domenica 10 aprile 2016

Può sorprendere la quantità e la qualità delle prove e delle persecuzioni che Madre Speranza dovette affrontare nella sua vita.
Ma Gesù ci avverte che chi vuol seguirlo deve prendere con Lui, ogni giorno, la sua croce e che, se hanno perseguitato Lui, non c'è da stupirsi che vengono perseguitati anche coloro che lo seguono.
S. Giacomo individua nella prova la gioia profonda del cri­stiano che sa di essere guidato verso la perfezione dalla mano premurosa di un Padre: "Considerate una gioia piena, fratelli miei, l'essere in balia di ogni sorta di prove, consapevoli che è attraverso la verifica che la fede giunge alla pazienza.
Bisogna anche tener presente che vicino ai Santi si sta bene... ma in cielo. In terra, spesso, è un po' diverso, anzi può risultare molto scomodo. La loro vita è un pungolo che co­stringe ad un continuo esame di coscienza, ad una dolorosa verifica che mette a nudo debolezze e meschinità.
Vicino a Madre Speranza, nel corso della sua lunga vita sono passate una infinità di persone. Molte hanno saputo tenere il suo passo, altre non ne sono state capaci. Non deve meravigliare che alcune di queste siano diventate ostili alla sua persona e alla sua opera.
Ma noi non fermeremo più di tanto la nostra attenzione sulle assurde calunnie architettate contro di lei dai suoi avver­sari.
La signorina Pilar, dopo averle esaminate dettagliatamente afferma: "La conclusione che io traggo è che tutte le accuse sono frutto di menti menomate, oscurate dall'ambizione e dal­l'invidia che non può sopportare che Dio abbia arricchito dei suoi doni naturali e soprannaturali una creatura a Lui fedele".
Madre Speranza non si è lasciata turbare dalle calunnie e dalle persecuzioni di cui è stata fatta oggetto.
Con la sua fede riuscì a vedervi un mezzo provvidenziale di cui Dio si serviva per il bene suo e della nascente Congrega­zione.
Parlando dei suoi nemici li chiama "benefattori" perché le permettono di affidarsi completamente e unicamente a Dio e di camminare sulla via della perfezione.
A volte dice, volendole quasi scusare, che sono persone buone, ma che sono state accecate dalla passione e dal demo­nio e quindi rese incapaci di vedere la realtà.
Per alcune persone la critica, che spesso diventa calunnia, sembra essere quasi una necessità: in essa cercano una compensazione alle proprie frustrazioni. Alla base c'è general­mente un insieme di gelosia, di invidia, di arrivismo e non manca quasi mai l'ignoranza, l'orgoglio, la voglia di primeg­giare.
Madre Speranza sapeva che la persecuzione accettata con amore è sigillo di autenticità e fonte di crescita.
Per questo l'ha accettata con fede e con grande umiltà, lasciando fare a Dio. Credeva nella beatitudine evangelica: "Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, men­tendo diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli".
È però doveroso dire che Madre Speranza lottò tenacemente contro quelle accuse che compromettevano la buona reputazio­ne della sua opera, che considerava opera di Dio, mentre si li­mitò a difendersi da quelle contro la sua persona solo in quanto danneggiavano la Congregazione e offendevano Dio e la verità. Segno di contraddizione
Era prevedibile che la straordinarietà dei fenomeni che si verificavano nella vita di Madre Speranza suscitasse curiosità e ammirazione in alcuni, stupore in altri e grandi preoccupazioni nei superiori. Molte persone non sapevano cosa pensare, e in genere, la cosa più facile in questi casi è... pensare male.
Iniziarono i sospetti, le incomprensioni, le accuse, le umi­liazioni. Dovunque veniva trasferita incontrava persone preve­nute nei suoi confronti. Il suo operato era spesso frainteso.
La fiducia riposta in alcune eminenti personalità venne pre­sto delusa. Si andava realizzando ciò che Gesù le aveva pro­messo: che, cioè, tutti l'avrebbero abbandonata.
Anche dopo aver fondata la sua Associazione e aperto il primo collegio Madre Speranza continuò ad essere bersaglio di ingiuriose calunnie da parte di alcuni e di grande apprezza­mento da parte di altri.
Un episodio che la stessa Madre racconta può darci un'idea di come le persone erano divise nei suoi confronti.
Alla vigilia della festa del Corpus Domini, il 3 giugno 1931, prima di rinnovare i voti con le sue suore, andò a confessarsi in una chiesa. Il Sacerdote le domandò se era religiosa e lei le disse che apparteneva ad una Associazione fondata da Madre Speranza.
Il confessore iniziò allora a sciorinare una litania di impro­peri contro di lei, dicendo che mai si era vista una persona peg­giore e che sotto l'apparenza di santità non faceva che del male. La invitò a separarsi da quella falsa santona se voleva salvare la sua anima. Quando le rispose che era impossibile per lei separarsi da Madre Speranza, il confessore, molto arrab­biato, le disse che non poteva darle l'assoluzione finché si osti­nava a rimanere con quella brutta bestia. Con molta tristezza nel cuore uscì dal confessionale e andò a confessarsi in un'al­tra parrocchia dove incontrò un sacerdote che non solo le diede l'assoluzione, ma le chiese di intercedere per essere ricevuto da Madre Speranza che considerava una santa.

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