me stesso, sul mio egoismo. Gesù dice: apri il tuo cuore a Dio. Apri il tuo cuore ai fratelli e dà in elemosina. Privati di qualcosa per fare l’elemosina. Spendi il tuo tempo visitando un tuo fratello ammalato, facendo compagnia a chi ne ha bisogno nella sua solitudine.
NON VIVERE PER TE STESSO
Chiedo aala Madonna che accompagni tutti noi in questo cammino di riconciliazione con Gesù Cristo e d’incontro con Gesù, che è la cosa più meravigliosa che ci succede nella vita….
La Chiesa ci mette in cammino verso l’incontro con Gesù Cristo, l’unico cammino che abbia consistenza, l’unico che in qualche modo mi porti ad incontrarmi con il mio Signore, colui che da senso alla vita. E cominciando oggi questo cammino, ci fa partecipi di un gesto, di una parola e di un consiglio. Un gesto: tutti noi riceveremo le ceneri sulla testa, come segno di quello che siamo. Qualche anno più, qualche anno meno, tutti finiremo così: cenere. E, tuttavia, una voce interiore dice a ciascuno di noi:” tu sei nato per un’altra cosa, non per diventare cenere”. Tu sei nato per un incontro, per una pianezza del cuore che è l’incontro con Gesù Cristo. Con questa riflessione, con questo significato, ognuno di noi si chieda: che cosa cerco io nella vita? Cerco l’incontro con Gesù Cristo che mi contemplerà, che mi darà l’unica felicità che non si può perdere? O faccio parte della Pavada ( branco di tacchini), cioè vivo in modo superficiale? E vero, a volte l’ambiente ti butta a terra. Poco tempo fa ho letto una favola scritta da un monaco., racconta che alcuni ragazzi, scalando una montagna, trovarono l’uovo di un’aquila e se la portarono a casa. Una volta scesi, videro che nel pollaio della casa c’era una tacchina che stava covando e misero l’uovo d’aquila sotto di lei, insieme a quelli dei suoi futuri pulcini. Bene, nacquero i pulcini tutti uguali, però man mano che crescevano si differenziavano. Quando cominciarono ad avere una certa autonomia, i piccoli tacchini giocavano con l’acqua, mentre l’aquilotto non lo sapeva fare, però stava lì tra loro. E ogni volta che vedeva un’aquila volare sentiva qualcosa dentro di se che lo attirava verso l’alto, ma non poteva andare…. Faceva parte di quel branco di tacchini. E tu dove sei? Tu che hai vocazione di aquila, per cosa vivi? Per la mondanità? Per l’apparenza? Pensiamoci tutti, è un messaggio per tutti. Le ceneri ci pongono questa domanda: vuoi volare verso il messaggio di Gesù Cristo, vivendo già da ora in pienezza, o vuoi vivere facendo parte del branco dei tacchino, nella superficialità? Questo è il gesto. San Paolo dice, : “ vi supplichiamo in nome di Gesù Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio”. Ognuno di noi deve vivere più l’incontro con il Signore. Tutti siamo peccatori. Per favore, se c’è qualcuno che non è peccatore alzi la mano, perché così gli diamo un premio. Tutti siamo peccatori. Tutti. E abbiamo bisogno di riconciliarci con Gesù, partendo da ciò per cui ognuno di noi sa che deve lasciarsi riconciliare: un’ ingiustizia, un odio, un invidia, un’aggressione, una divisione… Ciascuno lo sa. Dio lo sa. E questo è il tempo favorevole per lasciarci riconciliare con Dio! Questo tempo di cammino in cui andiamo incontro a Gesù Cristo. Questa è la parola…. << “Lasciatevi riconciliare con Dio>>” . e il consiglio? Il consiglio è quello che Gesù dà nel Vangelo:<< non essere ipocrita, vivi per quello che sei>>. Se sei un peccatore, ci dice il Signore, fa quello che fa ogni peccatore per spezzare il suo cuore e convertirsi. Prega di più, aiuta gli altri, fa opere di carità. Non vivere per te stesso, perché il peccato in fondo si concentra sull’egoismo. E se viviamo in questa situazione di peccato, viviamo accentrando l’attenzione su noi stessi. E configuriamo quel tipo di uomo e di donna che invece di chiamarsi Giovanni, Pietro, Maria….. , si chiama
IO-ME-CON-ME-STESSO-PER –ME
Questo è ciò che ci insegna il mondo: ad essere io-me-con-me-stesso-per-me, a vivere accentrando l’attenzione su me stesso, sul mio egoismo. Gesù dice: apri il tuo cuore a Dio. Apri il tuo cuore ai fratelli e dà in elemosina. Privati di qualcosa per fare l’elemosina. Spendi il tuo tempo visitando un tuo fratello ammalato, facendo compagnia a chi ne ha bisogno nella sua solitudine.
NON VIVERE PER TE STESSO
Chiedo aala Madonna che accompagni tutti noi in questo cammino di riconciliazione con Gesù Cristo e d’incontro con Gesù, che è la cosa più meravigliosa che ci succede nella vita….
Salmo. Di Davide
Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
La voce del Signore è sopra le acque,
tuona il Dio della gloria,
il Signore sulle grandi acque.
tuona il Dio della gloria,
il Signore sulle grandi acque.
La voce del Signore è forza,
la voce del Signore è potenza.
la voce del Signore è potenza.
La voce del Signore schiantai cedri,
schianta il Signore i cedri del Libano.
schianta il Signore i cedri del Libano.
Fa balzare come un vitello il Libano,
e il monte Sirion come un giovane bufalo.
e il monte Sirion come un giovane bufalo.
La voce del Signore saetta fiamme di fuoco,
la voce del Signore scuote il deserto,
scuote il Signore il deserto di Kades.
scuote il Signore il deserto di Kades.
La voce del Signore provoca le doglie alle cerve
e affretta il parto delle capre.
Nel suo tempio tutti dicono: “Gloria!”.
e affretta il parto delle capre.
Nel suo tempio tutti dicono: “Gloria!”.
Il Signore è seduto sull'oceano del cielo,
il Signore siede re per sempre.
il Signore siede re per sempre.
Signore darà potenza al suo popolo,
il Signore benedirà il suo popolo con la pace.
il Signore benedirà il suo popolo con la pace.
Commento
Il salmista si rivolge ai figli di Dio (Cf. Gn 6,2) agli Israeliti, a quelli che hanno cedimenti con gli idoli e perso la speranza nel Dio d’Israele. Il testo ebraico ha: “figli degli dei”, per dire che sono diventati figli degli idoli; si tratta indubbiamente di una provocazione al ritorno.
I santi ornamenti sono gli abiti casti, lindi, coi quali il popolo deve prostrasi dinanzi a Dio, ornamenti che non dichiarino l’appartenenza agli idoli.
Il salmo con grande probabilità risale al tempo dei Giudici quando molti Israeliti si contaminarono con i culti cananei. A loro sembrava che le promesse di Dio di un’immediata conquista della terra promessa si fossero esaurite, da qui il salmista che richiama all’unico e vero Dio. Gli idoli cui gli Israeliti cedevano erano i Baal. Baal era il dio della vegetazione e della pioggia; era rappresentato in statuette con in mano una folgore.
Il salmista proclama che il vero e unico sovrano della tempesta è il Signore.
Dio afferma la sua parola potente, sovrana, nel turbinio di un diluvio. All’uragano si accompagna il terremoto per questo il Libano e il Sirion, nome fenicio dell’Hermon sono scossi: “Fa balzare come un vitello il Libano, e il monte Sirion come un giovane bufalo”. Un vento impetuoso estende la nuvolaglia nera verso il deserto di Kades e schianta a terra con la sua forza i cedri del Libano, denudando così le foreste.
I fulmini poi scuotono le terre pianeggianti della steppa, mentre le cerve terrorizzate partoriscono anzitempo. E’ una teofania
I santi ornamenti sono gli abiti casti, lindi, coi quali il popolo deve prostrasi dinanzi a Dio, ornamenti che non dichiarino l’appartenenza agli idoli.
Il salmo con grande probabilità risale al tempo dei Giudici quando molti Israeliti si contaminarono con i culti cananei. A loro sembrava che le promesse di Dio di un’immediata conquista della terra promessa si fossero esaurite, da qui il salmista che richiama all’unico e vero Dio. Gli idoli cui gli Israeliti cedevano erano i Baal. Baal era il dio della vegetazione e della pioggia; era rappresentato in statuette con in mano una folgore.
Il salmista proclama che il vero e unico sovrano della tempesta è il Signore.
Dio afferma la sua parola potente, sovrana, nel turbinio di un diluvio. All’uragano si accompagna il terremoto per questo il Libano e il Sirion, nome fenicio dell’Hermon sono scossi: “Fa balzare come un vitello il Libano, e il monte Sirion come un giovane bufalo”. Un vento impetuoso estende la nuvolaglia nera verso il deserto di Kades e schianta a terra con la sua forza i cedri del Libano, denudando così le foreste.
I fulmini poi scuotono le terre pianeggianti della steppa, mentre le cerve terrorizzate partoriscono anzitempo. E’ una teofania
PREGHIERA:
PADRE, FA' CHE ASCOLTI LA TUA VOCE,PERCHE' COME LA TEMPESTOSA DEL VENERDì SANTO SI CONCLUSE NELLA SERENA GLORIA DELLA RISURREZIONE, COSì, DOPO LE LOTTE DELLA PRESENTE, MI ATTENDA IL RIPOSO DELLA VITA ETERNA...... AMEN
PADRE, FA' CHE ASCOLTI LA TUA VOCE,PERCHE' COME LA TEMPESTOSA DEL VENERDì SANTO SI CONCLUSE NELLA SERENA GLORIA DELLA RISURREZIONE, COSì, DOPO LE LOTTE DELLA PRESENTE, MI ATTENDA IL RIPOSO DELLA VITA ETERNA...... AMEN
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, mio Dio,
a te ho gridato e mi hai guarito.
a te ho gridato e mi hai guarito.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.
Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
della sua santità celebrate il ricordo,
6 perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.
Ho detto, nella mia sicurezza:
“Mai potrò vacillare!”.
“Mai potrò vacillare!”.
Nella tua bontà, o Signore,
mi avevi posto sul mio monte sicuro;
il tuo volto hai nascosto
e lo spavento mi ha preso.
mi avevi posto sul mio monte sicuro;
il tuo volto hai nascosto
e lo spavento mi ha preso.
A te grido, Signore,
al Signore chiedo pietà:
al Signore chiedo pietà:
“Quale guadagno dalla mia morte,
dalla mia discesa nella fossa?
Potrà ringraziarti la polvere
e proclamare la tua fedeltà?
dalla mia discesa nella fossa?
Potrà ringraziarti la polvere
e proclamare la tua fedeltà?
Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!”.
Signore, vieni in mio aiuto!”.
Hai mutato il mio lamento in danza,
mi hai tolto l'abito di sacco,
mi hai rivestito di gioia,
mi hai tolto l'abito di sacco,
mi hai rivestito di gioia,
perché ti canti il mio cuore, senza tacere;
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.
Commento
L’autore del salmo riconosce di essere stato nel passato ampiamente beneficato da Dio, ma aveva peccato di presunzione dicendo tra sé: “Mai potrò vacillare!”.
Per questo Dio l’aveva abbandonato e gli aveva nascosto per “un istante” il suo volto. Per “un istante” l’aveva esposto ai suoi nemici, i quali giunsero ad un sol passo dal prevalere su di lui, ma Dio gli diede “vita” e così poté sfuggire alla morte. Per questo egli è diventato un testimone della bontà del Signore: “Cantate inni al Signore, o suoi fedeli”.
Permane però nelle insidie ed egli si rivolge a Dio chiedendo di conservarlo in vita, perché non ne trarrebbe nessun vantaggio dalla sua morte: “Quale guadagno dalla mia morte, dalla mia discesa nella fossa? Potrà ringraziarti la polvere e proclamare la tua fedeltà?”. La sua missione, il suo proclamare la fedeltà di Dio, sarebbe interrotta anzitempo. Umile, invoca misericordia, e lascia il lamento sperimentando ancora una volta la fedeltà del Signore. Conclude confermandosi nell’amore per il Signore: “Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre”...
Per questo Dio l’aveva abbandonato e gli aveva nascosto per “un istante” il suo volto. Per “un istante” l’aveva esposto ai suoi nemici, i quali giunsero ad un sol passo dal prevalere su di lui, ma Dio gli diede “vita” e così poté sfuggire alla morte. Per questo egli è diventato un testimone della bontà del Signore: “Cantate inni al Signore, o suoi fedeli”.
Permane però nelle insidie ed egli si rivolge a Dio chiedendo di conservarlo in vita, perché non ne trarrebbe nessun vantaggio dalla sua morte: “Quale guadagno dalla mia morte, dalla mia discesa nella fossa? Potrà ringraziarti la polvere e proclamare la tua fedeltà?”. La sua missione, il suo proclamare la fedeltà di Dio, sarebbe interrotta anzitempo. Umile, invoca misericordia, e lascia il lamento sperimentando ancora una volta la fedeltà del Signore. Conclude confermandosi nell’amore per il Signore: “Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre”...
PREGHIERE:
PADRE,QUANDO NE PARADISO TERRESTRE E' TRAMONTATO IL SOLE DELLA TUA GIUSTIZIA, OGNI UOMO E' STATO COSTRETTO A INDOSSARE L'ABITO DEL PECCATORE E DELLA MORTE. MA GESU' E' VENUTO IN NOSTRO AIUTO E CON LA PASQUA HA RISOLLEVATO L'UMANITA' DANDOLE UNA RIVINCITA SULLE POTENZE DEL MALE. FA',O PADRE, CHE LA RISURREZIONE DI CRISTO CONVERTA IL NOSTRO PIANTO NELLA GIOIA DELLA VITA ETERNA E MUTI LA NOSTRA TRISTEZZA IN CANTI DI RINGRAZIAMENTO E DI LODE. AMEN
PADRE,QUANDO NE PARADISO TERRESTRE E' TRAMONTATO IL SOLE DELLA TUA GIUSTIZIA, OGNI UOMO E' STATO COSTRETTO A INDOSSARE L'ABITO DEL PECCATORE E DELLA MORTE. MA GESU' E' VENUTO IN NOSTRO AIUTO E CON LA PASQUA HA RISOLLEVATO L'UMANITA' DANDOLE UNA RIVINCITA SULLE POTENZE DEL MALE. FA',O PADRE, CHE LA RISURREZIONE DI CRISTO CONVERTA IL NOSTRO PIANTO NELLA GIOIA DELLA VITA ETERNA E MUTI LA NOSTRA TRISTEZZA IN CANTI DI RINGRAZIAMENTO E DI LODE. AMEN
In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Tendi a me il tuo orecchio,
vieni presto a liberarmi.
Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
vieni presto a liberarmi.
Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
Perché mia rupe e mia fortezza tu sei,
per il tuo nome guidami e conducimi.
per il tuo nome guidami e conducimi.
Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
perché sei tu la mia difesa.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.
Tu hai in odio chi serve idoli falsi,
io invece confido nel Signore.
io invece confido nel Signore.
Esulterò e gioirò per la tua grazia,
perché hai guardato alla mia miseria,
hai conosciuto le angosce della mia vita;
perché hai guardato alla mia miseria,
hai conosciuto le angosce della mia vita;
non mi hai consegnato nelle mani del nemico,
hai posto i miei piedi in un luogo spazioso.
hai posto i miei piedi in un luogo spazioso.
Abbi pietà di me, Signore, sono nell'affanno;
per il pianto si consumano i miei occhi,
la mia gola e le mie viscere.
per il pianto si consumano i miei occhi,
la mia gola e le mie viscere.
Si logora nel dolore la mia vita,
i miei anni passano nel gemito;
inaridisce per la pena il mio vigore
e si consumano le mie ossa.
i miei anni passano nel gemito;
inaridisce per la pena il mio vigore
e si consumano le mie ossa.
Sono il rifiuto dei miei nemici
e persino dei miei vicini,
il terrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
e persino dei miei vicini,
il terrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
Sono come un morto, lontano dal cuore;
sono come un coccio da gettare.
sono come un coccio da gettare.
Ascolto la calunnia di molti: “Terrore all'intorno!”,
quando insieme contro di me congiurano,
tramano per togliermi la vita.
quando insieme contro di me congiurano,
tramano per togliermi la vita.
Ma io confido in te, Signore;
dico: “Tu sei il mio Dio,
dico: “Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani”.
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori:
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori:
sul tuo servo fa' splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.
salvami per la tua misericordia.
Signore, che io non debba vergognarmi
per averti invocato;
si vergognino i malvagi,
siano ridotti al silenzio negli inferi.
per averti invocato;
si vergognino i malvagi,
siano ridotti al silenzio negli inferi.
Tacciano le labbra bugiarde,
che dicono insolenze contro il giusto
con orgoglio e disprezzo.
che dicono insolenze contro il giusto
con orgoglio e disprezzo.
Quanto è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per coloro che ti temono,
la dispensi, davanti ai figli dell'uomo,
a chi in te si rifugia.
La riservi per coloro che ti temono,
la dispensi, davanti ai figli dell'uomo,
a chi in te si rifugia.
Tu li nascondi al riparo del tuo volto,
lontano dagli intrighi degli uomini;
li metti al sicuro nella tua tenda,
lontano dai litigi delle lingue.
lontano dagli intrighi degli uomini;
li metti al sicuro nella tua tenda,
lontano dai litigi delle lingue.
Benedetto il Signore,
che per me ha fatto meraviglie di grazia
in una città fortificata.
che per me ha fatto meraviglie di grazia
in una città fortificata.
Io dicevo, nel mio sgomento:
“Sono escluso dalla tua presenza”.
Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera
quando a te gridavo aiuto.
“Sono escluso dalla tua presenza”.
Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera
quando a te gridavo aiuto.
Amate il Signore, voi tutti suoi fedeli;
il Signore protegge chi ha fiducia in lui
e ripaga in abbondanza chi opera con superbia.
il Signore protegge chi ha fiducia in lui
e ripaga in abbondanza chi opera con superbia.
Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,
voi tutti che sperate nel Signore.
voi tutti che sperate nel Signore.
Commento
Il salmo è di facile lettura. Presenta un giusto che è sfuggito di mano al suo nemico perché il Signore ha guidato al largo i suoi passi. Quest’esperienza lo ha fortificato, ma la prova continua, lunga e snervante, ed egli si trova nell’affanno, nel pianto. E’ un emarginato su cui pesa una pubblica riprovazione che lo logora. Una congiura poi continua a volerlo morto, e lo fa vivere in un clima di terrore.
Suo rifugio è tuttavia il Signore, al quale domanda salvezza dai suoi nemici.
La recitazione cristiana omette l’invocazione d’annientamento dei nemici. Il cristiano prega per la conversione dei suoi nemici e non chiede a Dio di intervenire su di loro colpendoli secondo la sua giustizia, ma sa che Dio saprà agire. San Pietro nella sua prima lettera così ci dice di Cristo (2,23): “Insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia”.
Il salmista, liberato dalle angosce, loda e ringrazia il Signore, che lo ha liberato.
La sua preghiera termina con un invito a tutti i “suoi fedeli", cioè i retti di cuore del suo popolo, a non dubitare mai del Signore anche nelle situazione d’estremo dolore, e a perseverare nell’affermare il bene.
Suo rifugio è tuttavia il Signore, al quale domanda salvezza dai suoi nemici.
La recitazione cristiana omette l’invocazione d’annientamento dei nemici. Il cristiano prega per la conversione dei suoi nemici e non chiede a Dio di intervenire su di loro colpendoli secondo la sua giustizia, ma sa che Dio saprà agire. San Pietro nella sua prima lettera così ci dice di Cristo (2,23): “Insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia”.
Il salmista, liberato dalle angosce, loda e ringrazia il Signore, che lo ha liberato.
La sua preghiera termina con un invito a tutti i “suoi fedeli", cioè i retti di cuore del suo popolo, a non dubitare mai del Signore anche nelle situazione d’estremo dolore, e a perseverare nell’affermare il bene.
PREGHIERA:
SIGNORE, TU SEI IL MIO DIO, E NELLE TUE MANI IO RIPONGO CON FIDUCIA I MIEI GIORNI. IN TE SOLO IO CONFIDO, PERCHE' GRANDI SONO LE MERAVIGLIE CHE HAI FATTO PER ME, ANCHE QUANDO CREDEVO DI ESSERE ESCLUSO DALLA TUA PRESENZA. SIGNORE, IO VOGLIO GRIDARE A TUTTI I FRATELLI CONSUMATI DAL DOLORI;<< SIATE FORTI, RENDETE SALDO IL VOSTRO CUORE, SPERATE SEMPRE NEL SIGNORE....>>AMEN
SIGNORE, TU SEI IL MIO DIO, E NELLE TUE MANI IO RIPONGO CON FIDUCIA I MIEI GIORNI. IN TE SOLO IO CONFIDO, PERCHE' GRANDI SONO LE MERAVIGLIE CHE HAI FATTO PER ME, ANCHE QUANDO CREDEVO DI ESSERE ESCLUSO DALLA TUA PRESENZA. SIGNORE, IO VOGLIO GRIDARE A TUTTI I FRATELLI CONSUMATI DAL DOLORI;<< SIATE FORTI, RENDETE SALDO IL VOSTRO CUORE, SPERATE SEMPRE NEL SIGNORE....>>AMEN
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