“È impossibile avanzare verso Dio senza prima conoscere noi stessi perchè ci esporremo a grandi illusioni: a cadere facilmente in un ottimismo presuntuoso, che ci farà credere perfetti quando ancora non capiamo nulla di perfezione, o a cadere nello scoraggiamento che ingrandirà i nostri peccati. In entrambi i casi il risultato sarà lo stesso, perché come minimo saremo indotti ad abbandonare la perseveranza nell’impegno per piombare nella
superbia o nella tiepidezza. Come correggerci di mancanze che non riusciamo a vedere?Come sviluppare le nostre qualità, se per noi non è chiaro che le abbiamo?”(El pan 15, 205)
Conoscere se stessi è dunque una scelta importante e un compito prioritario e continuo della vita di preghiera. Tutti i maestri di spirito concordano nell’affermare che non si
dovrebbe mai concludere la preghiera di ascolto senza aver scovato alla sua luce un proprio difetto abituale e aver preso la decisione concreta di correggerlo.Ma, attenzione, Madre Speranza non conferma soltanto che la preghiera di ascolto è
necessaria per vedere i propri difetti e convertirsene, aggiunge che è anche indispensabile per scoprire le proprie qualità e così poterle sviluppare. Sembra suggerire che per camminare verso Dio occorrono due gambe, perché solo in una visione completa di sé, come persona capace di peccato ma anche ricca di doni e capace di bene per grazia di Dio, è la verità e l’umiltà. Così Madre Speranza guardava se stessa e così vedeva gli altri. Una caratteristica consueta della sua maternità, era di saper far emergere nelle persone a lei affidate i talenti che, quasi sempre, loro stesse ignoravano di avere e riuscire, così, a promuovere e a fare progredire le persone verso il bene.Cosciente che uno dei maggiori pericoli della perseveranza nell’impegno è lo scoraggiamento nel vedere solo i propri limiti, ci raccomanda di non terminare mai la preghiera senza aver prima riconosciuto, alla luce di Dio, anche tutte le nostre qualità.
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