UNA GRANDE MADRE
Speranza sofferta, fiduciosa.
La virtù della speranza non fu nella Madre Speranza un semplice sentimento, una credenza infantile o temeraria. Fu in lei una virtù straordinaria, che dovette esercitare per tutta la sua vita, lottando anche contro lo scoraggiamento allorché dimenticava che Dio avrebbe vegliato su ogni cosa. Nei momenti di lunga attesa, quando il Signore sembrava nascondersi, o lasciare che le cose andassero apparentemente alla deriva, cercava di ravvivare la sua fede e di far violenza al "Buen Jesús", ricordandogli che le opere erano Sue ed era quindi Lui che doveva pensarci. A questo proposito si ricorda un colloquio che ella ebbe con Gesù, nel quale "si lamentava perché mancava il necessario per pagare, e diceva: "Signore io non so come stanno le cose di là, ma in Spagna c'è un proverbio che dice che chi ordina paga"".Nella vita della Madre Speranza furono molti i momenti in cui si vide sola, abbandonata. Quando, agli inizi della fondazione, un Cardinale in Spagna negò l'aiuto promesso, Madre Speranza accolse questo doloroso evento come un'occasione per imparare a confidare solo in Dio:
"Il Buon Gesù lo ha permesso... forse, o senza forse, per farci vedere una volta ancora che non dobbiamo fondare la nostra speranza nelle creature, ma in Lui. Fa, Gesù mio, che non riponga più la mia speranza in qualche creatura; in questo modo conseguirò di non aver timore di nulla e di non cercare nulla fuori che Te, neanche me stessa: desidero solo che sia Tu per me tutte le cose".Anche negli anni '40, periodo in cui si vide separata dalle sue figlie, privata della gioia di poterle guidare, consigliare, correggere, educare, il Signore le fece sperimentare che doveva essere Lui il suo unico e vero bene: "A causa di queste prove e sofferenze che Tu ti compiaci di inviarmi, esclamerò frequentemente: "Gesù mio, in Te ho riposto tutte le mie ricchezze e tutta la mia speranza".
Padre Elio Bastiani ricorda di aver visto piangere la Madre Speranza che, oltre a lottare con la sua natura di creatura umana, si trovava a fare i conti anche con il demonio - "el tiñoso", come lei lo chiamava - che la minacciava e tentava di insinuare in lei la sfiducia nel Signore:
"L'ho vista piangere molte volte perché il Signore provava la sua speranza ritardando il suo intervento provvidenziale o scombinando i piani che lei andava facendo, sia nelle opere che andava realizzando e sia nelle vocazioni che a volte entravano in crisi o addirittura lasciavano la Congregazione. Normalmente in questi periodi si inseriva il diavolo minacciandola e assicurandole che ormai il Signore l'aveva abbandonata e le cose sarebbero precipitate, che tutto sarebbe finito nel nulla. Lei doveva fare sforzi enormi per riaffermare la sua fiducia nel Signore, continuare la sua opera ed allontanare le menzogne diaboliche che non la lasciavano indifferente e la facevano soffrire pensando che il Signore avrebbe potuto anche permettere, se non il fallimento del suo progetto, degli insuccessi parziali".Si comprende quindi che anche per lei non fu facile questo abbandono e questa confidenza totale nel Signore, soprattutto nei momenti di buio e di aridità:
"Ora non ti sento, non ti incontro e così mi ritrovo sola, esiliata e afflitta. Però io seguiterò ad aver fiducia in Te, in questa situazione, per tutto il tempo che Tu vorrai e finirò per sperimentare, nella gioia e nella allegria, la Tua misericordia".Proprio perché fiduciosa nella sua infinita misericordia, finiva col cercare rifugio nel suo "Buen Jesús":
"Ti prego, Gesù mio, abbi pietà di me e non lasciarmi sola in questa aridità e oscurità. [...] E’ questo, Gesù mio, il calice che mi hai annunciato? Desideri vedermi gemere sola? Se è così, io Ti dico una e mille volte, Dio mio, che ripongo la mia fiducia e il mio abbandono nelle tue mani; e così Ti dirò molte volte, Gesù mio: ho posto in Te tutta la mia speranza, mi salvi, Dio mio, la tua giustizia. Sii per me un Dio che mi protegge e una casa di rifugio per pormi in salvo".In questi momenti dolorosi si proponeva di chiedere con insistenza al Signore che le insegnasse a confidare soltanto in lui e mai negli uomini: "Fa, Gesù mio,[...] che speri sempre da Te ogni conforto". Ma, a volte, tanta era la sofferenza che ne sentiva tutto il peso. Allora Gesù si convertiva per lei nel Maestro che ammonisce ed esorta:
"Il Buon Gesù [...] mi ha detto: "Non Mi vedi accanto a te nella lotta?". Sì, Gesù mio. "Ed allora, perché ti affliggi in questo modo sapendo che non mi separo da te e che ti aiuto sempre con la mia cooperazione per vincere?"".Madre Speranza, vinta dall'umiltà e dalla pazienza di Gesù, giunse ad un grado sempre più elevato di unione mistica con Lui. Quindi, penetrando le profondità dei misteri divini e della sua misericordia e crescendo nella consapevolezza della propria miseria, imparò a confidare solo in Cristo. E' lo stesso Gesù che le insegna a spogliarsi di tutto ciò non sia Lui:
"Padre mio, che cosa si sente quando si prega insieme a Gesù, unita a Lui! [...] Con Lui, l’anima aspira alla solida virtù, fondata non già sulle orazioni ma su profonde convinzioni; qui l’anima, insieme a Lui, impara a non riporre la sua fiducia in se stessa ma a confidare in Dio [...] e a spogliarsi di tutto ciò che non è Lui".
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