«Come una stella dentro un'acqua chiara mi splende una luce in fondo al cuore. Fin dall'infanzia da me non si separa e soavemente mi guida con amore. In fondo al cuore è un canto. Da dove viene mai? Uomo, tu non lo sai. Da dove riposa il Santo.
Io guardo la mia stella chiara né voglio cosa che non sia, sia pure la cosa più dolce e cara, che questa dolce luce che è tutta mia. Mi hai portata dagli alti Cieli, Stella, dentro ad un sen di madre. Ora vivi in me, ma oltre ai veli ti vedo, o volto glorioso del Padre. Quando alla tua serva Tu darai l'onore d'esser umile ancella del Salvatore? Manda, dal Cielo manda a noi il Messia. Accetta, Padre santo, l'offerta di Maria».
Maria tace, sorride e sospira, e poi si curva a ginocchi in preghiera. Il suo visetto è tutto una luce. Altolevato verso l'azzurro terso di un bel cielo estivo, pare ne aspiri tutta la luminosità e se ne irradi. O, meglio, pare che dal suo interno un nascosto sole irradi le sue luci e accenda la neve appena rosata delle carni di Maria, e si effonda incontro alle cose e al sole che splende sulla terra, benedicendo e promettendo tanto bene. Mentre Maria sta per rialzarsi dopo la sua amorosa preghiera, e sul volto le permane una luminosità d'estasi, entra la vecchia Anna di Fanuel e si arresta stupita, o per lo meno ammirata dell'atto e dell'aspetto di Maria. Poi la chiama: «Maria», e la Fanciulla si volge con un sorriso, diverso ma sempre tanto bello, e saluta: «Anna, a te pace». «Pregavi? Non ti basta mai la preghiera?». «La preghiera mi basterebbe. Ma io parlo con Dio. Anna, tu non puoi sapere come io me lo sento vicino. Più che vicino, in cuore. Dio mi perdoni tale superbia. Ma io non mi sento sola. Tu vedi? Là, in quella casa d'oro e di neve, dietro alla doppia Cortina, è il Santo dei santi. Né mai alcun occhio, che non sia quello del Sommo Sacerdote, può fissarsi sul Propiziatorio, sul quale riposa la gloria del Signore. Ma io non ho bisogno di guardare con tutta l'anima venerabonda quel doppio Velo trapunto, che palpita alle onde dei canti verginali e dei leviti e che odora di preziosi incensi, come per forarne la compagine e veder tralucere la Testimonianza. Si che la guardo! Non temere che io non la guardi con occhio venerabondo come ogni figlio d'Israele
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