ASCOLTIAMO LA MADRE SPERANZA
Esortazioni alle sue figlie nel laboratorio di Collevalenza
Vi confesso che nei miei anni di vita religiosa, e sono molti, mai mi sono coricata potendogli dire: Signore, Ti ringrazio, perché oggi ho potuto darti tutto quanto mi hai chiesto; mai ho potuto affermarlo, perché mai il Signore mi ha chiesto tutto quello che avrei potuto dargli. Alcune volte mi ha chiesto meno, altre più, però mai mi ha chiesto quanto posso effettivamente dargli e non credo che a voi lo chieda. Per questo, figlie mie, il mese prossimo, nel quale faremo il terzo ritiro, vi auguro che facendo il vostro bilancio possiate dire: “Signore, Ti ringrazio perché, per lo meno, ho saputo mortificarmi, ho saputo dare al mio corpo quello che merita”.
Ma, figlie mie, dimenticate soprattutto voi stesse, non contemplate troppo il vostro corpo. Pensate che il Signore chiama le anime alla vita religiosa perché si facciano sante. C’è bisogno di santi perché nel mondo la gente non si santifica. Per questo motivo attira le anime nella vita religiosa, al noviziato che può chiamarsi “il laboratorio” dove si forgiano i santi.
Quando vedo una casa religiosa penso: che bella officina! chissà quanti santi forgerà! Si, perché le case religiose sono la fabbrica dei santi. Ma, figlie mie, dobbiamo lasciarci lavorare! Perché se arriva una persona piena di se stessa, superba, vanitosa, senza un minimo di spirito di mortificazione … per quanto un superiore si sforzi di formarne un santo, se non si lascia modellare, si spezzerà, si farà a pezzi, si farà tanto chiasso, ma non si formerà un santo.
Per questo, allontanate da voi l’amor proprio, spogliatevi dell’“io”, cacciate da voi la superbia e non contemplate eccessivamente questo somarello del nostro corpo, perché, se l’accontentiamo troppo, si rafforza e la nostra natura ci farà sempre vergognare, perché ci chiederà cose sempre diverse da quelle che fanno piacere al Signore. Il nostro corpo è il peggiore nemico dell’anima, perché non vuole che avanzi nella santità. Diventiamo esigenti; con questo non voglio dirvi di usare la disciplina, né di fare grandi penitenze, ma di contrariarlo in quello che chiede. Vuole essere compatito? ditegli: chi credi di essere per essere compatito …! così dategli sempre il contrario di quanto chiede.
Supplicate il Signore perché vi aiuti a santificarvi e pregate, perché questa povera Madre possa esservi sempre di buon esempio. Io, figlie mie, posso far poco e non so neppure se ho ancora un corpo; mi mancano le forze, quasi non posso camminare … non posso darvi nulla e piango per il tempo che ho perso nella mia vita, ma il Signore può onorarmi con la sofferenza e col dolore.
Pregate per me, come io faccio per voi, perché possa dare al Signore quello che mi chiede. Io pregherò il Signore per voi, perché nessun figlio e figlia, resti indietro nel cammino della propria santificazione, ma tutti possiate dargli quanto si aspetta da voi e a me dia la grazia di vedere tutti i figlie e le figlie dargli gloria e come passerotti volare verso la santità.
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