La Testimonianza di Madre Speranza
E' possibile comprendere la vita di Madre Speranza solo rifacendosi a quel dono prezioso che il Signore le ha confidato: il carisma di fondazione della Famiglia religiosa dell'Amore Misericordioso. Tutta la vita della Madre è stata orientata e incentrata in questo. Un carisma si concretizza in:
- Dio si rivela;
- Dio che invita a fare esperienza di ciò che ha rivelato;
- Dio che manda.
Carisma non è mai un fatto solo speculativo, ma una esperienza; per cui chi è oggetto di un carisma da parte di Dio, come la Madre che ha avuto il carisma di fondazione, quando parla di queste cose ne parla non come uno che le ha lette, studiate e capite su un libro, ma come uno che ha vissuto e fatto esperienza diretta e personale di queste cose; quindi la sua parola è testimonianza: dice quello che ha visto, dice quello che ha sentito, dice quello che ha esperimentato su se stessa e nella sua vita.
- Dio che invita a fare esperienza di ciò che ha rivelato;
- Dio che manda.
Carisma non è mai un fatto solo speculativo, ma una esperienza; per cui chi è oggetto di un carisma da parte di Dio, come la Madre che ha avuto il carisma di fondazione, quando parla di queste cose ne parla non come uno che le ha lette, studiate e capite su un libro, ma come uno che ha vissuto e fatto esperienza diretta e personale di queste cose; quindi la sua parola è testimonianza: dice quello che ha visto, dice quello che ha sentito, dice quello che ha esperimentato su se stessa e nella sua vita.
Per poter stendere una testimonianza del genere su Madre Speranza ci si dovrebbe rifare a tutta la sua vita, a tutto quanto essa ha scritto, ha detto, ha fatto; difficilmente una testimonianza del genere potrebbe rientrare nello spazio limitato di un convegno. Per questo si è pensato di riproporre solo quanto la Madre Speranza stessa dice di se stessa nel suo diario, lasciando ad altri e ad altre circostanze quanto la Madre ha detto con le sue opere, con tutti i suoi scritti, con tutta la sua vita.
Madre Speranza, oltre aver scritto una decina di volumi, un 186 lettere circolari alle diverse comunità, un 198 lettere a persone private, oltre aver lasciato il suo pensiero in una ottantina di istruzioni tenute alle sue suore e registrare con magnetofono dalla sua viva voce, oltre tutto questo ha scritto dal 30 ottobre 1927 al 29 settembre 1957, per trenta anni, un diario.
Non lo ha scritto di iniziativa sua né per gusto suo, ma lo inizia il 30 ottobre 1927 "solo per l'obbedienza promessa al mio Padre Spirituale il Padre Antonio Naval, religioso della Congregazione del Cuore di Maria"
Circa tre mesi più tardi, il 23 gennaio 1928, la Madre fa intravedere quanto addirittura le costasse scrivere certe cose, quanto deve aver supplicato il buon Gesù e volerle permettere di non scrivere tutto senza mancare all'obbedienza e quanto soprattutto - fa molto riflettere - lo stesso buon Gesù abbia voluto che la Madre scrivesse questo diario: "Mi ha detto di dirle che voglia permettermi di non dover scrivere in questo quaderno tali intimi colloqui"
Mentre il 5 aprile 1928, poco più di due mesi dopo, è addirittura il buon Gesù che chiede alla Madre di scrivere certe cose in duplice copia su due quaderni distinti: "....e che tutto quello che potrò esperimentare durante la unione con Lui in questa sofferenza lo devo lasciare scritto non solo nel diario ma anche in quest'altro quaderno"
Un diario quindi che risulta non frutto di un gusto personale o come esigenza di poter confidare a qualcuno con libertà i propri sentimenti, ma un diario scritto per obbedienza, voluto esplicitamente dal Signore stesso. Come se Lui stesso avesse voluto far segnare alcuni momenti ed esperienze dell'anima quali tappe che scandiscono da una parte un progetto di Dio che si rivela nella sua gradualità e dall'altra l'accoglienza e lo stile accoglienza del progetto divino da parte della creatura.
La cosa lascia ancora più pensosi se si osserva che tale diario non è un diario completo ed "oggettivo" nel senso storico; non c'è la annotazione di tutti i fatti importanti: ci sono lunghi periodi che segnano un vuoto di notizie che dura mesi e mesi.
Un diario che copre lo spazio di trenta anni annota complessivamente solo 499 date; l'anno 1952 è ricordato con 69 date; il 1942 con 50 date; il 1954 con 47 date; il 1936 con 33 date; mentre il 1950, 1934, 1930 è ricordato con solo 2 date; il 1933, 1929, 1927 con solo 4 date; gli anni 1946, 1947, 1948 non sono addirittura ricordati, ecc...
E tutti sappiamo che anche gli anni che nel diario sono ricordati con solo 2 o 3 date e con poche righe furono anni molto intensi di attività e molto decisivi per la storia della Congregazione, come per esempio il 1930, il 1933, il 1950, ecc....,
Quale potrebbe essere il significato e la spiegazione di questi vuoti di notizia? Sembra - conoscendo la precisione e la meticolosità della Madre - di poter escludere un motivo di negligenza o di trascuratezza. Una risposta facile - ma forse non giusta - sarebbe quella di dire che la Madre ha scritto quando ha voluto, quando aveva voglia o quando aveva tempo. Ma forse non è giusto. Conoscendo la Madre sembra più giusto dire che la Madre ha scritto quando il Signore ha voluto e quello che ha voluto.
Il diario della Madre diventa così molto importante perché sono i quaderni nei quali essa - guidata dallo Spirito - ha segnato le tappe principali della sua esperienza e che diventano i passaggi obbligati per tutti quelli che la vogliono seguire in questa esperienza. Non sono la "storia" o almeno la "cronaca" dei fatti, ma sono la testimonianza della Madre che dice la sua esperienza ai figli perché i figli sappiano ripetere la sua stessa esperienza.
Di tutto questo diario vorrei riproporre non tanto le date che segnano avvenimenti o comportamenti di persone, ma vorrei riproporre solo alcune di quelle date nelle quali la Madre parla di se stessa, della sua emozione, della sua paura, della sua gioia, della sua impressione soprattutto, difronte al rivelarsi di Dio.
Varie volte la Madre scrive nel suo diario.
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