PENSIERO DI MADRE SPERANZA:
Il suo primo e unico desiderio fu quello di fare sempre e in tutto la volontà di Dio, spinta dalla forza di un amore tenace e appassionato che la rendeva pronta ad accettare qualunque sacrificio.
Così esprimeva questi suoi desideri: “Aiutami, Dio mio a far sempre la tua Divina Volontà”.
"Dà alla mia debole volontà la forza e la costanza di cui ha bisogno, per non volere né desiderare alcuna cosa al di fuori del compimento della tua volontà".
“Si compia, mio Dio, la tua volontà anche se essa mi fa soffrire molto. Si compia la tua volontà anche se non la comprendo. Si compia la tua volontà anche quando io non la vedo”.
È l'amore, che sta al di sopra della ragione, che non conosce ostacoli o limiti, totalmente polarizzato in Cristo, che spiega questo suo anelito e diventa la ragione stessa del suo esistere. "L'amore - scrive - è fuoco che consuma, è vivo e, come il fuoco se non brucia, se non scotta, non è veramente fuoco. Così anche l'amore se non opera, se non soffre, se non si sacrifica non è amore. Chi possiede l'amore di Gesù non può stare quieto e tranquillo, ma è sempre disposto al sacrificio. Non si stanca, non viene meno e siccome ogni giorno scopre nella persona amata nuove bellezze, nuovi incanti, in ogni momento desidera sacrificarsi e morire per lei".
Per Madre Speranza amare significa innanzitutto identificarsi con Dio, essere totalmente assorbiti da lui e vivere cercando unicamente il suo bene e la sua gioia. Questo amore porta necessariamente con sé l'esigenza di consumare la vita nell'offerta di tutto il proprio essere in un gesto supremo di amore gratuito coinvolgendo la persona nelle sue varie componenti. Man mano che l'anima cresce in questo amore aumenta il desiderio di immolarsi e di annientarsi perché in essa non ci sia altro che Dio.
"Gesù mi dice che debbo tenere continuamente presente che l'amore se non soffre e non si sacrifica non è amore".
E' solo sperimentando fino in fondo la croce che si arriva a possedere la scienza della croce. Chi ama non si dà pace fino a quando non ha ottenuto di condividere con l'amato il calice della sofferenza. Certamente la perfezione non consiste nelle sofferenze prese in se stesse, ma nella purezza, intensità e profondità dell'amore che porta necessariamente a dimenticare se stessi e ad accettare tutto, anche il dolore.
In alcune pagine del suo Diario, Madre Speranza raggiunge i vertici della sua unione con Dio ed esprime lo stupore e l'incontenibile gioia del suo animo nel costatare e sperimentare il fuoco inebriante di questo amore divino.
"Il Buon Gesù ha fatto con me una vera pazzia d'amore... Ha imbalsamato il mio spirito con quel balsamo soavissimo dell'amore, chiamato da lui il balsamo del dolore, del sacrificio e dell'abnegazione; ma io posso solo chiamarlo il balsamo dell'amore: è l'aroma delicato che fa uscire l'anima da sé per entrare nel suo amato; è quella soavità che fa sgorgare dal cuore consolanti espressioni di affetto per Lui; è quel profumo che solo Lui sa preparare e che lascia l'anima strettamente unita a Lui senza rendersi conto di ciò che avviene intorno; è quel balsamo che genera nell'anima fame e sete del suo Dio e fa sì che, come il cervo assetato, corra alla fonte dell'amore".
Ma lei sapeva bene che i grandi ideali si realizzano nei piccoli gesti ordinari. Il suo non era un ideale vago ma una risoluzione ferma e decisa, una serena inquietudine che l'accompagnava in ogni luogo e si concretizzava nella pratica eroica delle virtù cristiane.
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