venerdì 5 giugno 2015

La ricerca vocazionale
In piena gioventù va maturando il desiderio di dedicare tutta la vita al suo amico Gesù e alla gente povera e bisognosa che lei ben conosce. Ansiosa di scoprire la volontà di Dio su di lei, si reca nei luoghi della sofferenza umana., ma il discernimento non è facile. Le sarebbe piaciuto assistere i malati, ma in un ospedale, meravigliandosi del poco interesse dimostrato davanti ad un moribondo da una religiosa che l’accompagnava, questa le disse; “Tranquilla, presto anche il tuo cuore diventerà indifferente”. Ma la buona Giuseppa replicò: “Prima che s’indurisca il mio cuore, preferisco andar via”. E così fece.
 ventun’anni decide di realizzare il sogno della sua vita: consacrarsi a Dio nella vita religiosa. Il 15 ottobre, festa di S. Teresa d’Avila, “ ... lasciai la casa paterna con la grande aspirazione di essere santa, di assomigliare un poco a Santa Teresa ... che non si spaventava di nulla ... Volevo essere come lei e partii da casa quel giorno, lasciando mia madre a letto malata, senza la speranza di poterla rivedere” (Exhor. 15.10.1965).
Entra a Villena (Alicante) nell’ultimo e povero convento delle Figlie del Calvario, ormai in via di estinzione. Qui riceve il nome di Speranza nel momento della professione religiosa. Le Figlie del Calvario, poco tempo dopo, si aggregano all’Istituto delle Missionarie Claretiane, che si dedicano all’insegnamento. Anche Speranza entra a far parte di questo Istituto, nel quale fa la sua professione perpetua.

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